sinistre, di pericoli neofascisti e compromesso storico, si stava silenziosamente ma violentemente compiendo la vera, decisiva, "antropologica" rivoluzione che avrebbe cambiato gli italiani. La tensione continua tra questi due poli - i fatti nella loro emergenza e il tentativo di interpretazione - genera un senso di straniamento, quasi una difficoltà della ricezione: è come se Pasol.iniusasse insieme un microscopio e un telescopio mentre tutti siamo onnai abituati allo sguardo medio (e alla prosa mediocre) di chi non sta ai fatti ma, in dispregio delle "idee generali", vaga in quella sorta· èli pragmatica, "debole" ma funzionale ideologia che oggi innerva il nostro giornalismo e la nostra sociologia. Ma è precisamente l'adozione di questo sguardo "strabico" che cqnsenteag_li Scritticorsari di apparire oggi nient'altroche un libro profetico. E difficile trovare in un testo scritto nel 1972· una definizione così secca e precisa di ciò che avrebbe dominato i 15 anni successivi: "uno spirito totalmente pragmatico ed edonistico" (poi, alla fine degli anni Ottanta, il pragmatismo è declinato per lasciare spazio a una affiorante ideologia perbenista, ma questo è un altro discorso). Il messaggio degli anni Ottanta, tta informatica e spot pubblicitari, può benissimo essere riassunto irr que·stedue parole chiave: pragmatismo ed edonismo. È solo un. esempio, scelto quasi a caso, della fecondità del metòdo di Pasolini. È dèl resto credo sia superfldo produrre ai lettori di "Linea d'ombra" citazioni e citazioni per mostrare che Pasolini, nella sostanza, aveva ragione. Nelle analisi e nelle previsioni: e cioè nell'osservazione di quello che stava accadendo ma anche nella congettura di quello che ne sarebbe seguito. Altrettanto vano sarebbe rivelare i limiti e gli errori di quell'analisi, se non accennando al più rilevante, forse, quello relativo al ruolo della religione e soprattutto della Chiesa cattolica dentro quel "progresso senza progresso". Pasolini, pur estraneo a ogni vizio di illuminismo, sottovalutava la capacità di resistenza, recupero e "reinvenzione" di uno spazio della religione nei nuovi processi di modem izzazione È più interessante, credo, provare a rispondere alla domanda con cui si apre la prefazione di Alfonso Berardinelli alla nuova edizione degli Scritti corsari: perché Pasolini parlava "con tanto inspiegabile accanimento" di fenomeni che non erano affatto invisibili? · Intanto dirci con accanimento ma anche in isolamento, specie a · sinistra, dove gli interlocutori erano, povero Pasolini e poveri noi, Maurizio Ferrara sull'"Unità" e Umberto Eco sul· "Manifesto". Che risposero come potevano e sapevano: con imcomprensione, disprezzo, insulti nei quali Eco si segnalò per eleganza con frasi del genere "la tesi [di Pasolini] ridotta all'osso (sacro) è molto chiara..." Perché dunque quasi solo Pasolini vide e così spietatamente descrisse quanto stava accadendo? Forse perché aveva un'idea semplice e forte del "primo dovere di un intellettuale: quello di esercitare prima di tutto e senza cedimenti di nessun genere un esame critico dei fatti". Ancora libertà e coraggio, dunque. E anzitutto liberarsi di quello che era, in quegli anni, l'ottimismo dell'ideologia e il semplicismo della politica. Se è vero che una delle spie dell'atteggiamento empirico ècito ancora Bobbio- "prendere le mosse da un fattereilopiuttosto che· da una citazione", Pasolini fu, oltre che l'ultimo umanista, come è stato scritto, anche uno degli ultimi