Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

CONFRONTI Le molte avventure di Maqroll, el Gaviero - Incontro con Alvaro Mutis a cura di Fabio Rodrfguez Amaya Come hai esordito nella poesia? Come tutti coloro che si sono dedicati a questo mestiere: negli ànni dell'adolescenza, a scuola, seguendo modelli determinati, con risultati ovviamente non trascendentali ma validi in quanto esercizio letterario, I miei primi lavori cercavano di seguire la traccia delle Canzoni di Viletcs dc Pierlui, con l'influenza di Baudelaire, Per fortuna finirono cestinati. Solo a 18 o 19 anni scrivo finalmente la prime poesie che sento mie con un linguaggio personale, con qualche valore, Allora l'unico mezzo per pubblicare erano i supplementi letterari dei quotidiani, È curioso notare che già in alcune delle tue prime poesie appare "Maqroll el Gaviero", Si tratta della terza poesia che scrivo e pubblico e si intitola Oraci6n de Maqroll el Gaviero che in seguito farà parte del mio primo libro. Veramente con la mia prima poesia, Tres imézgenes, intendevo assumere la vocazione poetica che sentivo già nell'intimo, coltivare uno stile, un linguaggio e, diciamo con una parolaccia, una équipe di fantasmi e di demoni che ancora oggi mi accompagnano. Il tuo primo iibro pubblicato? Lo feci con Carlos Patino, si intitolò La balanza ed ebbe un successo editoriale superiore aCent' anni di solitudine! L'8 aprile del 1948 Carlos e io lo distribuimmo in al<_;unelibrerie e il giorno seguente avv,enne il famoso "Bogotazo": assassinarono il leadei)iberaleJorge Eliécer Gaitan e si scatenò un'altra delle mille guerre civili di Colombia, Quello stesso giorno bruciarono tutti i libri e non rimase traccia dell'edizione che si era esaurita in meno di 24 ore. Ne devono essere rimasti due o tre esemplari in mano di qualche amico. Ho l'impressione che i tuoi romanzi abbiano le loro radici nell' opera poetica. A questo proposito ho avuto problemi in Francia, penso che lo stesso mi succederà in Germania, non so in Italia: la trilogia che inizia con La Neve dell'Ammiraglio fino all'ultimo romanzo che ho pubblicato, L'ultimo scalo del Tramp Streamer, creano una serie di interrogativi inspiegabili per chi non conosca la mia poesia. In essa si troyano le chiavi di quelli che io chiamo racconti poetici in prosa i quali, per la verità, non hanno la struttura del romanzo né pretendono di esserlo. In Primeros poemas, del 1948, e soprattutto nel racconto El viaje, si awertono temi che sarànno ricorrenti in tutta la tua opera in prosa. Già nella poesia citata prima, Tres imézgenes, e in El viaje, che è un testo che amo molto e che si potrebbe inserire benissimo in La Neve dell'Ammiraglio, scritto dopo 50 anni, appaiono immagini alle quali resterò fedele, e metafore e luoghi ricorrenti in maniera ossessiva in tutta la mia opera: il fiume, l'acqua, la terra calda, la camera d'albergo, il destino del viaggiatore impenitente, la pioggia, la pietra, l'elemento musicale. Ma da dove traggono la loro prima istanza? Da un piccolo angolo della Colombia che è, ancora oggi, l'angolo dei miei sogni, dove sono presenti tutte le mie ossessioni. Una hacienda di coltivazione del caffè fondata da mio nonno, che vi piantò anche la canna da zucchero. Si chiama "Coello", e si trova alla confluenza di due fiumi, il Coello e il Cocora, nella regione di Tolima, sulla strada che va da Ibagué a Armenia. Là, quando ero bambino, passavo le mie vacanze, molto lunghe dato che sono stato sempre un pessimo studente, non ho mai finito la scuola' superiore, Mi interessavano cose alle quali mi dedicavo con grande intensità ma che non servivano a niente: la storia e la letteratura, 24 e mi ci dedicavo sotto il manto protettivo di quella vegetazione esuberante circondato dai fiori, dal!' aroma della terra umida, dai fiumi copiosi di acqua fredda in cui facevamo il bagno, in mezzo a una festa di meraviglie, un paesaggio per me ancor oggi paradisiaco, La mia poesia nasce da "Coello 1 ': la magia, la sensazione delle cose che si usano e consumano, che muoiono po.co a poco. Questa ossessione ho trasferito con El Gaviero a un altro livello, quello della condotta umana, della tenacità e del perseverare della sconfitta. Alvaro Mulis in una foto di Guy Vivien. Sono un grande compagno di viaggio dei vinti, i vincitori rion mi interessano assolutamente, credo anzi che alla fine non esistano. El Gaviero ti accompagna dunque dai tuoi inizi? Da quasi 50 anni. Mano a mano che il tempo della mia vita è andato allungandosi e ho conosciuto paesi e persone, e ho avuto esperienze di sradicamento e di avventura, si •è confermato in me una specie di vocazìone per l'errare che condivido con El Gaviero. Soltanto che lui si spinge fino alle estreme conseguenze, menp-e io sono qui, con te, seduto nel mio studio ... Parlami dei tuoi autori. Con La cronica regia ti sei avvicinato in modo particolare alla Spagna, al mondo arabo, al romanticismo. Ho avuto due predilezioni, due versanti nella mia vocazione di lettore. Fin da molto giovane, quasi da bambino, ho sempre letto storia e buona letteratura. Non mi interessa, non la capisco, non mi dice niente niente la politica del tempo presente, del mio tempo. Mi sembra, e sono d'accordo con Iforges, che la politica sia una delle forme della superficialità. Ma quando la politica si è fatta storia, allora ne resto sedotto, Ci sono epoche storiche alle quali torno ossessivamente, CO)Tlead esempio l'impero bizantino: possibilità delirante, impazzita, risoltasi nel nulla, che l'Europa si spostasse, si trasferisse, sul Bosforo, che Bisanzio diventasse centro dell'Europa. Poi altri periodi: la Guerrra dei Trent' anni, la Crociata contro gli albigesi, il mondo cataro. Insomma, molte epoche. I miei autori più amati? Proust, Conrad, Céline, Valéry, Larbaud. E i poeti, quelli di sempre: Baudelaire, Rimbaud, Lamartine, Machado, Cernuda, l' Alberti di Marinero en Tierra, il Neruda di Residencia en la tierra (poi scrisse molte parole non necessarie), il Lorca di Poeta en Nueva York, Vallejo, Huidobro.,. E ho una adorazione immensa per un poeta colombiano contemporaneo che nessunç,, o quasi, conosce: Aurelio Arturo, un poeta di prifl)'ordine come, del resto, Jorge Zalamea, altro illustre sconosciuto fuori dall'America latina, maestro di generazioni, poeta eccelso e traduttore insuperabile. ILpaesaggio interiore e quello esterno, ossessione per la natura eper le avventure dell'anima, si condensano in La mansién de Arucafma che hai curiosamente sottotitolato "Racconto gotico di terre calde". La mansi6n de Aruca{ma è una rappresentazione della nostra tenuta

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