Linea d'ombra - anno VIII - n. 51 - lug.-ago. 1990

__________ IDIIIElu-111[11 _________ _ sono le mie emozioni, le mie passioni, i miei dubbi. Tifai, per esempio, affronta il tema della legge, fondamentale per regolare la vita della comunità. Ma al di là di questa legge c'è un uomo che diventa il protagonista del proprio destino. Un uomo che è solo proprio per questo e che, anche se nutre sentimenti nobili di amore e giustizia, non riesce mai ad arrivare fino in fondo, perché le sue passioni lo sviano, lo accecano, fanno sì che egli si sottragga alle regole accettate e sofferte da tutti gli altri. Il suo è un itinerario egoistico, anche se la sua molla è l'amore. In effetti Saga non lotta contro l'ingiustizia delle leggi, ma lotta per riavere la sua donna. Anche quando torna al villaggio per rivedere sua madre che sta morendo, non considera àssolutamente il problema che causerà al fratello, disonorandolo irrimediabilmente. La gente fatica a leggere la storia in questa chiave, perché si lascia prendere dall'ambiente africano, dalla storia d'amore e non si sofferma sulla filosofia del film. Questo vuol dire elle tu con.danni ilprotagonista e la sua lotta? Allora Tilai è unfilm elle non lascia spazio alla speranza? Qual è il messaggio finale? Io credo che non ci sia speranza se l'uomo non cambia in funzione del gruppo. Ogni comunità ha le sue leggi, forse in parte ingiuste, comunque indispensabili per garantirne il funzionamento. Il fatto che tutti le accettino crea un equilibrio e nessuno può permettersi di cambiarle seguendo il proprio impulso. Occorre una presa di coscienza collettiva, solo così si può arrivare a dei risultati ... Anche in Francia è la stessa cosa. Voteremo presto contro il razzismo, bisogna creare leggi che impediscano gli eccessi, leggi giuste che difendano le minoranze. Ma anche in questo caso non si potrà improvvisare, occorre prima che ci sia una presa di coscienza collettiva su questi problemi da parte del popolo francese ... Io credo nella tolleranza e nella solidarietà, senza di questo l'uomo è un disperato nella sua solitudine ... Tornando a Tilai, ancora una volta sei stato criticato per essere ricorso a un' équipe mista, con una netta maggioranza di tecnici europei. Dicono che in questo modo non collabori a formare tecnici africani per il cinema di domani ... Mi sono proprio rotto di questa storia! Prima di tutto il mio ruolo non è quello di formare gli altri. Io sono innanzi tutto un regista: non rappresento la coscienza del mio popolo, non mi devo assumere le funzioni del governo, sono solo un uomo che ha voglia di esprimersi. Mettiti nel caso di un pittore che ha voglia di dipingere e che ha bisogno delle tele, dei colori. Se nel suo paese non trova ciò che gli serve, va' a cercarlo altrove, non è che si metta al telaio per tessersi le tele. Io sono africano, certo; il cinema è giunto molto tardi da noi, va bene, maio voglio imparare e voglio poter fare t:uttoquello chef anno gli altri. Il cammino è lungo e difficile: che gli altri affrontino le stesse fatiche che ho affrontato io, perché no? Se non ci sono tecnici formati nell'Africa di oggi, non vedo perché dovrei rinunciare a fare cinema ad alto livello.L'arte è questione di comunicazione, di sensibilità: è neutra, no~ ha niente a che vedere con il colore della pelle. E poi, se vogliamo soffermarci sul discorso della fonnazione, parliamo degli attori. Rasmane Ouedrao.goha recitato in n1ttie tre i miei lungometraggi, moltiplicando le sue esperienze, acquistando professionalità. In alto: ldrissa Ouedraogo. Sotto: uno scena di Tiloi con RasmoneOuedroogo e lna Cissé. Guarda la piccola Roukietou Barry: il talento che ha dimostrato di possedere in Yaaba si è pienamente riconfermato in Tifai e certamente altri registi le affideranno dei ruoli nei loro film. E poi guarda la lista dei tecnici: gli africani sono alla pari degli europei nei posti di maggiore responsabilità. Se mi vogliono attaccare lo facciano