Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

Ottava elegia La pioggia contro il sole: dove rifugiarsi, · · se 'questo arcobaleno vuole ferirci? Dalle vecchie tele splende un barlume di fama e il sarto dei colori annoda il filo. La riva in fiamme, .il mio ascoso fiume, ogni sua goccia che ancora più m'asseta, non ne berrò .nel sogno che si spoglia, non deve essere nudo, essere nel tormento! Sogno di un cervo che, arso dalla fiamma, rifiutò il recinto "' nel giorno crudele del bramire, quando fuori dal bosco fu tramutato in statua all'improvviso: poteva esser mru più bersaglio degli spari? Perché tanto di terra si apre sotto i piedi a qualsiasi carogna, là dove si sprofonda, a quale letto, dove è costretta sola col lume acceso, invano si abbandona, perché tanto sangue che adesso ritorna dentro la madre per il quieto alveo e non ha ferite dopo l'operazione, non ha cadaveri per il sepolcreto, perché tanta tenerezza finora sento in me, dal mio tempo quando mi protendo ad un incerto semibuio, che non ritrarrò se non nell'anima, ottenebrata dal disamore? La pioggia contro il sole, così si ricomincia. E con semplicità bisogna finire: vedesti un arcobaleno dentro la donna amata e volesti inseguirlo per sempre fedelmente, e quando a lui giungesti, non era arcobaleno, un qualche imbrattatele aveva simulato il suo splendore, non era sola, un altro in sé portava, quasi potesse esser padre il dolore, quasi che.il tuo abbandonato bambino (sì, il tuo amore) si fosse smarrito disvenendo verso un non nascimento dal quale adesso, qui ti nasce solo una morte alla realtà sognata, al vero mondo delle tue poesie alla sponda del tuo mare all'isola di luce dentro il liquido buio, a una zolla di fede che sogna l'umiltà, alla letizia del non essere in te, vita. Quanti quadri finiscono nei magazzini! E quante tavolozze non incontreranno il pennello! Quanto desiderio in quei nudi intoccati, futuri! Oh, maestro, una morte hai preso per modella? Eppure io non so, disteso qui nella notte,· se l'effige di morte che adesso vedo in sogno giunga a toccare il cielo verso il quale mi innalzo, e se io nella sua bellezza mi trasmuti. POESIA/ORTEN Settima elegia, Ho risposto al canarino e Neve o uva sono tradotte da Mikes e Giovanni Giudici e fanno parte dellaraccoltaLa cosa chiamata poesia, pubblicata nel 1969 dall'editore Einaudi, che ringraziamo. Le altre poesie sono tradotte da Vladimfr Mikes e Ismaele Magni. 35

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