STORIE/MUTI$ e sincere... Come ha dovuto coglierlo di sorpresa la morte. Cosa si sarà chiesto con l'ultimo alito di vita, la ragione, il perché del crimine ... "Lei e io moriremo vecchi, mi ha detto una volta a Lima, ormai non c'è più nessuno che ci possa uccidere dopo quello che abbiamo passato" ... Sempre illuso, sempre generoso, sempre credulo, sempre disposto a riconoscere nella gente le migliori virtù, quelle stesse che lui, senza accorgersene né proporselo, coltivava in sé stesso così meravigliosamente ... Berruecos ... Berruecos ... Un passo oscuro sulla cordigliera. Un monte cupo con gli strilli delle scimmie che ti opprimono tutto il giorno. Brutta gente quella ... Ci hanno sempre dato da fare. Non si sono mai alleati apertamente. Forse i più umiliati, i meno favoriti dalla Corona e per questo i più sottomessi, i meno forti. Che poca importanza hanno avuto tutti gli anni passati a combattere, comandare, soffrire, governare, costruire, per finire perseguitati dagli stessi imbecilli di sempre, gli astuti politici con anima da IO E MUTIS Fabio Rodrf guez Amaya La pubblicazione di La Neve dell'Ammiraglio, a cura di Ernesto Franco, traduzione del curatore e di FulviaBardelli-primo romanzo della trilogia coni posta anche da llona arriva con lapioggia e Un bel morire, che vedremo pubblicata da Einaudi entro il 1991 - offre l'occasione per reincontrare Alvaro Mutis, poeta e narratore colombiano (Bogotà, 1923). Il mio rapporto con lui appartiene alla sfera della fantasia, del sogno, del mito. Lo conosco da quando ero ragazzo attraverso la sua poesia, le sue prose brevi e visionarie, nei caffè di Bogotà, nei vicoli di Cartagena de lndias; lo conosco poi esiliato in Messico, detenuto aLecumberri, viaggiatore libero e accanito, errante ai tropici, vagabondo in Spagna, in Oriente; innamorato dell'infante Micaela; allucinato, con Proust e don Alonso de Quijano, steso in un'amaca di Coello; mentre brinda al Festfn de Baltazar; presente, iracondo e benevolo, a una impiccagione; fra i pirati di oriente e occidente mentre rammenta "la muerte del capitan Cook"; alla scoperta di pianeti pazzi e fonti segrete che curano il male d'anima; mentre beve_aguardiente con autisti torpidi nella locanda di Fior Estévcz," La Neve dell'Ammiraglio", sulla "Linea", il punto più alto della cordigliera nei dintorni di Cajamarca, sulla strada che collega Girardot a Manizalez; presente in corpo e anima a Vana ai.funerali di Cesare Borgia; con Carlo V e Filippo II nei cunicoli dell'Escorial; con Buiiuel nel.laVia Lattea o inpellegrinaggio a Santiago de Compostela dove scriverà dei Notturni; trattenuto in mezzo a un fiume tropicale con l'angoscia che si deve sentire quando la morte è vicina; ballerino scatenato di boleros a Cali e di polke e mazurche alla corte di Vienna; errante nell'esilio della mente a Perpignan, Valencia o Tordesillas; mentre compone uno sonata mai scritta in piazza San Marco e tenta di organizzare il disordine della morte e quello della speranza; quando discute con Casimiro Eiger sui quadri di Alejandro Obreg6n o Enrique Grau e con Ernesto Voelkening sugli Hospitales de Ultramar; morto dal ridere con Elena Poniatowska trent'anni dopo aver scritto il Diario de Lecumberri; nell'attimo in cui traccia mappe immaginarie per fare El ultimo rostro di cera di Bolfv ar prima di morire; cacciatore di Tigri nel Bengala; scoperto mentre fa l'amore con la Machiche nei giardini della Mansi6n de Araucaima; sulle tracce di migliaia di cammellieri di Caravansary; mentre invoca dei benigni ma impercettibili; seduttore di ninfe nei giardini di Babilonia; guaritore di lebbrosi in Abidjàn; al capezzale di morte di Alexandr Sergeevic nell' Hospital de los soberbios; esploratore e minatore a Cocora; accompagnatore di un principe slavo sul Rio delle Amazzoni o sul Xurand6; dentro un vecchio e sgangherato idrovolante Junker con un ufficiale 84 .. parrucchiere e trucchi da notaio che sanno uccidere continuando a sorridere e ad adulare. Qui nessuno ha capito nulla. La morte si è portata via i migliori, tutto rimane nelle mani dei più astuti, dei più ipocriti, che ora sperperano l'eredità ottenuta con tanto dolore e tanta morte ... Ha riappoggiato la testa sul cuscino. La febbre lo faceva tremare leggermente. È tornato a guardare Ibarra. - Non ci sarà quel viaggio in Francia. Noi rimaniamo qui anche se non ci vogliono. Un conato di vomito lo ha fatto piegare sulla branda. Ha · vomitato tra fitte che quasi gli facevano perdere i sensi. Una macchia di sangue ha cominciato ad allargarsi sulle lenzuola e a gocciolare lentamente sul pavimento. Con lo sguardo perduto mormorava nel delirio: "Berruecos ... Berruecos ... Perché a lui?·... Perché così?! !" Ed è crollato perdendo i sensi. Qualcuno è andato a chiamare del!' esercito; puntuale ali' appuntamento con una ragazzina tenera a Samburan; in una stanzetta d'albergo ad aspettare che Ilona arrivi con la pioggia; mentre cerca di imparare gli insegnamenti di Al-Mutumarlbn al Farsi da applicare aLos Emisarios; mentre impreca in latino con il re di Navarra in un viaggio per le Antille; accanto a Warda alla disperata ricerca dell 'Ultirna escaladel Tramp Steamer; con Amparo Maria in attesa di Un bel morir; mentre percorre la strade vetuste di Cordova e si smarrisce nei labirinti dell 'Alhambra con la boccetta del mate di Borges fra le mani nei giorni di Yusuf; al lavoro a un tavolo di mogano correggendo Conrad mentre stende un mano'scritto; ossessionato dal tic-tac degli orologi di Machado a Segovia; guidato dalle mani di Vallejo e di Neruda che gli indicano il Machu-Pichu; cercatore d'oro con Màqroll a Al-Amir-Bar; nel tentativo perenne di scrivere una poesia con Octavio Paz a Creta; alla vigilia dell'invenzione della Cronica Regia; con Garcfa Marquez su un treno dalla locomotiva rosa e le carrozze gialle pronti a intraprendere El viaje dalle brume della cordigliera verso il bagliore magico del Caribe; sorpreso dalle guardie di Bisanzio come scriba di una poesia dedicata all'imperatrice Irene; mentre dà libero sfogò ai suoi desideri, conta la moltitudine dei morti per la piena del fiume Coello, evoca le massime di Gaviero ripetute a memorie dalla popolazione del paramo, elucubra su La muerte del estratega, lavora e lavora alla macchina da scrivere per pubblicare su quotidiani e riviste finti, cesellando le parole con uno scalpello; e su autobus, aerei o automobili in giro per tutto il sistema planetario a tener conferenze; in un momento di trance per realizzare il transfert delle sue angosce a Maqroll; inventore dei testi di Alvar Mattos, al telefono con il figlio Santiago per constatare che Los trabajos perdidos sono suoi ... Così io vivo Mutis, nella sua casa ospitale di San Jer6nimo, con il nipotino fra le braccia, sulle Rarnblas di Barcellona, in un caffè di Parigi a discutere con Miguel de Ferdinandy sul destino magico dei sogni e.dell'eternità che,sono bugie, Vox populi, magister dixit della vita che unisce gli uomini e li affronta fino alla distruzione totale, mentre chiacchera con Dante, Baudelaire, Calvino o Rimbaud e evoca Aurelio Arturo. Così sogno Alvaro, seduto nella sua biblioteca, con un bicchiere di buon Armagnac, circondato dai suoi fantasmi, nel dialogo sostenuto dal filo fragile della memoria e dell'oblio, mentre sottoscrive un p_attod'onore per inventare un libro tutto nostro con l'assenza presente di Martha Canfield e di tutti gli esseri che popolano il pianeta: assassini e re, prevaricatori e falsari, amici e nemici, principi e farisei, credenti e agnostici, Così conosco Àlvaro Mutis, poeta e maestro affabile: nella veglia, nel sogno, nella certezza delle cose cjette e in un interminabile dialogo, interrotto da un flusso di urgenze comuni.
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