Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

POESIA/BINI VI A volte le donne mi pare d'amare ma come una madre la figlia che fatta più grande nemmeno la vuole ascoltare. VII Si, l'aria si contenta di strappi di ali di farfalle, né sorte migliore si riserva ai bozzoli alle crisalidi; qualche filo di tela ancora nel dubbio mescola silenziosa la mantide notturna; e un bambolo di cera tagliato dall'ombra si regge o si difende il membro con la mano. VIII Una furia lontana nei castelli si addensa, spazza via le ragnatele, ha spogliato i fantasmi delle rocche e coperto di tenebre le tele. Così io dico solo ciò che sento, senza colori, senza movimento, ho solo simulacri nella mente, perché dal cuore non arriva niente. TRE POESIE Andrea Bini Ho un topo meccanico ••• ho un topo meccanico grigio & con la coda nera di plastica l'ho comprato in germania tempo fa & da allora lo porto con me anni addietro avevo un cane vero ora ho lui & basta qualche volta gli do la carica & lo faccio correre di qua & di là è un topo da compagnia né furbo né scemo lo tengo nella tasca della giacca non ha richieste particolari non mangia non morde non sporca .& i suoi occhietti neri hanno sempre la solita espressione 92 vagamente sul chi vive ma non fa paura a nessuno non fa saltare le donne sulle sedie tutti ridono di lui & di me ma noi badiamo. ai fatti nostri io l'uomo vivo & pensante lui il topo finto & senza pensieri tutti & due con le zampe ripiegate a forza di starsene ad aspettare occasioni & tempi migliori & il mio fratello gemello ••• & il mio fratello gemello non si è più visto se n'è andato per non aggiungersi in modo complicato si è allontanato con quel suo mezzo sguardo un pomeriggio per strade ambigue uscito all'improvviso alle spalle dei giocatori di carambola il mio fratello doppio geloso & possessivo con la voce roca con la voce bruciata le mani in tasca camminando all'indietro mi sento un. clown bianco ••• mi sento un clown bianco triste & cattivo con la faccia pallida il cappello a cono la giacca con i lustrini & una tromba fra le mani mentre l'augusto spernacchia & spruzza acqua dal fiore finto per far ridere il pubblico seduto sulle sedie arrugginite di un circo in malora & io attacco un pezzo in sordina qualcosa stile anni '40 & faccio un giro di pista camminando sulla segatura fra le cacche degli elefanti volto le spalle alla gente mi dirigo verso il sipario passando fra due file di cavalli ammaestrati in parata che sollevano le zampe & mi osservano stupiti con gli occhi sbarrati da L'AMICO CRIC Sandro Vesce Autoritratto con Palmer Mi bilancio sulle ruote della bici nella sera vola Coppi dalla Dama con i tubolari in croce. Pensiero sulle strisce Calcolarono male i leoni più veloci di me queste zebre. I semafori Non è la fine del patriottismo. Vedi quanti monumenti ai caduti nostri in arte pop, tricolori. Autodafé L'autodafé prese fuoco quei maledetti salti di corsia. L'autore ritratto in sembianze di Agnelli Una parure di penne di gallina un fischietto di pollo una sveglietta al collo. La città La città è cariata di strade. Ci passa lo spazzolino del traffico ma è tardi.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==