Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

nelle scuole americane medie e superiori sono stati introdotti già molti anniorsonometodicorrettivi,dicui il più importante è stato il sistema delle "quote": questo sistema permetteva ai giovani di · minoranze socialmente svantaggiate (in sostanza a quelli di lontana origine africana) di far parte di una "quota" che dava loro il diritto di accesso a livelli superiori dell'istruzione, anche quando i loro risultati scolastici, eventualmente insufficienti, ve li avrebbero esclusi. I risultati di questi e di altri sforzi compensativi non sono generalmente considerati come buoni, e hanno suscitato con l'andare del tempo malumori e dubbi svariati, a volte equanimi, altre volte più settari o interessati. In generale, e qualunque ne sia la causa, la situazione sociale media della più gran parte della popolazione nera americana (in particolare per quanto riguarda indicatori quali la scolarità, la criminalità, le percentuali di gravidanze fra le minorenni, il livello di sai ute, la diffusione della droga e dcli' AIDS) è andata peggiorando drammaticamente negli ' ultimi anni fino a divenire una vera tragedia. Le v·alutazioni degli esperti ovviamente divergono fortemente nel tentativo di spiegare il fenomeno, soprattutto per quanto concerne la stima degli effetti degli 9rientamenti reazionari · dell'amministrazione Reagan in materia di assistenza sanitaria e sociale. Peraltro, vi è una certa ragionevole tendenza, anche negli ambienti progressisti americani, a ritenere che l'analisi tradizionale dei problemi di integrazione abbia peccato finora sia cli gei:ieralizzazione sia di ottimismo. Così come l'insuccesso scolastico medio di. massa di taluni gruppi etnici è sì condizionato anche da fattori sociali aspecifici e di censo, ma non esclusivalmente, così anche, in modo analogo, i comportamenti meno adeguati o comunque svantaggiosi dei singoli appartenenti a taluni gruppi minoritari sono sì condizionati, e magari anche in ILCONTESTO notevole misura, da discriminazioni più o meno sottili o pesanti: ma, anche qui, non esclusivamente; e forse addirittura, in molti casi, in modo onnai non dominante . Il successo o l'insuccessopotrebberoesserecioèdovuti anche a fattori culturali .epsicologici, e di "personalità di base", del tutto specifici, e interni a quella cultura minoritaria: e quindi non soltanto agli svantaggi sociali e psicosociali derivanti dalla interazione fra la cultura· minoritaria e quella egemone. Si dà quindi oggi molta importanza al tipo di struttura famigliare e di etiéa educativa. Da questo punto di vista, si pone una speciale attenzione al fatto che i bambini di famigliè orientali immigrate negli Stati Uniti, anche se di bassa condizione economica e non sempre bene accetti nel loro nuovo ambiente sociale e scolastico, vengono comunque educati in un cli~a psicologico domestico caratterizzato da un grande ma non coercitivo rispetto verso i valori familiari e gerarchici formali, da una attenzione affettuosa e continuata da parte degli adulti della famiglia (in pratica spesso degli anziani, dato che i genitori lavorano), e da una fortissima accentuazione dei valori e degli obbiettivi di autodisciplina, di affidabilità, di cooperazione, di ascesa sociale e di affermazione intellettuale. Parallelamente, vi sono studi sui valori cultprali e sulla psicologia sociale di altri gruppi etnici. Molte indagini nuove sarebbero comunque necessarie. Fattori ideologici e politici, e anche - ma in misura minore - difficoltà tecniche di rilevamento, si oppongono oggi, in Europa come negli S~ti Uniti, allo studio delle differenti culture e dei loro valori, e all'analisi delle specifiche difficoltà di interazione fra soggetti appartenenti a tradizioni differenti. Viene però fatto di osservare che, in particolare in Italia, esiste una diffusa sottovalutazione della complessità del problema. · Speriamo nell'aldilà Una generazione di ·opportunisti Vittorio Dini È giunto finalmente il momento di aprire una discussione, l'elaborazione critica sull'ultimo decennio: non un bilancio né tantomeno la descrizione, la rievocazione o l'anatema moralistico, ma un dibattito teorico sulle categorie adeguate ai bisogni dell'analisi e del giudizio. E non si tratta soltanto di un giudizio politico, ma dell'analisi dei 'sentimenti', dei comportamenti, delle connotazioni individuali dell'agire collettivo. · Né abbiamo bisogno di un giudizio in termini di sconfitta - e sue ragioni-, come vorrebbe laRossanda. Giudizio fuorviante, in questi termini, perché presuppone che l'obiettivo era giusto, magli strumenti sbagliati -ciò che invece è appunto in questione - o l'avversario più forte e crudele - il che è scontato, e forse lo era già in partenza. E poi, francamente, troppe volte, di fronte a eventi, immagini dolenti, tragiche, di fronte a volti e persone del 'nostro campo' cinici e arroganti, protervi talora più di quelli del potere che contrastavamo, troppe volte- e avverto di non essere il solo a provarlo - mi sono detto: "Fortuna che non abbiamo vinto!" E allora traiamone tutte le conseguenze, affondando il bisturi nelle piaghe di una mentalità, di un'ideologia che si è alimentata, aldilà della consapevolezza, nell'eredità gravosa del terzinternazionalismo con il suo pesante fardello di ingombranti maiuscole - il Partito, lo Stato, il Comunismo, la Classe Operaia ecc .. Ciò di cui abbiamo bisogno è dunque la corretta individuazione dei principali di questi sentimenti per gli anni Ottanta, quelli che li hanno caratterizzati; in primo luogo, i sentimenti del disincanto: I'.opportunismo, il cinismo, la paura. Proprio questa è la direzione del volume collettivo Sentimenti dell' aldiqua. Opportunismo paura cinismo nell'età del disincanto. (Theoria, Roma-Napoli 1990,pp. 221,L. 24.000 ,concluso da un intervento critico di Rossana Rossahda, cui sopra facevo riferimento; il volume è il frutto di una ricerca avviata da tempo, di cui i lettori de "il manifesto" avevano già avuto qualche sostanziosa anticipazione ("la talpa", giovedì 3 marzo 1988). Prendiamo le mosse dall'opportunismo, il protagonista quasi assoluto dei comportamenti, individuali ma anche. c?l)etti~i, dell'ultimo decennio. Di esso troviamo la seguente defmlZlonem Battaglia (a cura di), Grande dizionario della lingua italiana, UTET, Torino, voi. IX: "Comportamento politico o s~ciale che ricerca il tornaconto immediato e la convenienza del momento senza implicare la fedeltà a un ideale o a una linea precisa di o

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