INCONTRI/ONDAAT JE abbiamoassistitoin questiultimianni, specienellaletteraturain linguainglese,cioè lostimolantecontributoapportatodascrittori provenientitiall'ex-imperocoloniale,dall'Asia, dall'Africa, dai Caraibi? Non è che il collegamento fosse conscio, però in effetti, nel mondo letterario attuale, uno dei fenomeni a cui assistiamo è quello delle migrazioni, il ruolo che sta assumendo lo scrittore emigrante. Viviamo ora in un 'epoca in cui la gente tende a cambiare paese di residenza come qualche decina di anni fa si tendeva a cambiare posto di lavoro. E un problema che sta diventando centrale. Se pensiamo a scrittori come Rushdie, Ishiguro, Naipaul, la Mukehrjee e altri, vediamo che in effetti parecchi scrittori importanti del momento sono gente che si è spostata ~ un paese all'altro, portando con sé una specie di doppia visione. E un feromeno molto interessante, è quello che ci attira nelle loro opere. E una cosa che permette loro di vedere il mondo in maniera completamente· diversa. Per esempio, l'Inghilterra descritta da Rushdie personalmente mi convince molto di più di quella che trovo nei libri di molti altri scrittori inglesi. In fondo, questa è stata anche la mia storia: sono arrivato dall'Asia, da Ceylon, prima in Inghilterra e poi in Canada.:. E poi non c'è solo questo fenomeno delle migrazioni, ma anche il più vasto diffondersi di testi tradotti da altre lingue. Penso per esempio alle edizioni della Picador, in Inghilterra: ora posso leggere Achebe nella mia lingua, posso leggere Amado, Calvino. Questo significa uno scambio di influenze tra scrittori molto più ricco: se fossi un ragazzo che sta crescendo in Canada oggigiorno avrei la stessa possibilità di leggere un romanzo di Rushdie che di leggere Robertson Davies, cosa più difficile anche· solo vent'anni fa. Perciò ci sono più opportunità di scambio, di impollinazioni incrociate, di ibridazioni e ne risulta una letteratura molto interessante. Penso per esempio, che uno come Graham Swift non sarebbe riuscito a scrivere un romanzo come Waterland senza aver imparato molto dagli scrittori americani e soprattutto sud-americani, anche se poi il romanzo è senz'altro molto originale, però le influenze, le cose che ha imparato da altri scrittori, si vedono. Comunque, per tornare al mio romanzo, non è che mi sia riproposto di scrivere su questo fenomeno del multiculturalismo: è emerso da solo, nel momento in cui ho cominciato le mie ricerche su chi aveva costruito il viadotto e le gallerie. Mi sono reso conto che non erano stati i WASP (White Anglosaxon Protestants), bensì lituani, polacchi, italiani, macedoni. Insomma questa era la situazione che mi trovavo a descrivere e allora mi sono concentrato su di essa. Il libro è diventato per me un processo di apprendimento, di scoperta e così per capire cosa succedeva a Toronto negli anni Venti e Trenta, mi sono dovuto documentare sui Balcani e su cosa accadeva alla gente che emigrava in Canada da quei paesi. È un fenomeno analogo a quello che descrivevamo prima parlando di letteratura. Comunque, c'era pure il fatto che ero un po' stufo di sentir descrivere il Canada come un paese ex-scozzese. Certo ci sono moltissimi scriyori canadesi che vengono da quella tradizione; Davies, Alice Munro e anche più giovani, come Alistair McLeod, che secondo me è un bravissimo scrittore di racconti ... In fondo, a pensarci bene, il Canada è tutto un paese di immigrati, siano essi venuti nel XVII o nel XX secolo. Oggi ci sono scrittori molto interessanti come Dionne Brand, che viene dai Caraibi, Rohiton Mistry, dall'India, Josef Sicvorecky, dalla CecoslovacGhia, insomma, parecchi bravissimi scrittori canadesi vengono da altri paesi, proprio come quelli di origine scozzese. 76 Puoi dirci qualcosadipiù sullo stato attualedella letteratura canadese,Quali tensionilaagitano,quali sono le tendenzeemergenti, i nuovi temi? Ho appena finito di curare un'antologia di racconti canadesi e in questo momento mi sembra di essere un po' ossessionato da questa forma e immagino che questa ossessione resterà con me per un pezzo. Il 50 per cento degli scrittori che si leggono oggi in Canada non sono nati nel paese e questo apporto multiculturale, come dicevo prima, è una caratteristica molto vistosa e poi c'è il grande successo dei ·racconti: la forma racconto gode in questo momento di un'enorme popolarità, in Canada, molto più che in Europa. Autori come Alice Munro e Alistair McLeod rappresentano due generazioni di scrittori di racconti. Poi ci sono molti poeti che si sono messi a scrivere romanzi, come la Atwood, George Bowering, io stesso e molti altri: sta diventando un fenomeno molto comune. Quella miscela di materiale immaginario e documentario cui facevi riferimento,prima, è sempre più frequente ed è una caratteristica emersa nella poesia fin dagli anni Trenta e Quaranta. Dorothy Livesay, per esempio, ha scritto un saggio sull'uso dell'elemento documentaristico nella poesia e ha dimostrato come questa caratteristica abbia alle spalle già una notevole tradizione. Queste mi sembrano alcune delle tendenze attive in questo momento. C'è poi la costante tensione tra il tentativo di mantenere l'identità canadese e difendersi dallo strapotere economico e cui turale dei nostri vicini statunitensi. La cosa più importante a questo proposito sono state le elezioni di qualche anno fa, incentrate sulla questione del patto del libero commercio con gli Stati Uniti. Secondo me, l'approvazione di quel trattato è stato un completo disastro. Il fatto che i conservatori abbiano vinto quelle elezioni· su questo punto è stata una cosa terribile e ha avuto un tremendo effetto spirituale sul paese perché si tratta essenzialmente di un trucco economico. Il Canada deve almeno tentare di proteggersi dal suo gigantesco vicino. Sai, non ci si può mettere a giocare a carte con un milionario: lui può aspettare, alla fine può sempre comprarti e questo è proprio quello che sta accadendo ora ed è molto deprimente, perché, vedi, quello che stava accadendo nell'ultimo decennio in Canada era una grande rinascita culturale, specialmente in campo letterario: stavano succedendo un mucchio di cose. E questo trattato, che equivale.a una perdita di indipendenza economica, è una cosa terribile e avrà i suòi riflessi anche sul piano culturale. Intendiamoci, non è che io odi gli americani, anzi, detesto giudicare i paesi per generalizzazioni ... ma quello che sta succedendo ora è che c'è il pericolo reale, anche dal punto di vista culturale, che il Canada venga annullato dallo strapotere americano. Sai, accendi la televisione e nove stazioni su dodici sono americane. Tutta l'industria cinematografica è ormai nelle loro mani, l'intera rete di distribuzione dei film. Quindi anche se si riesce a realizzare un grande film in Canada, si è poi costretti, per forza di cose, a rivolgersi ai distributori americani. Per molto tempohannocontrollatoanchelagran,partedell'industriaeditoriale, ma per fortuna, una decina di anni fa sono state approvate delle buone leggi che hanno avuto effetti positivi. Perlomeno, voi, in Italia e nel resto dell'Europa avete lingue diverse che proteggono le culture nazionali dallo strapotere di altri paesi, invece noi no, abbiamo la stessa lingua. Certe volte penso che l'unica cosa che ci potrebbe difendere dagli Stati Uniti sarebbe il fatto di diventare una nazione francofona!
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==