DA UN PAESE DI IMMIGRATI Incontro con Michael Ondaatie a cura di Riccardo Duranti Sia che esplori un mito del Far West (T he Collected works of Billy the Kid) o ricostruisca, romanzandola, la storia della propria famiglia nella . Ceylon anteguerra (Running in the Family), Ondaatje infonde passione e spessore ai dati sedimentati nella realtà e nell'immaginario. Addirittura in Coming through Slaughter, forse il suo capolavoro, lo scrittore riesce a evocare da una vecchia foto sbiadita e da alcune testimonianze orali, la figura d~l trombettistaBuddy Bolden, un dimenticato pioniere del jazz, la . cui carriera artistica presenta affascinanti analogie con quella di Dino Campana. Ed è l'atmosfera stessa della musica della New Orleans dei primi del Novecento ad insinuarsi nel ritmo narrativo dell'opera e a permeare di sé l'ambiente e i personaggi finché il protagonista rivive davanti agli occhi del lettore col suo carico di amore e follia. Il linguaggio trasferisce intatta l'emozione che il narratore ha provato nell'inseguire un'eco quasi altrettanto_labile delle note di una tromba mai udita. InN ella pelle del leone, appena uscito da Garzanti, Ondaatje prosegue la sua esplorazione del passato scavando per la prima volta nella sua terra d'.elezione, un Canada inedito. In una metropoli in fieri, Toronto, un assessore ai lavori pubblici insegue un suo sogno urbanistico costruendo ponti e acquedotti".Attorno a questo sogno, divenuto realtà e documentato negli archivi cittadini, coagulano una serie di personaggi di cui non c'è traccia nella storia ma che noi, grazie a Ondaatje, abbiamo il privilegio di conoscere in carne e ossa: Patrick Lewis, il narratore, che ha lasciato lo sconfinato territorio dei boschi canadesi per inurbarsi accanto al variegato mondo degli immigrati che stanno edificando la metropoli che li opprime; Clara e Alice, le due attrici che ama~Nicholas, prima operaio funambolo poi panettiere, ma sempre provvidenziale; Caravaggio, il ladro-artista; Arnbrose Small, il milionario che può permettersi l'estremo lusso di scomparire e infine Hana, la ragazza a cui Patrick racconta questa drammatica leggenda contemporanea. Michael Ondaatje è nato nello Sri Lanka nel 1943. Trasferitosi con la famiglia prima in Inghilterra nel 1954 epoi in Canada nel 1962, ha iniziato qui la sua carriera di scrittore, affermandosi ben presto per l'originalità e la forza delle sue opere. Ondaatje insegna al Glendon College dell 'Università di York e dirige, insieme a Linda Spalding, una combattiva rivista letteraria, "Brick". Abbiamo approfittato di un suo viaggio in Europa (l'edizione tedesca di In the Skin of a Lion sta rapidamente diventando un best-seller) per rivolgergli alcune domande. In tuttii tuoiromanzisembraesserciun interessecostantenei confrontidella storia, specialmenteverso quegli eventi o quei personaggichenonce l'hannofatta aentrarenellaStoriaufficiale. Sembriparticolarmenteinteressatoa riportareallalucegenteed episodichealtrimentiresterebberonell'ombra:fuorileggesemileggendaricomeBilly theKid,membridellatuafamigliaceylonese, un jazzista impazzito come Buddy Bolden, o una folla di immigrati,artisti, urbanisti nella Toronto degli anni Venti. Il metodocheadoperiperfar questocomportaunamanipolazione deidatistoriciattraversostrumentinarrativiepoeticie il risultato è che questipersonaggidimenticatiriacquistanovitae spessore individualee vengonocosìin qualchemodorisarciti.Accetteresti unadefinizionecome "documentariolirico"per questotuometodo di lavoro?Com'è nato? Non so bene come è nato, comunque quello che dici è esattamente quello che sto cercando di fare. Ho cominciato con quella che è forse la figura più pubblica, Billy the Kid, e da allora sono andato sempre più verso personaggi meno "storici". Bolden, per esempio, non molti sanno chi fosse e anche quando si parla di Billy the Kid in realtà, se ne sa pochissimo. Immagino che sì, mi interessa molto quello che è rimasto fuori dalla storia perché sono convinto 74 ..,., Foto di Basso Connorsa (Effige). che la politica, in un certo senso, non sia altro che storia catturata e la storia ci viene insegnata a scuola attraverso la vita di figure politiche che mi sembra siano le persone meno interessanti che esistano al mondo: milionari, statisti, gente che si è lasciata dietro una fortuna, un nome. Be', a me pare che siano tutti dotati di personalità piuttosto secondarie e perciò mi interessa molto di più la vita di un artista come Bolden o di un operaio come Nicholas Temelkoff: per me sono molto 0 più significativi ed eroici. Ecco perché sono sempre stato attratto da questo tipo di storie non raccontate, forse perché essenzialmente la cosa che m'interessa di più, nei libri, non sono tanto i grandi temi, quanto proprio i personaggi. Per me la personalità umana è incomparabilmente più sottile del tema della guerra o di quello del successo o, che ti posso dire, il tema'delle manie negli Stati Uniti e perciò sono attratto soprattutto da queste sottigliezze dei personaggi. Troppo spesso nei libri che leggiamo, specialmente nei romanzi storici, mi sembra ci sia una specie di ossessione a scrivere di personaggi storici che hanno avuto successo, che sono diventati figure pubbliche, cosa che, come ho detto, a me non interessa affatto: preferisco occuparmi di gente che in vita sua ha cercato di fare qualcosa e ha avuto uno sviluppo molto più complesso. Ho notato che anche se ti preoccupi _moltodi descrivere dettaglistorici,ambientaliepsicologicideipersonaggiconmolta accuratezza,ogni tantoinfilideglianacronisminei tuoiromanzi. Ho l'impressioneche in questicasi tu voglia lanciareuna specie
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