SCIENZA, TECNOLOGIA E CORSA AGLI ARMAMENTI: PROSPEfflVE EUROPEE Edoardo Amaldi traduzione di Alberto Cristo/ ori Questo intervento di Amaldi fu pronunciato nel novembre del 1985 a Cambridge (MA) in occasione del simposio celebrativo del centenario della nascita di Niels Bohr, il creatore della fisica atomica quantistica. Fu poi pubblicato in volume nel 1988 assieme agli altri interventi tenuti al simposio (Neils Bohr: Physics and the World, a.e. di fl. Feshbach, T. Matsui e A. Oleson, Harwood Academic Publishers). Anche se alcune considerazioni sono inevitabilmente datate, soprattutto dopo i recenti mutamenti aEst, l'intervento ci è sembrato sigruficativoperché costituisce una riflessione disincantata sulle vicende che hanno condotto all'urutà europea, riflessione fatta da uno scienziato illuminato che fu in prima fila nella battaglia per l'unificazione dell~ ricerca scientifica in Europa. L'analisi dei motivi delle difficoltàjncontrate dai vari progetti di cooperazione scientifica europea è a questo proposito illuminante. Ci è sembrato un buon modo per ricordare questo grande scienziato scomparso nel dicembre dello scorso anno. (Emanuele Vinassa de Regny) 1. Introduzione Inparecchieconferenzetenutenel corso del 198~,e inparticolare nel discorso odierno del pr.ofessorMartin Shervin, è stata presentataun'approfondita analisidell~ideadi NielsBohrche tutte le applicazionidell'energia nuclearedebbano esseresviluppatein un mondo senza segreti e senzabarriere fra gli stati. Purtroppo le opinioni di Bohr non portarono a nulla quando, nell'estate del 1944,egli leespresse a Churchille aRoosevelt, cosìcomequando leriespose,in formapiù completaedelaborata,inunaletteraaperta alle NazioniUnite, nel 1950. · La produzionedi armi per la distruzionedi massa è continuata in tuttigli annipassati in unregimedi segretezza;oggi la corsaagli armamenti,soprattuttodapartedellesuper-potenze,hadatovitaad arsenali nucleari di dimensioni incredibili,pazzesche. Se Bohr fosse ancora vivo oggi e potesse rinnovare le sue proposte,modificandoleper tenerconto degli sviluppidella situazione, sicuramenteavrebbe poche probabilità di essere asèoltato. Malgrado questo disinganno, però, l'idea di un "mondo aperto", così comeconcepitada NielsBohr, era, ed è ancora,di fondamentale importanza, e dovrebbe essere una meta che l'umanità deve cercare di raggiungere in futuro. Lo sviluppo economico dei paesi più avanzati sembra essere ampiamentecondizionato dal loro potenziale scientificoe tecnologico, o perlomeno a esso correlato, il che a sua volta ha quasi sempre, prima o poi, ripercussionidi caratteremilitare. Lapoliticadella segretezzafavorisceinevitabilmentele tecnologie di interesse militare. In difesa di questo atteggiamento, si affermaspessoche tutte le tecnologiemilitari hanno conseguenze che interessanola vita civile. In un"mondo aperto" lacorsaagli armamentisarebbeautomaticamenteevitata e lo sviluppo tecnologicosarebbenaturalmente orientatoa scopi civili e finalizzatoal miglioramentodellecondizioni di vita dell'umanità. Nel mio contributo a questodibattito, vorrei esaminarealcuni aspetti storici del rapporto fra scienza e .tecnologiada una parte e còrsa agli armamenti dall'altra, nello scenario dell'Europa occidentale, a partire dalla Secondaguerramondiale. Nella seconda parte del mio intervento, dopo questa introduzione, darò unprofilodelleprincipaliorganizzazionichesonostate create in Europa per affrontare i problemi della ricerca nei vari Edoardo Ama Idi. campi scientifici e tecnologici subito dopo la guerra. Nella terza parte,cercheròdi affrontareilproblemadella corsaagliarmamenti dal punto di vista degli europei. Per raggiungere questo difficile obiettivo,mi riferirò ampiamentealle conclusioniemersedurante un incontrointernazionalesu questo argomento svoltosi recentemente in Italia. In questa sezioneparlerò anche dell'Iniziativa di difesa strategica (SDI) proposta dal presidente Reagan. Infine, nella quartaparte, farò riferimentoad alcuni sviluppipiù recenti, l'ultimo dei quali è il progettoEureka. Amo' di preambolo, ricorderòalcuni fatti di natura economica, ma che haqno considerevoleimportanza come premessaa ciò che diròpiù avanti, soprattuttonella secondaparte. Allafine della Secondaguerra mondiale, la situazionepolitica ed economica di tuttigli statieuropei sembravaseriamentecompromessa.Ilproblemacentraledella ricostruzioneeconomicadi questipaesi portògli StatiUnitia formulareunpiano di assistenza,chiamato"European RecoveryProgramme", ma meglionoto come "PianoMarshall", dal nome del suo promotore. Questo piano era subordinato alla condizioneche larealizzazionedell'assistenza economicadaparte degliUSAfosseportata avanticongiuntamentedaglistatieuropei. Sedicipaesi aderironoal PianoMarshall e nell'aprile del 1948 firmaronouna convenzioneper la cooperazioneeconomicaeuropea,checomportavala creazionedell'Organizzazioneeuropea per la cooperazioneeconomica (OECE). Nel settembre 1961questo organismo diventò l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppoeconomico (OCSE),che comprende, oltrea tuttigli stati dell'Europaoccidentale,moltialtripaesi comeCanada,Giappone, NuovaZelanda, Turchia e USA, per un totale di 24 membri. L'OECE era lo strumentoadatto alla realizzazionedel Piano Marshall,manonpoteva rispondereallenecessitàpostedaUQapiù strettacollaborazioneeconomica fra gli stati europei, soprattutto fra i maggiori.Durante una conferenza stampa, nel maggio 1950, 53
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