Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

CONFRONTI Bambiniin vetrina, libridi adulti Giuseppe Pontrenioli Uno, sfregandone due tra di loro, ha scoperto che dentro c'era il fuoco. Un altro, sopra a una, voleva costruire la sua.Chiesae poi l'ha anche fatto, e quella è diventata quel che è. Certune le si usano a seppellire qualcuno; cert'altre a seppellire qualche cosa. C'è poi chi se ne serve, scagliandole, per difendere il diritto di vivere e di abitare la terra in cui è nato. Vicende consistenti, come è ben evidente; ma anche nel caso pedestre incui una- per piccolache sia - ti entri in una scarpa, per leggiadroche sia il tuo danzare, devi fare una smorfia e piegare la schiena, darle un po' d'attenzione e toglierla di lì. C'è poco da scherzare, con le pietre. E allora, forse, non è troppo casuale che la vita e lamortedi Iljùsa Snjeghirjov proprio attorno a una pietra continuino a ronzare: la pietra presso la quale poi Aljosa Karamazov - appunto Il discorsopresso lapietra - ricordando il bambino morto ai suoi compagni sigilia così il romanzo di Dostoevskij: "Sappiate dunque chenon c'è nulla di più alto, e forte, e sano, e utileper la vostra vitaavvenire, di qualche buonricordo, specialmentese recato con voi fin dai primi anni, dalla casa dei genitori. Molto vi si parla della vostra educazione, ma uno di questi buoni e santi ricordi, custoditosin dall'infanzia, è forse lamigliore delleeducazioni. Se l'uomo può raccogliere molti di tali ricordi e portarli con sé nella vita, egli è salvo per sempre. E quand'anche un solobuon ricordo rimanesse con noi, nel nostro cuore, anche quello potrebbe un giorno servire alla nostra salvezza." Essendo convinto che questo sia molto vero - e volendo aspettare ancora un po' prima di convincermi che abbia ragione Vonnegut - mi chiedo come potranno mai salvarsi i "bambini napoletani" di cui si parla nel sottotitolo di Io speriamocheme la cavo (a cura di M. D'Orta, Mondadori 1990).E dal momento che i temi che compaiono nel libro sono inconcepibilmente tutti anonimi, su quali "buoni e santi ricordi" quei bambini potranno custodire ,dalla loro infanzia, posso soltanto fare congetture. Congetture, beninteso, ricavate dai testi del libro e dalle vicende che il libro hanno accompagnato. In estrema sintesi: violenza, miseria, rancore, droga, danaro, camorra, disoccupazione, emigrazione, degrado, sfacelo, e tutto quanto altro di tragico vive il nostro Sud. A questo si aggiunga un "particolare": dei loro guai, delle loro tragedie, della loro ortografia e della loro sintassi martoriate,è stata fatta una tanto triste quanto redditiziaoperazione commerciàle; insomma, si è preso il nano e lo si è sparato col cannone. E Marcello D'Orta - il loro maestro, e quindi una persona alla quale sicuramente hanno voluto bene --:-h-'a- scritto trentasei righe di premessa al libro incui ha sostenutodi essere intervenuto "solo molto raramente per sbrogliare qualche frase". Dispiace che i molti entusiasti recensori non abbiano avuto qualche sospetto; eppure, per un timbro sostanzialmente omogeneo, per certe chiuse richiamantesi, per certi stilemi, almeno qualche dubbio avrebbe dovuto affacciarsi. A frequentare le scuole, a leggere sistematicamentequello che i bambini scrivono, o apensare per esempio a un librocome/ quadernidi SanGersolè (Einaudi), dove c'erano davvero voci diverse, qualche dubbio si sarebbe affacciato. Dubbio che sarebbe ben presto stato chiarito dallo stessoD'Orta, il quale, a uncertopunto, come senon esistessero netnmeno quelle sue affermazioni nelle striminzite trentasei · righe di premessa, ha dichiarato di aver fatto un montaggio, che i testi erano stati scritti da bambini di varie scuole, di chissà quali anni, che il libro insomma era suo. A un certopunto: cioè esattamente quando i genitori dei bambini, impressionatdi alle vendite del libro, hanno rivendicato per i loro figli i diritti d'autore. Altro che "buoni e santi ricordi", altrochesalvarsi;si tratteràpiuttosto di cercar di capire chi si debbatemeredipiù:chi ti usa e ti cancella o chi si ricorda di te soloquandoglisembrache tu possa fargli avere danaro? Io non lo so, chi traquestisi debba temere di più, ma - circa i ricordi, "buoni e santi",che quei bambini potranno custodire dalla loro infanzia- nonpossonon · fare un'ulteriore congettura: c'era un clima pessimo,un clima particolarmente nefasto, unclima schifoso. Il9ottobre1917Karl Kraus scriveva: " 'Risparmiate i bambini!' si leggesu tutte le strade della Svizzera. Al contrario i temi di tedesco,assegnatia scelta nella Kaiser Karls-Realschule di Vienna, III distretto, hannoquesti titoli: 'Una gita.' (...) oppure "Resistere!Riflessioni dopo l'ottava battaglia dell'Isonzo.' oppure 'Passeggiatautunnale. Quanto può il clima influenzare lo sviluppospirituale dell'umanità?' (...) oppure 'Destino umano, comesei simileal vento! (Goethe).' (... )oppure 'I miei pensieri davanti al monumento di Radetzky.' (...) Io non sarei in gradoneancheoggi di descrivere una gita o una· passeggiata autunnale,e mi sia di conforto la consapevolezza che neppure Goethesarebbestato capace di comporre un tema dalla sua citazione(...); quantopoi alla domanda, quanto il clima possa influire sullo sviluppo spirituale dell'umanità, si potrebbe rispondere al massimoche deve essere un clima schifoso, se ha portato l'umanitàascannarsi a vicenda per mangiare di più, ed i superstiti a rapinereciproche per morire di fame e lo stato ad impiccare le vittimeinvecedegli strozzini. In particolare però potrei accennare·soloa questo,che il nostro clima particolare è particolarmente nefasto,selosviluppo spirituale. deve essere giudicato non solo dalla situazione bellica, ma anche dal sistema idiota e deleteriodei compiti scolasticidi tedesco; sistemache, come capiscodaquestiesempi, non è mutato di un'acca negli ultimi trent'anni." (K. Kraus, Elogiodellavitaa rovescio, Studiò Tesi 1988).Enemmenonegli ultimi settanta, come si può vedere da esempi chequinonfarò, rimandando semplicemente all'indice del libro di D'Orta. Non è certo la prima volta che ci si trova di frontea una nefanda per definizione operazione commerciale;nemmeno èla prima volta che ci si trova di fronte a un documentosconfortante di nefande pratiche didattiche ben vive nelle nostrescuole; Foto di Luciano Ferrara. 3

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