Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

SAGGI/WEIL ultimo degli afflitti e buon rimedio ...) Si capiscono meglio i versi "Caro ecc.", e il sentimento che queste statue esprimono se si pensa che Michelangelo stava lavorandovi quando ha dovuto lasciar tutto per accorrere alla difesa di Firenze (come Archimede a quella di Siracusa) e fortificare San Miniato contro Alessandro de' Medici; che è stato sconfitto e ha visto Firenze sottomessa per dieci anni a quest' Alessandro, che vi passava il tempo a comprare o violentare donne, fino al giorno in cui è stato assassinato. (È il soggetto del Lorenzaccio di Musset). A questo proposito, ho riflettuto molto sulla domanda che un giorno lei poneva (se i dittatori soffochino o favoriscano la civiltà). Firenze è stata più o meno ·una democrazia in senso proprio fino al 1378, data della rivolta dei lavoratori della lana. Dante, Giotto, Petrarca si collocano in questo periodo. Dopo la repressione della rivolta, i governi successivi sono stati più autoritari, ma sempre con lotte di partiti e libertà d'opinione. Machiavelli pone la fine della libertà d'opinione al 1466. Brunelleschi, Ghiberti, Donatello, Verrocchio, e tanti altri, e molti monumenti sanò del periodo precedente. In quel momento Leonardo aveva 14 anni, Michelangelo è nato 6 anni più tardi, Machiavelli nel '69. Lorenzo il Magnifico ha esercitato dal '69 al '92 un'autorità moderata dalle apparenze dell'eguaglianza repubblicana. Dopo la sua morte, le lotte di partito sono ricominciate, eFirenze non ha definitivamente smesso di essere una città che nel 1527. Solo (salvo dimenticanze) Benvenuto Cellini e il Firenze anni '30 (Touring Clu_bItaliano). 40 Giambologna sono del periodo che segue. E Galileo, ancora più tardi. Si può concludere, tutto sommato, che i periodi di slancio creativo, di ribollimento intellettuale, sono anche periodi di grande libertà e anche di discordie civili; e che in seguito a questi periodi solo un'autorità forte può favorire lo sviluppo, portando stabilità, costringendo il pensiero a concentrarsi e esprimersi per vie traverse; un fatto egualmente favorevole all'arte, che vive di trasposizione. Qui ho riletto con passione le/ storie fiorentine di Machiavelli. Ci sono passi più belli di Tacito, ammesso che questo sia possibile. Qui tutto sembra vivo. AMilano ho scoperto, dopo una o due ore di contemplazione, il segreto della composizione della Cena. (E mi sembrava non dovesse esistere nessun vero motivo pernon passare la vita in quel refettorio di convento.) C'è un punto sulla chioma del Cristo, sul lato destro, verso il quale convergono tutte le linee che segnano il soffitto, e anche, più o meno, quelle che collegano da una parte e dall'altra le mani degli apostoli. Questa convergenza (sottolineaci con discrezione dall'arco circolare della finestra, di cui quello stesso punto è il centro) esiste solamente nello spazio a due dimensioni costituito dal quadro, non nello spazio a 3 dimensioni che fa percepire. C'è dunque una doppia composizione, l'una nello spazio a 2 dimensioni, l'altra nello spazio a 3; e l'occhio è ricondotto da ogni parte verso il volto del Cristo tramite un'influenza segreta, non avvertita, che contribuisce a dare alla sua serenità qualcosa di sovrannaturale. Inoltre molte delle linee abbozzate dai movimenti degli apostoli (in particolare i due

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