DENARO E FILOSOFIA Incontro con Alfred Sohn-Rethel a cura di Helmut Hoge traduzionedi FrancescoCappellotti La ric~zio~e italiana di Alfred Sohn-Rethel (Parigi 1899 - Brema 1990) in un certo senso non è mai cominciata. Quello che fu scritto alla fine degli anni Settanta in seguito alla pubblicazione di Lavoro inlellettuale e lavoro manuale (Milano 1977) ed Economia e struttura di classe del fascismo tedesco (Bari 1978) era tutto meno che un esame rigoroso e critico del pensiero originale di Alfred Sohn-Rethel. Ci possiamo ora augurar~ che la sua morte (Brema, 6 aprile 1990) apra finalmente anche in Italia, come sta avvenendo in Germania, un'autentica discussione sul suo pensiero. E parliamo in questo caso dell'originalità del suo pensiero filosofico sottolineata in modo radicale dal frammento di lettera che Adorno gli scrisse da Oxford nel novembre del 1936 e che qui pubblichiamo. Sohn-Rethel non è solo un filosofo originale, ma anche un grande storico del nazionalsocialismo. Le indicazlorù da lui date nel suo libro dedicato alla struttura di classe del fascismo tedesco sono quanto mai utili e interessanti per fare i conti con quel famoso passato della Germania che non vuole passare. Dal punto di vista filosofico ed epistemologico sono due gli elementi fondamentali che devono essere sottolineati e che l'intervista con Helmut Hoge mette bene in luce. Il primo è il problema della fondazione di un'epistemologia materialistica della storia occidentale (come suona il sottotitolo della nuova edizione rivista e ampliata del Geistige und Korperliche Arbeit; Lavoro intellettuale e lavoro manuale, Weinheim 1989, pubblicata poco prima della sua morte) che partendo dall'analisi della merce di Marx ne fa una critica che permette il passaggio dalla critica dell' econorrùa politica alla critica della conoscenza sia della filosofia che delle scienze della natura. Il materialismo storico attraverso una radicale e chiara applicazione del suo postulato metodologico porta l'analisi della forma-merce fino al punto in cui, al di là degli specifici feticismi capitalistici, viene scoperto tutto il meccanismo della feticizzazione, cioè della genesi delle ideologie in rapporto ai caratteri della loro validità attraversò tutta la storia della cultura fino all'antichità greca e forse ancora più indietro. Il soggetto con le sue capacità conoscitive, con i suoi concetti e con l'apparenza di un intelletto proprio immateriale viene spiegato in termini storico-materialistici a partire da ciò che avviene nello sviluppo della società, non nella coscienza e non dalla coscienza o attraverso la cosoienzadegli uomini, ma in forza della causalità d~lle loro aziorù completamente sottratta alla loro coscienza, la causalità della seconda natura puramente sociale. Solo in questo modo, a mio.parere, è possibile uscire radicalmente dal marxismo-leninismo senza ricadere nel liberalismo e nel fascismo. Solo in questo modo è possibile far danzare i rapporti reificati al suono della loro melodia. Si tratta cioè di unire l'anamnesi della genesi con il problema della validità mediante la costruzione della logica a partire dall'essere sociale materiale nella ricostruzione dialettica del rapporto di sfruttamento. Il secondo punto che l'in'tervistamette a fuoco èla posizione di Alfred Sohn-Rethel all'interno della cosiddetta Scuola di Francoforte. Dai documenti che oggi cominciano a emergere e dalla lettura delle sue opere che via via vengono pubblicate appare chiaramente da una parte l'originalitàdel suo pensiero e dal!' altra l'influenza da esso esercitata in termini positivi e negativi su Adorno, Horkheu;ner e Benjamin. La nostra immagine della Scuola di Francoforte esce così radicalmente modificata dalla presenza di questo eterno outsider. La sua Soziologische Theorie der Erkenntnis (teoria sociologica della conoscenza), il cosiddetto Luzerner Exposédel 1936, come Jochen Horischha sottolineato, è un classico della filosofia degli anni Venti e Trenta che sta accanto in modo del tutto originale per la sua critica razionale della razionalità ai testi di pensatori quali Jtinger, Heidegger, Schmitt, Barth, Lukàcs o lo stesso Bloch. La grande teoria di Sohn-Rethel è stata sviluppata guardando alle crisi degli anni Venti, ma ha trovato la sua evidenza empirica dal crollo di tutte le certezze degli anni Settanta. Essa ha la forza dell'evidenza ex-negativo 60 nel momento in cui la fede nello scambio degli equivalenti e in una ragione vincolante è venuta radicalmente meno, ma non rinuncia né alla dialettica né alla speranza. (Francesco Coppe/lotti) Fotodi Gerald Zugmann. Adornoa Sohn-Rethel MertonCollege,Oxford,17 novembre19'36 CaroAlfred,pensodi nonesageraredicendoLechelaSua letteraha significatoilpiùforte sconvolgimentointellettuale che ho provato sul pianofilosofico dai tempidel mioprimo incontro col-lavoro di Benjamin... Questo sconvolgimento registra... laprofonditàdi unacorrispondenzacheva incomparabilmentemoltoaldi làdi quantoLei ediostessoabbiamo potuto sospettare.(...) E soiola coscienzadi questacorrispondenza,...cheessenzialmenteconsistenellatraduzionecritico-immanente( = identificazionedialettica)dell'idealismonel materialismodialettico, nella conoscenzache la verità non è contenutanella storia,ma la storianella verità;e nel tentativodi unastoria originariadellalogica-solo questastraordinariacorrispondenzacheè anche una confermami impediscedi chiamare il suo lavorogeniale.(...) InutiledirLequantosiavivodaallorainme il desideriodi incontrarLa. CosìdovettesentirsiLeibniz,quandovennea conoscenzadellascopertadiNewtone vicevérsa.Nonmiprenda perpazzo. lo sonobencertooradel sensocheda lungotempo hodatoal mio lavoro,checioèci riescaconcretamentedifar esploderel'idealismo:nonattr~versol'antitesiastrattadella prassi (come pensa Marx) ma a partire dalle antinomie propriedell'idealismo.(...)
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