SAGGI/ ACHEBE re lo stessoprincipio. Dobbiamoperciò trovareun criteriofornito di un sistem1:1d'allarme che segnarosso ogni qualvoltacominciamo a tessere finzioni virulente. Un tale sistema di preavvisoè a portata di manoed è davvero molto semplice.Vi ricordate l'esempio dei bambiniche giocano, di come introducono il loropiccolo dramma dicendo"Facciamo finta"?Ciòchedistinguelafinzionebeneficadaparentimalefiche quali il razzismo è che la prima non si dimentica mai di essere finzionee l'altra non sa neanchedi esserlo. La finzioneletteraria non ci chiede di credere, per esempio, che il bevitore di vino di palma di fatto bevesse centocinquantabarili di vino di palma la mattina e settantacinque barili la sera, che affrontasse sul serio l'avventura così vividamente descritta nel romanzo o che fosse perfino esistito.E tuttavia la letturadi ·quelromanzoci spiega un saccodicosee influenzaradicalmenteil modoin cuinoi in seguito percepiamo il mondo. Le finzioni malefiche come la superiorità razziale, d'altro canto, non dicono mai "Facciamo finta". Fanno valere le loro finzioni come un dato di fatto e un modo di vivere. Coloro che accettanotali finzionisonopropriocome deipazzi,perchémentre una personasanapuò di tantoin tantorecitare unaparte, un pazzo la viveperennemente.Alcunitenderebberoa descriverele finzioni malefichecomemiti, maritengoche non siagiustificatoinsozzare così la reputazione dei miti. Preferirei chiamare le finzioni malefichecol loroveronome:superstizioni.Ma inqualsiasimodo le chiamiamo,è fondamentale tracciare una n'ettadistinzionefra la finzionebenefica e ognialtra insensatezzaarbitrariache emana da un'immaginazione malata.Guardare un mago e meravigliarsi della destrezza delle sue mani e del suo abile sfruttamento di trucchiotticiè qualcosadel tuttodiversodal vederloe credere che .i suoipoteri derivino da visitenotturne ai cimiteri o da letture del Sesto e SettimoLibro di Mosè.La finzionebeneficaoperaall 'interno dei limiti dell'immaginazione; la superstizionerompe quei confini e devasta il mondo reale. Abbiamotorto marcio quandopensiamo che l'egocentrismo sia segno d'intelligenza. In realtà è un atteggiamento .davvero stupido; è prova che ci manca l'immaginazione sufficiente per ricreare in noi stessi i pensieri che occupano la mentedegli altri, specialmentedi coloro che sfruttiamo.Un individuoche è insensibile alla sofferenza dei suoi simili è così perché gli manca la facoltà immaginativa di mettersi nella pelle di un altro essere umanoe vedere il mondo conocchi diversi dai suoi.La storia e la letteraturatraboccanodi esempi sulla correlazionefra indifferenza e mancanzad'immaginazione. Pensate alla signoraaristocratica che in una serad'inverno sene tornavaa casa nellasua tenuta e che vide, attraverso le finestre senza persiane di una squallida baracca, un ragazzo vestito di stracci che tremavaper il freddo. Mossada pietà disse al vetturino: "Ricordati quella ,capanna, perchéappenaarrivoa casavogliomandareaquelpoveroragazzo dei vestitipesanti". Quando,giunta a casa, si sedette davanti a un enorme fuoco scoppiettante,il vetturinole si avvicinòe disse:"Signora,per quel povero ragazzo..." "Oh,ma qui dentro è di nuovobello caldo," fu la sua risposta. Pensatealla regina di Franciaprima della RivoluzioneFrancese, cui fu detto che la gente non aveva pane da mangiaree che 72 rispose:"Beh, che manginobrioches." È opinionecomuneche la regina fosse un mostro senza cuore. Ma probabilmentenon era altroche una donnapateticae stupida che credevaveramenteche i francesi, in mancanza di pane, avrebbero potuto accontentarsi dellebrioches fino a_che fosseroriusciti a procurarsenedi nuovo. Il privilegio,capite,è unodeipeggiori nemicidell'immaginazione;esso stendeuno stratospessodi tessutoadipososullanostra sensibilità. Lo stesso smorzarsi progressivo di consapevolezza è oggi visibile tutt'intorno a noi a ogni•livello:personale, comunitario, nazionale e internazionale. Non molto tempo fa, a Lagos, ho assistitoa uno spettacolo impressionante sotto un cavalcavia da parecchimiliardi di naira. Un mendicante stava accovacciatoin mezzoalla strada e raccoglievaqualcosa con unaciotola,mentre le auto lo scansavanorabbiose da tutte le parti. Nell'avvicinarmi mi resi conto che quella roba biancastra che raccattava non era sabbiapura, bensì un miscugliodi sabbia e sale. Uil sacchetto di saledovevaesserecadutodaunfurgoneedessersispaccatoinquel punto, e lui era arrivato sul posto piuttosto tardi. L'amico che guidava mi disse: "Ecco un nigeriano che non è stato neanche sfiorato dal boom del petrolio." lo non riuscivo a credere alla gigantesca,quasi volgare,ironiadi quella scena:ilpontemoderno costatomiliardi sopra le nostre teste, un accattone che rischiava morte·istantanea per raccogliere sabbia in una ciotola per la minestra. Mi venne in mente una poesia che avevo appena ricevutoper la rivista"Okike" [Okike: AnAfricanJournal ofNew Writing fu fondata dallo stessoAchebe nel 1971con l'intento di raccogliereepromuoverelaproduzioneletterariaafricana. (N:d.T.)] intitolata L'avventura dei mendicanti: Vogliamocapitçiledirischio!Nonmendicanti/Capitalesociale complessivo/Non ilpiattino del 'elemosinai Non sbatacchiarlo!Non sbatacchiareil tuopiattino in questaeconomia. Più avanti, in un'altra sequenzadella stessapoesia, unmendicante focoso che, come molti a Lagos, vive preistoricamentein buchi di cemento sotto i nuovi ponti, diffonde questo invito: Vieniquinel vuotodellamiacoscienza!Timostreròunaodue cose/ Ti mostrerò lafoga del mio amore.ISai una cosa?!Posso anche darti dei bambini!Veri leader del domani/IProprio qui sotto il ponte/ Posso darti veri leader del pensiero. ,. Non credo che l'elegante Miss Nigeria avrà l'estro o Io scrupolo di esplorare le potenzialità di quell'incontro. Scanserà il volgaremedico e si affretteràsulla sua automobilecostosa verso unosterileappuntamentocon l'obeso Sig. CapitaleComplessivo. No, l'indifferenza al dolorenonè affatto segnod'intelligenza. La scomparsa Hannah Arendt mostrò grande acutezza quando intitolòil suo studio sullapsicologiadel totalitarismo La banalità del male. L'identificazione immaginaria è il contrario dell'indifferenza; è ilpiùintimosodalizioumano. È ungradinopiùsudellaregola d'oro: Fa' agli altri... La nostraconsapevolezzadi quel vincolo è il grandecementosocialecheunisceper davvero,e simanifesterà nella solidarietà,nella giustiziae nella lealtà. La mia teoria sugli usi della finzione è che la finzione benefica rianima l'intera gammadelle nostre facoltà immaginativee ci dà una percezione più nitidadella nostrarealtàpersonale, socialee umana.Unacosa piùpreoccupantedellealtrenelmaterialismofreneticocheperva-
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