Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

IL CONTESTO Da Stranieri a Milano di Laila Golderer e Vito Scifo (Mazzotta). hanno gli Usa verso i paesi dell'America Latina: una posizione di egemonia, rapporti selettivi e privilegiati, volta a volta con o contro l'uno o l'altro, e controllo di fatto su tutte le scelte economiche e politiche nei paesi "sudditi". E in ogni caso: assumiamo che si consolidi una identità europea "bianca" (e cristiana); una leadership culturale e politica capace di elaborare proposte e messaggi significativi per la popolazione "autoctona" privilegiata, e che si sente minacciata; adesione a tradizioni comuni (riscoperte, eventualmente enfatizzate): come evitare che tutto questo ci porti a essere un sistemafortezza? Una società-con-cura; una società-amica-di-chi-ci-vive I du; scenari prima tracciati riflettono crisi dei valori tradizionali di fronte a emergenze impreviste, non flessibilità delle risposte in presenza di vincoli inaspettati, non capacità di governare i processi di cambiamento in atto. Obbiettivi morali e politici che erano stati dati per acquisiti - la "cittadinanza" - si modificano sotto la pressione di condizioni nuove, considerate incompatibili con gli obbiettivi e insieme incontrollabili. Immaginiamo viceversa uno scenario nel quale si tengano fermi gli obbiettivi ultimi, i valori fondamentali, e di fronte ai .vincoli si operi attivando risposte organizzative e riferimenti culturali capaci di generare risorse aggiuntive. . Traggo due espressioni, una società-con-cura (5), una societàamica-delle-donne (6), dal dibattito scandinavo più segnato dai . temi della cultura dei servizi e della·cultura delle donne; o anche, dico una società-amica-di-chi-ci-vive e delineo un terzo ipotetico scenario. Sono espressioni che si riferiscono a società privilegiate, per condizioni di benessere e per tradizioni culturali e politiche. Problematico è pensare di estendere queste ipotesi di organizzazione sociale a situazioni con caratteristiche non comparabili: e tuttavia, almeno nei contesti dei paesi che sono stati segnati da esperienze e da dibattiti di welfare state (e dunque molti dei paesi europei, i paesi extraeuropei di tradizione anglosassone come Canada e Australia e Nuova Zelanda, e anche, in qualche 6 misura, gli USA) questi riferimenti possono orientare ipotesi e processi per il futuro. Una società-con-cura è unmodello in cui è centrale l' attenzione a valorizzare e utilizzare risorse "invisibili" (il lavoro di cura, le strategie individuali per i progetti di vita, le" risorse del "terz~ settore", il tempo), a rendere più compatibili con i fondamentali bisogni umani i meccanismi di produzione e redistribuzione di risorse, a riequilibrare doveri e diritti (anche tra i sessi, le generazioni, le etnie). · Questo intervento di riorganizzazione del sistema sociale crea, potenzialmente almeno, risorse alternative e aggiuntive: per esempio, operando sul rapporto risorse-bisogni vicino alla "base", intervenendo su sprechi ed effetti di distorsione e inquinamento sociale, riducendo la burocratizzazione, decentrando e flessibilizzando le prestazioni. Qui si può richiamare il dibattito italiano su lavori e tempi (7), e anche la tematica aperta con la proposta di legge sui "tempi" (8). Un secondo elemento è il seguente. Al , progetto di vita del singolo (vincolato, però, da un disegno collettivo fondato su valori di cura in un contestò di equità) viene riconosciuta autonomia e legittimazione, come mai era stato in altri modelli di società. In altre parole: si tratta di operare per realizzare i diritti quotidiani o per "democratizzare la vita quotidiana", assumendo questo come obbiettivo, o passaggio cruciale, per una nuova fase dei processi di attuazione del modello di democrazia nelle nostre società. Ancora: i singoli sono soggetti strategici, soggetti "intelligenti'.'nella società complessa, soggetti con elevato grado di libertà, nella misura in cui viene riconosciuto il diritto di ciascuno a esprimere le proprie opzioni strategiche e a contribuire con le proprie risorse al progetto collettivo. L'accesso alla formazione e al lavoro intellettuale è, per tutti, esperienza ricorrente in tutto l'arco della vita, e non privilegio di ristrette categorie di "intellettuali". Differenti stili di vita e pratiche (e dunque: di singoli; dei molteplici gruppi etnici e religiosi che saranno presenti nella società; di donne e uomini; differenti per aspetti fondamentali, di ruoli, di culture, e di scelte di vita), trovano legittimazione e riconoscimento in diritti non necessariamente·e sempre uguali, ma equivalenti. Si tratta qui del nodo concettuale e politico forse più innovativo, e complicato (a cui alludono espressioni come differenza complessa; comparable worth), del passaggio al di là del modello delle società democratiche e di welfare (così come si sono realizzate storicamente). User-friendly è un termine appena allusivo, "leggero", per delineare uno scenario assai lontano, forse utopico. Peraltro, possiamo fare a meno di uno scenario come questo. Note 1) Paul R. Ehrlich e Arme H. Ehrlich, The Population Explosion, New York, Simon and Schuster, i990 2)"Le Monde diplomatique", n. 434, maggio 1990. 3) Conferenza Nazionale sull'Immigrazione, giugno 1990: un altro riferimento è la pubblicazione della Fondazione Giovanni Agnelli, Politiche immigratorie per l'Italia e per l'Europa, "XXI secolo", n. 1, maggio 1990. 4) W. Rogers Brubaker, Immigration and the Politics of Citizenship in Europe and North America. 5) Swedish Secretariat far Futures. Studies, Time To Care, Oxford, Pergamon Press, 1984. - 6) Helga Maria Hemes, Welfare State and Woman Power. Essays in State Feminism, Oslo, Norwegian University Press, 1987. 7) L. Balbo.L'uso del tempo come progetto sociale, "Politica ed Economia", n. 5, maggio 1988. 8) Le donne cambiano i tempi, Sezione Femminile, Partito Comunista Italiano 1990.

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