Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

CONFRONTI Brasileantiromantico. I raccontidi Machadode Assis AminaDi Munno In occasione del primo "Carrefour des Littérature Europeénnes" tenutosi a Strasburgo dal 16 al 22 ottobre 1989, tra le altre iniziative, un omaggio a Elias Canetti è culminato con la lettura di un testo di Salman Rushdie dedicato al grande scrittore e soprattutto al suo romanzo Auto da fé. -L'intervento di Salman Rushdie (pubblicato su "La Repubblica"), interessante nella sua totalità, offre tuttavia, come vedremo, un particolare motivo di riflessione sulle parole d'esordio, che sono anche un singolare interrogativo: "Mi lascio coinvolgere-afferma Rushdie - in questa discussione domandandomi se faccio bene. Da quindici anni a questa parte, Elias Canetti è stato uno dei miei piaceri segreti; davvero voglio dividerlo conii resto del mondo? Temo di aver avuto sempre un debole peri' esoterismo e di essere perciò entrato a far parte, anche se indegnamente, della compagnia clandestina di scrittori dei quali la maggior parte dei miei amici non ha mai sentito parlare: Grimmelshausen, Machado de Assise, ancora fino a ieri,' Elias Canetti". Ebbene, Machado de Assis, una delle maggiori glorie delle lettere brasiliane, è davvero così sconosciuto fuori dai confini patrii?No, non lo è decisamente, e non a_tutti coloro ai quali è capitato di accedere all'universo creato dalla sua parola è stato facile sottrarsi al piacere di "dividerlo con il resto del mondQ". E tanto più straordinario appare ilmicrocosmo machadiano quanto più si presti fede al dire di un altro grande scrittore e saggista quale fu Mario de Andrade, secondo cui Machado avrebbe raggiunto il punto più elevato dell'espressione artistica nazionale con il supporto tecnico di "settanta parole": "Era proprio quello strumento di settanta parole, maneggiato dai vecchi classici, che lui adottava ed elevava al massimo della possibilità accademica dell'espressione colta dell'idea". In Italia Machado de Assis è noto soprattutto per i suoi romanzi, più volte tradotti. Dei centosettantotto racconti da lui scritti con varie destinazioni e poi riuniti in volume (Contos jlumi.nenses, l989;Històriasdameia-noite, 1873; Papéis avulsos, 1877-82; Històrias sem data, 1884; Vàrias històrias, 1986; Pàginas ;ecolhidas, l989;Relìquiasdecasavelha, 1906),pochi finora sono stati quelli proposti al lettore italiano. Eppure proprio nella misura della narrazione breve Machado de Assis fissa lo spazio ideale per la descrizione del paesaggio dell'anima, al di là di quello di una natura quasi esclusivamente urbana su cui tuttavia incombe l'azzurra presenza del mare. Pur inserendosi nella tradizione del racconto francese ottocentesco (Balzac, Maupassant, Stendhal, Flaubert) oltre che in quella della "scuola nazionale", di cui i primi modelli sono scrittori come José de Alencar e Joaquim Manuel deMacedo, Machado de Assis è antiromantico, nel senso che nel suo oggettivismo esasperato non c'è posto per la persona dell'autore .. Dalle sue storie è rimossa ogni sorta di autobiografismo a vantaggio di una minuziosa analisi dei personaggi, soprattutto delle figure feminili, e dell'affresco della società del "Segundo Reinado" che è la sua costante materia poetica e specchio della tragicommedia della vita. · Nel caso di Machado de Assis sarebbe pertanto rischioso cercare di risalire dal testo letteTario al contesto esistenziale; impossibile captare dell'uomo i difetti, le angosce e i turbamenti. Essi si desumono piuttosto da quanto Machado non dice, da ciò che egli occulta con sintomatico imbarazzo, disagio o paura come possibile conseguenza della malattia (l'epilessia), della sua condizione di povero o, per quanto possa stupire in un Brasile poco incline al razzismo, del colore della pelle. Ora, se i racconti appena editi in Italia (Machado de Assis, Storie