Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

CONFRONTI Classimedie anni '30. Studisu Europae America Victoria De Grazia Da almeno un secolo l'America sembra agli ,europei una sorta di vetrina sul futuro attraverso cui cercare di capire il proprio avvenire. Talvolta si è cercato per questa via di confermare le tradizioni del passato, per paura di mettere in questione le forme di identità dominanti: inolto più raramente il confronto ha favorito una presa di coscienza delle diversità di sviluppo al moderno. All'inizio del secolo, dinnanzi al gr:ande sviluppo del movimento operaio organizzato, negli anni Venti, con l'inizio del declino europeo, negli anni Cinquanta, con la definitiva affermazione dell 'american way of life, grandi intellettuali europei- da Max Weber a Gramsci, da Ortega y Gasset a George Orwell - tornano a misurarsi con il tema dell' americaniFotodi BereniceAbbott (1932; copyright 1988 by CommerceGraphics Ltd. lnc.) . ' smo nel tentativo di giungere a una definizione d'insieme del loro mondo. Ma esiste nello stesso tempo una pletora di pubblicisti minori, irrilevanti dal punto di vista analitico, ma che tuttavia stanno a testimoniare la ininterrotta fortuna di questo tema nell'immaginario europeo. Tanta e tale è stata l'entità di questa riflessione che negli ultimi anni si è cominciato a scriverne la storia. Dominique Fernandez analizzava alla fine degli anni Sessanta il posto dell'America nella cultura della sinistra italiana (Il mito dell'America negli intellettuali italiani, Sciascia 1969).MichelaNaccidocumenta ora l'uso che dell'America facevano gli intellettuali fascisti in chiave antimodemista (L' antiamericanismò in Italia negli anni Trenta, Bollati-Boringhieri, 1989). Andando oltre il terreno della storia deJle idee, Leonardo Paggi , cerca invece di impostare l'analisi degli effetti che il modello di produzione e di consumo americano comincia a esercitare sulla società e i sistemi politici europei a partire dagli anni Trenta (Americanismo e riformismo, Einaudi, 1989). Ritorna per questa via una interpretazione del rapporto Europa-America come confronto tra due modelli di modernizzazione. Dietro questa proposta c'è di nuovo la p,ercezione della inadeguatezza della visione del mondo della culrura modernista (marxista e non) sempre tesa a vedere lo sviluppo come trasparenza e manipolabilità dei rapporti sociali, dei moduli architettonici e figurativi, e persino dei caratteri genetici. Si delinea di contro la consapevolezza di una pluralità di vie al moderno entro cui ridisegnare, per via di analisi comparata, i tratti specifici del modello americano, e le differenze rispetto a esso dello sviluppo eurol?eo. Sul piano della ricerca storica si riconferma (e questo certo viene ribadito anche alla luce dei recenti avvenimenti dei paesi dell 'Europaorientale) la grande centralità dell'interrogativo che è emerso con la conclusione del secondo conflitto mondiale: perché la civiltà europe\l che ha trascinato per secoli lo sviluppo mondiale finisce nella catastrofe, di contro alla forza di condizionamento culturale· che la società americana ·continua a esercitare, a tutt'oggi, 17

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