Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

CONFRONTI a quella che è stata chiamata la "Burgess-Blunt-Maclean connection", ovvero il servizio segreto omosessuale inglese pro-sovietico,quantopiuttostoaun'areadi problematicaidentitàstoricadicui il suo vivere da omosessuale è la metafora più netta. · Recentemente abbiamo cominciato a rileggere con più cura il saggio orwelliano, soprattutto un passo emblematico in cui Auden è chiamato in causa per la sua irresponsabilità politica quando nella lunga poesia del '37, Spain, scrive un.verso che dice: "La conscia accettazione di colpa nell'assassinio necessario". Il "necessario" che disturba Orwell Auden poi penserà da sé a rimuoverlo, proprio nel '40, ma intanto l'accusa orwelliana è partita: di determinismo marxista per l'uso di un aggettivo pronunciato da chi, come Auden, quando il grilletto sarà premuto sarà altrove e si nasconderà dietro le ferree gonne della storia. . . Il giudizio orwelliano è il contributo più solido a quel persistente mito degli anni Trenta, e del fallimento dell'impegno politico degli intellettuali marxisti inglesi in quel decennio, cui lo stesso Auden -con l'autocensura di cui s'è detto-collabora sostanziosamente. I passi più solidi di quelÌ'abiura saranno la scelta di emigrare negli Stati Uniti nel '39 e- io aggiungerei- la ricerca tenace, nella saggistica teologica degli anni della seconda guerra mondiale e nella poesia che l'accompagna, di una vera e propria çarta dei diritti di tutti gli estranei, di una difesa di libertà devianti. E stato detto che, secondo una di quelle polarità che .muovono la poesia audeniana fin dagli anni Trenta e che le danno l'andamento di "chiara espressione di sentimenti contrastanti", l' Auden americano sfugge all'accerchiamento ideologico che ne minaccia l 'integrità poetica e trova una libertà dallo stesso Eros movimentista del . decennio marxista in una sorta di"amore cristiano, Agape. È vero comunque che Auden vivrà la sua quasi quarantennale stagione americanaji.ngendosi, e non solo poeticamente, in un "paese del pentimento" in cui, sorprendentemente, l'espiazione non giunge se non in forma di un isolamento eccentrico (ne parlerà la sua poesia, da The Age of Anxiety, 1947, fino a City without Walls, 1969) e "ombre di sogno" (mi riferisco a voci astratte del libretto che Auden scrive nel 1940 su un gigante del folklore frontieristico americano, Paul Bunyan, per la musica di Benjamin Britten) recitano insistentemente: "Non avete idea di quanto sia noioso/ essere solo delle perfette nullità/ gl' idoli di una nazione democratica". In America Auden non avrà più storia, ma si ricostruirà la passata storia inglese con l'accanimento di chi recupera la parte di sé che più sembra che conti. Dice bene Edmund Wilson che l' Auden inglese scrive come un americano: le poesie diagnosticanti la nevrosi infettiva degli anni Trenta sono in questo senso profetiche e cospirative, l'energico avvertimento di una voce nel deserto rivolta ai pochi simpatizzanti che possono comprenderne il sovversivo linguaggio privato - la loro tormentata, fiduciosa paranoia è una qualità del solitario ego americano, non certo del rispettabile professionista inglese. Ma dopo che Auden va a vivere in America il suo stile diventa riconoscibilmente l'inglese da salotto: come se essendosi alienato per sempre dalla società dei suoi pari Auden voglia ora scrivere per loro. Lo farà dall'alto e insieme dal basso: usando cioè le risorse di un arsenale intellettuale dotatissimo anche se insistematico e insieme di un vero e proprio genio per la conversazione poetica frivolmente aforistica. Si può dire che è in questa stagione che Auden si rivela natura essenzialmente androgina: l'intelletto disciplinato, autoritativo, austero, e la volontà fluttuante, quella frivolezza quasi femminile, o lirismo da cigno morente - un poeta più a suo agio con quella che chiamerà "Dame Kind" (Donna gentile), "la nostra Ma"' che con "il nostro papà perduto, il nostro colossale Padre". È questa la stagione della scoperta audeniana della letteratura americana classica e della sua messa a profitto. Subtesttialmente essa è per Auden una carta dei diritti degli omosessuali: l' America attraverso la propria letteratura sogna un'appassionata fratellan22 za di sangue. Il twainiano Huck Finn, per esempio, che fugge alla fine del romanzo da una donna rapacemente generosa,_haavuto un'amicizia col nero Jim "molto più stretta", dice Auden, "di qualunque abbia goduto Oliver" (il dickensiano OliverTwist). L 'Ishmael di Melville è legatoemotivamente a Queequeg. Auden cita anche Whitrnan e la sua nostalgia di un compagno che accetti il suo amore e condivida la sua solitudine. Si tratta di un punto significativo: l'unione maschilè non dovrà essere familiare e costituita a matrimonio - Whitrnan non vuole un amante con cui vivere, ma un compagno di viaggio "on the road". In accordo con la rischiosa libertà esistenziale americana che Auden celebrerà in una prolusione del '40 allo 1 Smith College, e in accordo corde vicende promiscue della libertà omosessuale, questi rapporti dovranno essere provvisori e temporanei, non eterosessualmente finali come il matrimonio. Huck e Ishmael hanno una nonchalant infedeltà omosessuale nel loro abbandono dei loro fratelli di sangue: Huck lascia Jim, Ishmael dimentica Queequeg. "L'impermanen_za è un dato scontato" in ogni rapporto americano, dice Auden. E un paese che ha imparato dalla tenerezza omosessuale informale, opportunistica, di breve durata che troviamo nella famosa Ninnananna di Auden: Posa il tuo capo dormiente, amore mio, Umano sul mio braccio infedele. La fedeltà, dice Auden in questa poesia, termina a mezzanotte. Vorrei dire che l'America insegna a Auden come trasformare, anche retrospettivamente, incontri omosessuali di una notte in test esistenziali o in reminders teologici, specialmente appropriati all'America,.della fragilità e dell'imperfezione di ogni rapporto umano. A questo punto la storia di Auden entra forse in quella metaforica balena che per l'Orwell del saggio citato voleva dire naturale resa al flusso della vita ordinaria senza sforzate imposizioni di programmi ideologici. L'ultimo traghetto E qui Auden scompare, non muore- compie anzi movimenti spaziali che sono scelte di vita, e qui sarebbe lungo ricordarle. Riemerge come un eroe dei racconti di Poe di cui egli stesso dice che "non ha storia perché rifiuta di cambiare col tempo" o è "puramente passivo come l'io dei sogni; niente che accede è risultato della sua scelta personale, tutto accade a lui." Voglio dire che a un certo punto della sua traiettoria vitale è necessario che la storia rivendichi Auden, che egli appaia come un "sogno" della sua generazione. Non è forse vero che, come tutte le figure maggiori, Auden è sopravvissuto a quella generazione, fatta degli Spender, Day Lewis, MacNeice, Isherwood, etc.? - tutti virtualmente defunti se non morti come lui, patrimonio congelato di un'era dimenticata. È nelle parole recenti di un sopra"vissuto come lui, a lui legato non solo generazionalmente, Edward Upward, che Auden riappare come dopo una traversata d'Acheronte e poi tiscompare forse per sempre oltre l'ombra del tempo. Nel racconto di Upward, pubblicato nell'85 e intitolato At the Ferry Inn (Alla taverna del traghetto), Upward, che qui si chiama Arnold Olney e vive nell'isola di Wight dove Upward nella realtà vive, riceve una visita

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