SCIENZA/ AMALDI dispositivi spaziali fu interamente responsabilità di Arianespace, la prima società commerciale di trasporti spaziali, fondata il 26 marzo 1980 da 36 grandi fabQricantieuropei nel campo delle industrie aerospaziale ed elettronica, da 13 grandi banche e dal CNES. L'ultima missione ESA (Giotto) verso la cometa di Halley venne messa in orbita da ArianeV 14, il 2 luglio 1985,dal Centro Spazialedella Guyana. Un'altra impùrtante organizzazione che vorrei menzionare è l'Organizzazione europea di biologia molecolare (EMBO):creata, attraversofasi successive, tra il 1962e il 1972.Questaorganizzazione comprende 17 stati membri e il suo laboratoriodi ricerca (EMBL) si trova a Heidelberg (RFI). Come esempio di successo puramente industriale di rilievo tecnologico considerevole, citerei la costruzione dell'aeroplano Concorde. 11suo progetto fu iniziato nel 1962, grazie agli sforzi congiunti delle industrie aerospaziali inglese e francese: per'la fusoliera, la Aerospace Company britannica e la Aerospatiale francese; per i motori, la Rolls Royce e la SNECMA. Questa realizzazione fu basata sulle técnologieusate nellacostruzionedei cacciamilitariFarley e Mirage.Il primo volo di prova si svolsenel 1969 e dal 1976 il Concorde vola regolarmente. Un contributoallo sviluppodelle capacità tecnichee scientifiche europee venne anche dal Comitato scientifico della NATO, formatosinel 1958in seguitoal riconoscimentodel ruolocruciale svolto dalla scienza e dalla tecnologia nel mantenere la forza economica,politica e miKtaredelle Comunità dell'Atlantico set-· tentrionale. Le attività di questo comitato sono un importante elemento di ciò che viene talvolta definito "la terza dimensione" dell'Alleanza nord7atlantica: la dimensione non-militare, che riguarda il mantenimentodi contatti fra gli Statimembri nel campo scientifico e tecnologico, e in quello dei problemi della società contemporanea. La politicaesterae ladirezionedelProgramma scientificosono stabilite dal Comitato scientifico della NATO, formato dai più eminenti scienziati di tutti gli stati membri e presieduto dal vicesegretario generale per gli affari scientifici e ambientali della NATO. Ilbudgettotaledisponibilenel 1984,peresempio,fudicirca 11 milioni di dollari, il 52,9%dei quali venne usatoper il programma di borse di studio scientifiche, il 22% per il Programma istituti di formazione secondaria e laboratoridi ricerca avanzatae il 13,7% per il Programma di borse di studio di ricerca ecc. La mia presentazione, per quanto rapida e incompleta, è sufficientea dare un'idea dellosforzocomplessivo fattoinEuropa nel campo scientifico e tecnologico. Le organizzazioni che ho menzionato sopra vanno da quelle abbastanza grandi a quelle piccole, dal punto di vista sia dei fondi a loro disposizioneche del numerodi personecoinvolte.Sfortunatamentela loroefficacianel raggiungere gli obiettivi istituzionali proposti è stata diversa da caso a caso, senza rapporto con la grandezza dell'organizzazione stessa. In parecchi casi l'efficienza è stata molto buona, mentre in altri i risultati sono stati decisamente inferiori alle aspettative. Un'analisi dettagliata di tutti questi esempi negativi mostra che l'insuccesso non era mai dovuto alla difficoltà intrinseca dei problemida affrontareo alla scarsacompetenzadel personale,ma ad altri fattori come: a) scarso impegno da parte di alcuni degli stati membri che a 56 volte, di frontea progetti particolari,brillanti e promettenti,preferivano affrontarli come parte del loro programma nazionale anziché come parte dello sforzo comune europeo; b) la presunzione di alcuni governi della propria superiorità tecnologica,accompagnatada una forte riluttanza a condividerne i benefici con gli altri membri dell'organizzazione; . c) il desiderio di alcuni governi di trasferire all'organizzazione europeaunprogetto giàiniziatocomeprogettonazionalemache stava diventando troppo costoso o non era stato pianificatobene, o tutt'e due le cose insieme; . d) unaburocrazia troppopesantee complessa all'interno delle Organizzazionieuropee, che provocava sprecodi fondidisponibili in un programma di attività troppo vasto. Queste critiche naturalmentedevono essere intese solo come promemoriadi ciò che si dovrebbe cercare di fare (o di non fare) in futuro. Parecchie organizzazioni europee hanno lavorato in maniera molto efficiente fin dall'inizio; altre, partite male, in seguitosi sonomesse in sesto. Inoltrenon dobbiamomai dimenticare che nell'Europa occidentale, meno di cinquant'anni fa, alla maggior parte dei bambini si insegnava ancora a credere che i popolial di fuoridelle frontieredel loropaese eranobrutti e cattivi. 3. Corsa al riarmo e controllo degli armamenti La corsaagli armamenti e il suo controllo è un argomentocosì ampioe difficileche ogni tentativodi riassumerloinun d!scorso di ragionevoledurata è certamente inadeguato e parziale.E còmunque un bene che, tra il 21 e il 25 ottobre 1985, si sia tenuto a Castiglioncello,vicino a Livorno, un incontro internazionalesul tema "Armi nucleari e controllo degli armamenti in Europa", organizzato dall'Unione scienziati per il disarmo (USPID). Era presente un centinaio di persone, provenienti dai paesi dell'Europa occidentale e orientale, dagli USA, dall'URSS ecc., molti dei quali sono esperti riconosciuti in questo tipo di problemi. Il Ministrodella Difesa italiano,G. Spadolini, avrebbedovuto presiedere una tavola rotonda sul tema "La difesa europea", ma all'ultimo momento non potè essere presente a causa della crisi dell'Achille Lauro. Venne sostituitodal Field MarshalLord Carver,cheera statoqualcheannoprimaCapo di StatoMaggioredelle forze armatebritanniche. "Il controllodegli armamentie l'Europa" fu il tema trattatoda F. Calogerodell'università di Roma, J. P. Holdren dell'università di Berkeley (California) e J. Baldauf, della RFT. Questo tema fu discussoanche da A. Handler-Chayes, R. Garthoff e J. Mendelshon, tutti statunitensi. Un'intera giornata venne dedicata al tema "StrategieDefense Initiative" (SDI), con discorsi di P. S. Brown del Lawrence LivermoreNational Laboratory ("Perché è importante la ricerca sulle armi difensive"), di P. F. Prilutski dell'Istituto di ricerche spaziali di Mosca, di J. Ruina del MIT, di S. Drell dell'università di Stanforde di altri. Dal meeting emerse che inEuropa e' è una fortepreoccupazione per il possibile uso delle armi nucleari tattiche. Il loro numero e i vari scenari presi in considerazioneper il loro eventuale uso in una guerra localevennero esaminatida P. CottaRamusinodell' universi là di Milano, e la fallacia delle concezioni strategiche sul loro uso venne mostrata da Lord Carver nel suo intervento sul "Ruolo militare e politico delle armi nucleari inEuropa". Qui di seguitomi baserò abbondantemente sulle osservazioni
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