empiristi. Naturalmente il suo era uno sguardo tutt'altro che freddo e scientifico: in ogni momento mostrava tutta la concitata, ansimantè, stremata indignazione di chi è ferito nella propria carne dal "cataclisma antropologico". Esibiva i propri sentimenti in uno spettacolo che aveva qualcosa di osceno lì, sulla sacra prima pagina del "Corriere della sera". Ma anche questo è il segno di un paradosso italiano: dove l'ideologia è sempre pronta al compromesso mentre l'empirismo sa, a volte, essere radicale: irriducibile, intransigente; sa ''.nonaver IL CONTESTO paura di avere un cuore", come diceva uno degli ultimi articoli di Pasolini. C'era un 'esibizione-vocazione al martirio, "sindrome di san Sebastiano"? La risposta era già apparsa nell'Usignolodella Chiesa Cattolica: "Bisogna esporsi/ questo insegna il povero Cristo inchiodato ..."; ma è uno lezione cristiana assai poco popolare, nel nostro cattolicissimo paese. Il ciclo degli Scritticorsari, muovendo all'osservazione di fatti e "fatterelli" conduce rapidamente, irrimediabilmente a una ipotesi e un'interpretazione in qualche modo generali della realtà. Eppure questo peccato di '.'leso empirismo"·a me sèmbra l'ultima grande lezione dell'empirista Pasolini. Non esprime infatti una nostalgia perle teorie generali e le spiegazioni totali ma piuttosto la disperata ricerca di nodi che rilevàno, evidenziano, interpretano le_ trasformazioni decisive, gli scarti, i momenti e i luoghi in cui si compiono, sotto i nostri occhi, le rivoluzioni, i "cataclismi", i "genocidi". Noi possiamo guardare alle it1tuizioni di Pasolini con gli occhi disincantati di che ha visto compiersi quel processo allora appena intravisto. E qui, da questa distanza, non possiamo che rilevare quanto era difficile e importante, allora, denunciare l 'edonismo in un paese che temeva o rivendicava l'austerità, indicare i limiti del laicismo mentre si celebravano i trionfi divorzisti e abortisti, leggere dietro alle travolgenti vittorie elettorali delle sinistre i segni di una crisi che sarebbe stata mortale, additare a un paese che si percepiva come semirurale il destino non proprio glorioso che lo avrebbe condotto a diventare la quinta potenza economica del mondo ... Quello cheoggi conta è che lo stile, ilmetodo, la gran parte delle tesi degli Scritti corsari resistono all'usura del tempo - questi lunghi 15anni che hanno consumato molti altri stili, metodi, tesi. In tempi di fallimenti delle ideologie, è un piccolo e non so se solo postumo ~onfo dell'empirismo eretico: __ A·P·E·R·T·U·R·E LACOLLANADI LINEAD'OMBRA NOVITA lA STRANAVICENDA01UNAMA, CELlAIADALVOlTOSFREGIATO• NELlAGERMANIADEllADISFATTA,UNARICOSTRUZIONE-INCHIESTASUGLAI NNIDEllAPERSECUZIONEDEGLEI BREI• UNATESTIMONE SENZASTORIAE SENZA ~1~~(~~ò~~~~~~~i PIOALTI ETERRIBILI SULPA$SATO TEDESCO• NEllA TRADUZIONE DI RUTHLEISERFORTINI Albrech t Goes Lo vittima Unodeiracconptiiùohieterribsiluil passalotedesceolapersecuzione degleibrei. pp.80 L. 12.000 APROPOSITO DEICOMUNISTI INVTTOAL PO PERCH!,SAGGIA-. MENTE, SI SCIOlGA• I COMUN~ ~IJTlt.l ~T~~~~~:l~~J DIGLI INTELUTTUAL•I PERCHf SOLOILPCIOOVREIII!CAM81A,. RENOMH • IOTTEGHEOSCURE E PALAZZO• Il ROSSO E Il VER, DE• MILITANZAEVOLONTARIATO • APPENDICE, ELSA MOIIANTE, l'/CCOI.O MAHIIESTODEI C0- '11115/MtJtZA CLASSEESENA proposidtoeicomunisti intervendti:Berordinelli, BettinB,pbbiFol,ores, Fofi, Giacchlée,rner, MoncoSnin, iboldi. pp.128 L. 12.000 Distribuzione Giunti - Firenze 13
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