pure, ma un registanonsiponequestiproblemi. Io mi chiedo piuttosto: è venutobenequestofilm?Faonore alla mia gente? È triste se giro un film mediocre perché i tecnici che ho trovato sul posto non erano sufficientemente preparati. Ma se anche avessi fattoricorso solo a tecnici giapponesi perTilai, l 'unicacosa importante per la mia gente è che ho fatto un film, l'ho portato a Cannes e ho vinto. Loro oggi sono orgogliosi di me ed è questo che conta. Con questa coproduzione di diversi Paesi (Francia, Svizzera, Italia e Burkina) sembri aver trovato laformula che ti permette di girare con una certa disinvoltura, senza troppe costrizioni economiche. Di quanto è aumentato il budget rispetto ai precedenti film e fino a elle punto il risultato ottenuto è proporzionale al denaro che avevi a disposizione? YamDaabo è costato 1 milione di franchi francesi. L'ho girato in 16 mm e c'erano unicamente esterni-giorno. Per Yaaba avevo a disposizione 5 milioni, l'ho girato in 35 mm e ho sperimentato qualche notturno . . Tifai è costato 7 milioni, e certamente ho potuto filmare con maggiore libertà: penso che i risultati siano evidenti. Ma ci sono ancora cose · importanti da conquistare, senza le quali resta difficile per noi registi africani fare del buon cinema. Per esempio? Dovremmo avere almeno la possibilità di fare il pre-montaggio mentre si gira per poter controllare l'evoluzione del film. In Africa non abbiamo laboratori né infrastrutture e quindi non possiamo mai permettercelo. Quando poi vediamo le immagini stampate, non c'è più possibilità di cambiare e si prova un senso di frustrazione e impotenza tremenda. Mi piacerebbe anche poter dedicare più tempo alla formazione degli attori perché, anche se si lascia un grande spazio alla loro spontaneità e al loro istinto, ci sono dettagli precisi da sperimentare con calma in rapporto alla tecnica, al travelling e così via ...Epoi bisognerebbe moltiplicare ilnumero delle riprese per essere sicuri dì avere lo stesso piano anche su angolature diverse perché permette un miglior montaggio e dà più sicurezza ali' autore. Fino ad ora questo resta un sogno. C'è poi il problema della luce. Più si gira e più ci si rende conto che in Africa si assorbe un sacco di luce e anche con le persone è la stessa cosa: la pelle nera assorbe molta luce e paradossalmente non abbiamo mai abbastanza materiale. Il sole da noi cambia in fretta e si può lasciare poco spazio al caso ... Ultima domanda, obbligatoria: i tuoi progetti per ilfuturo. Non voglio aspettare per il nuovo film: devo battere il ferro firtché è caldo. La competitività è grande e non si può riposare sugli allori. Entro due settimane dovrò scegliere tra i vari scenari che ho pronti e poi andrò a battere alle porte di tutti quelli che mi hanno sostenuto finora. (Ride, divertito) Il cinema africano preme: c'è Cissé che deve girare, Duparc ha appena terminato le riprese del suo nuovo film. Si è affermato ormai un certo livello di qualità che ci sta aprendo porte importanti e al tempo stesso l'Africa si sta rivelando un incredibile serbatoio di immagini per gli europei, da Berto lucci a Depardon e tanti altri ..:Abbiamo tanto da dire: se gli altri amano i nostri paesaggi, i nostri colori, noi abbiamo da raccontare le nostre storie. Ma bisogna essere seri e lavorare duro perché quelli che hanno creduto in noi continuino a darci il loro sostegno. Non puoi dirmi nulla sulla storia che preferiresti realizzare nell' immediato futuro? Ce n'è una che mi piace moltissimo. Un uomo va a caccia con i suoi compagni e non torna più. Sua moglie partorisce e aspetta fiduciosa il suo ritorno. Quindici anni dopo la madre è diventata folle nella lunga attesa e la figlioletta parte alla ricerca del padre. Il film sarà l'itinerario di questa ragazzina fino a scoprire che il padre è stato sedotto nella brousse da una donna bellissima e appartiene ormai a un altro mondo ... 109

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