Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

SAGGI/PDREMENT mature possano essere state qui le realizzazioni, il senso di schiavitù nel lavoro non è stato eliminato, ma solo soffocato ..." Va al cinema in un quartiere operaio, certo non per vedere il film, ma per osservare il pubblico. Infine lascia Milano per Bologna. Visita ~ologna in compagnia di un amico di suo fratello. Da Bologna non resiste ai treni che le si offrono per Ferrara e Ravenna. "Due città molto belle, dice a Posternak. Ti ricordi del Palazzo dei Diamanti? ARavetma - era giorno di mercato - anche della gran bella gente, particohµmente i giovani contadini. È una sovrabbondanza di grazie, quando la Provvidenza pone delle belle creature in mezzo alle cose belle. Si incontra ogni giorno, in questo paese, in certi uomini del popolo, una nobiltà e una semplicità nel portamento e nel tratto che strappano l'ammirazione". Ritornata a Bologna, di lì parte per Firenze. Già da qualche giorno a Firenze e quasi prossima a partire, scrive ai suoi: "Cara famiglia, credo questa volta di essere un po' in ritardo. È perché ho cambiato già tre volte la stanza e solo ieri ho potuto comperare dell'inchiostro. All' an1vo a Firenze, tutto pieno. Orribile camera a dodici lire, venticinque con pensione; ho preso la pensione per due giorni e sono stata proprio male. · Poi, camera a otto lire, ma senza luce e senz'aria; infine nuova camera a otto lire, decente questa volta, vicinissima al Duomo. Mangio nelle fiaschetterie: che nome e che cose stupende ..." Non le è piaciuto il Duomo, almeno l'esterno. "Confesso che, in un primo momento, il rivestimento df marmo bianco e verde mi ha fatto l'effetto della ceramica. Mi ci sono abituata, tuttavia continua a non piacermi. Mi piace il battistero e il campanile e San Lorenzo (soprattutto la vecchia sacrestia), Santa Maria Novella, e molte altre cose (in modo particolare i ponti sull'Amo). Finora ho soprattutto passato intere ore nella cappella Medici. Non mi aspettavo di riceverne l'impressione che ne ho avuto. È un'arte troppo commovente, come Beethoven. Non credevo che quest'Alba e questa Notte fossero così dolorose, un risveglio e un sonno da schiavi, per i quali la vita è troppo amara. L'Alba ha rievocato vivamente i miei risvegli di operaia in rue Lecourbe. Quando son là non sento il bisogno di andare altrove per vedere altre cose. Tuttavia sono stata fedele all'appuntamento che avevo preso col Concerto del Giorgione alla galleria Pitti. (Non so chi sia stato quell'idiota che l'ha attribuito al Tiziano; chi trova in Tiziano degli adolescenti ermafroditi come quello che ascolta e degli sguardi lontani corrie quello dell'uomo col clavicembalo?)". Benché abbia orrore dei musei, non ha saputo resistere agli Uffizi. "Vi ho trovato il Cavaliere di Malta, che mi ripromettevo di vedere da molto tempo (a Parigi non c'era) e l'Annunciazione di Leonardo (ché c'era). C'è un mucchio di Tiziani bellissimi. La sala Botticelli è impressionante, soprattutto la Primavera. Ma niente di tutto questo, ne;mche da lontano, vale i Concerto." Si è innamorata del Perseo di Benvenuto Cellini e soprattutto delle figure scolpite sotto. ("la vergine nuda che dice: Ut vincas clipeum do tibi casta soror; il meraviglio~o genio che spicca il volo senza ali ...") Ha visto San Miniato di cui le aveva parlato sua madre. "Sì, 46 è delizioso. Ci sono, a destra, degli affreschi meravigliosi (una giovane santa in ginocchio avvolta nei suoi capelli biondi). Si canta (non molto bene) il gregoriano. Com'è bella Firenze di lassù, al tramonto! (...) Il Viale dei Colli è pieno di profumi che stordiscono, soprattutto con la visione di tutti quei pendii coperti di olivi..." È andata ad ascoltare Il signor Bruschino di Rossini. "Felice sorpresa: ci sono dei posti a sedere a quindici lire e anche dieci. È una specie di 'vaudevill~' musicato. Molto, molto grazioso". Ha anche sentito, per caso, un po' di musica d'organo, molto bella, a Santa Croce. La partenza si avvicina perché vuol essere a Roma per la Pentecoste per poter ascoltare, spera, musica religiosa. "Forse passerò qualche ora a Gubbio, perché c'è una festa (è là dove san Francesco ha ammansito il lupo)." Conta però di fermarsi ancora a Firenze al ritorno, dopo aver visitato Roma e l'Umbria. "È certo, dice, che io sono vissuta a Firenze in una vita d'altri tempi". Da Roma, scrive di nuovo ai suoi: "Eccomi a Roma da tre giorni e mezzo, e ho l'impressione di esserci da gran tempo. A Roma mi son sentita di casa più in fretta che nelle altre città dove sono passata. E pensare che avevo creduto che sarebbe stato il contrario. Forse è stato perché qui ho sentito, subito, della bella musica. Sono arrivata sabato verso mezzogiorno, ed ero contenta di avere una mezza giornata per cercarmi un albergo. Il tempo di tirar un po' il fiato, di comperare e studiare una pianta, di pranzare, ed eran già le due e mezza. Nel treno Milano-Bologna, un prete italiano (molto fine, un tipico prete italiano, che mi ha fatto capire delle cose molto interessanti sulla "Stimmung" perché, dopo avergli detto, come del resto penso, che a mio parere la destra finirà per trionfare in Francia, mi ha parlato con confidenza) mi aveva detto che a Sant' Anselmo, si poteva ascoltare del canto gregoriano. Dopo aver visto sulla pianta ehe per arrivare a Sant' Anselmo (Aventino) si passa per il Foro, il Colosseo, il Palatino, ho deciso di cominciare con l'andarci in ogni caso e a piedi. Lungo la strada, ho visto sui manifesti che ali' Adriano (che è succeduto ali' Augusteo come sala per concerti) c'erano la sera stessa dei canti religiosi del coro della chiesa cattolica greca di Zagabria (da non lasciar sfuggire se capita a Parigi!). Poiché il Palatino (con i nuovi scavi) era sulla mia strada, mi ci sono infilata e l'ho percorso tutto vagando tra le antiche rovine. (Effetto di grandiosità schiacciante.) Arrivata in fondo, niente uscita. Son dovuta ritornare fino al Viale Imperiale, poi rifare lo stesso camll)ino per le strade, il tutto sotto un sole bruciante e non senza imprecare contro la famosa Organizzazione. Arrivata a Sant' Anselmo alle sei, proprio all'inizio di una cerimonia liturgica molto impressionante che è durata un'ora. Lungo la strada mi ero fermata in alcuni alberghi che, però, erano tutti pieni. All'uscita da Sant' Anselmo (che è un puro gioiello di monastero benedettino proprio a strapiombo sul Tevere) sono andata all'Adriano (parte della strada in tram). Ho avuto appena il tempo di cenare e di andare al concerto (posto da tre lire). Cori meravigliosi, un po' tipo ucraino. Musica di compositori moderni, ma, evidentemente ispirata a temi liturgici antichi. Uscita a mezzanotte mi rimaneva da trovare dove dormire ... Attraversato di nuovo il Tevere, per fortuna ho finito per trovare un albergo,

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