senza data, Lucarini 1989) e quelli di prossima pubblicazione presso Einaudi non basteranno a gettare maggior luce sulla figura umana del grande scrittore, potranno forse contribuire a dare un'immagine meno parziale della sua personalità artistica. Il periodo di maggiore fecondità dell'autore, stimolata probabilmente dall'impegno della collaborazione fissa ai giornali presso i quali i suoi scritti uscivano a puntate (1882c1886), corrisponde anche a que,llodella maggiore per - fezione letteraria. I racconti di Machado si possono dividere convenzionalmente, secondo gli argomenti, in due grandi gruppi: da una parte quelli in cui spicca l'analisi psicologica e dall'altra quelli che poggiano sull'osservazione della realtà, una realtà ,in cui si frantumano i molteplici aspetti della vita. Ogni quadro cittadino per Machado de Assis si riassume nell' inter - pretazione dell'ambiente, della Corte, com' egli la chiamava, ossia della città di Rio de Janeiro, con i nomi delle sue strade e dei quartieri. Conviene però chiarire programmaticamente che, al di là di ogni schematica classificazione, dai racconti emergono tipi e caratteri che rivelano, attraverso i propri atteggiamenti, certi costumi dell'epoca. Machado de Assis· osserva, indaga, descrive, narra, con il sorriso dell'ironia, fatti, situazioni, aneddoti e bizzarrie del destino, capovolgendo spesso le verità dogmatiche della scienza e della morale. Così come nel celebre racconto L'alienista egli anticipa con formidabile intuizione il concetto di antipsichiatria, proponendo, per bocca di Simao Bacamarte, di dimettere i pazzi e di rinchiudere i savi nella Casa verde, nella Chiesa del diavolo Machado de Assis ironizza sulla falsa religiosità e bigotteria mettendo indosso al diavolo il saio benedettino e facendolo inneggiare ai vizi del mondo (superbia, lussuria, ozio, ira, invidia, frode, venalità e ipocrisia) come se fossero altrettante virtù. Con unapunta di sarcasmo il diavolo dice al Signore: "Molti corpi, che si inginocchiano ai vostri piedi .nei templi delmondo, portano le stesse crinoline che usano nei salotti e per le strade, i visi si tingono della stessa cipria, i fazzoletti hanno gli stessi odori, le pupille scintillano di curiosità e devozione tra il libro sacro e i baffi del peccato". L'ironia ancora è l'arma vincente del protagonista di uno fra i più bei racconti di Machado, quel Capitolo dei cappelli tutto giocato sull'impari .discussionetramoglie e marito sull'opportunità che lui indossi un cappello piuttosto che un altro. AMariana che "non disponeva di molte nozioni e non aveva letto altro che i soliti libri: la Moreninha di Macedo, sette volte; lvanhoe e Il pirata di Walter Scott, dieci volte; il Mot de l' Enigme di Madame Craven, undici volte", il dottor Conrado Seabra può controbattere con sofisticata erudizione: "La scelta di un cappello non è un'azione inconsulta come puoi immaginare, è retta da un principio metafisico. Non credere che chi compra un cappello eserciti un'azione volontaria e libera: la ver.ità è che ubbidisce a un determinismo oscuro. (...) Il principio metafisico è questo: il cappello è l'integrazione dell'uomo, un prolungamento della testa,un'aggiunta decretata ab aeterno, nessuno può cambiarlo senza subire una mutilazione. È una questioneprofonda a cui nessuno ha ancora pensato.Gli scienziati hanno studiato tutto, dagli astri fino aibachi o, per esemplificare bibliograficamente, da Laplace ... Non hai mai letto Laplace"? Dimostrazioni scientifiche e filosofiche d'altronde sono messe alla berlina in Racconto alessandrinoincuiduefilosoficiprioti,Stroibus e Pìtias, che sapevano anche di fisica, chimica, medicina e musica, fanno una scommessa sul la possibilità di inculcare il vizio del furto. "Infine, - .,._ _,RNArcOO ,.' ,... ~ h'\c.l\e. .o - ~' .... A~ 29

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==