quando ho alzato la testa, mi ha sorriso in un modo molto aperto e simpatico ...". Il giorno dopo il suo arrivo a Milano, va ad ascoltare l'Aida di Verdi alla Scala. Deve fare la coda e non riesce ad avere che un posto in piedi. "Mi ha fatto ricordare i tempi eroici dei concerti Colonne". Sulla musica di Verdi scrive ai suoi: "Musica gradevole, ma che, a dire il vero, io non _ammiro. Sempre un pochino ridicola". Ritorna alla Scala pochi giorni dopo per ascoltare L'Elisir d'amore di Donizetti. "Questo, veramente delizioso. Libretto molto spiritoso, musica di una grazia perfetta. Mi commuove molto anche pensare che Stendhal ha ascoltato con godimento questa stessa musica in questa stessa sala. (Molto bella, la Scala)". Questa volta aveva trovato posto a sedere. Aggiunge: "In fondo, in fatto di opere, a parte Wagner, non sopporto che cose umoristico-sentimentali (Rossini e Mozart sono fra questi)". (Le piaceva dunque Wagner a quell'epoca?). Trascorre anche una serata deliziosa al "grazioso teatro dei burattini di piazza Beccaria". "Darei cinquanta Aida per uno spettacolo come quello". Decide di prolungare il suo soggiorno a Milano, prima di tutto perché il tempo piovoso rende più gradevole la permanenza in una grande città piuttosto che il viaggiare attraverso il paese e poi perché, in fondo, non ha voglia di lasciare Milano. "Mi piace molto, molto. Senza dire poi che, a conti fatti, non vedo nessuna ragione seria per non passare la vita intera a Santa Maria delle Grazie, davanti alla Cena ..." Milano: Piazza Fontana negli anni '30 (Archivio Rizzali). SAGGI/PiTREMENT Scriverà a Posternak che crede di aver scoperto il segreto della composizione della Cena, dopo averla contemplata a lungo: "C'è un punto nella chioma del Cristo dalla parte destra, verso cui convergono tutte le linee che disegnano il soffitto e anche quasi tutte le linee che, da entrambi i lati, uniscono le mani degli, apostoli. Ma questa convergenza (leggermente sottolineata dall'arco della finestra che ha questo stesso punto come suo centro) esiste solo nello spazio a due dimensioni costituito dall'affresco, non in quello a tre dimensioni che bisogna cogliere. C'è dunque una duplice composizione( ...) e l'occhio, da ogni lato, è portato verso il volto del Cristo come per un incanto misterioso, non · percepito, che contribuisce a infondere alla sua serenità qùalcosa di soprannaturale ..." Pensa che Leonardo avesse un segreto e che questo segreto fosse una concezione pitagorica della vita. È felice di scoprire che c'è un suo ritratto (il "ritratto di un musicista") all'Ambrosiana, e ammira lo "straordinario soffitto a foglie" dipinto da lui al Castello. A Brera è colpita dal Cristo in prospettiva del Mantegna. Erra attraverso i sobborghi operai. "Ci sono a Milano, scrive a Posternak, dei paesaggi di sobborghi operai molto commoventi (almeno per me). Vi ho passato ore intere. lo ho il potere (pagato a caro prezzo) di leggere negli occhi di una squadra di operai che stanno per iniziare la giornata di lavoro o che l'hanno terminata. Ho avuto l'occasione di esercitarlo: era il giorno dopo l'annuncio ufficiale dell'aumento dal 10 al 12% di tutti i salari. (La stampa del giorno era tutta piena di testimonianze di gratitudine.) Ho letto, purtroppo, ciò che altre volte leggevo negli occhi dei miei compagni, ciò che anch'io portavo nei miei occhi nei momenti più dolorosi ... Per quanto 45
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