Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

■ 11•1'1111•1: ■ - ATROCSICHERZI , OWERO: lA VITAIMITAlA TIVU LuigiMonconi È ormai accertato: la vita imita la tivù. E non ci riesce nemmeno troppo bene. In sostanza - voglio dire - la finzione, il falso, la fiction risultano incommensurabilmente più autentici, credibili, palpitanti della vita reale, della quale dovrebbero essere solo una copia. Prendiamo il caso della beffa a Sandra Milo, definita dalla stessa tivù che ha mandato in onda le immagini del malore della conduttric ce con la medesima insistenza con cui ha replicato quelle del malore di Manfredonia o del grido di Tardelli ai Mondiali del 1982 - un "atroce scherzo". Atroce, d'accordo, ma perché scherzo? Siamo sicuri che non si tratti, piuttosto, dell'esito fatale del successo della trasmissione? Tutti i pomeriggi, Sandra Milo conduce il suo programma "L'amore è una cosa meravigliosa" e, un giorno sì e un giorno no, piange a dirotto in diretta: lacrimoni grandi così, labbra morsicate, singulti a stento trattenuti (o non trattenuti affatto). Tutto ciò per vicende vere, con personaggi reali che raccontano autentiche storie d'amore, ma in televisione! : dove ci si aspetterebbero s.olo trame di fantasia e personaggi inventati. Inevitabile che qualcuno possa pensare: e facciamola piangere, infine, per qualcosa di non vero, di posticcio, di televisivo, di coerente dunque col suo ruolo: dovrebbe soffrire meno, interpretare meglio la parte di Mater Dolorosa, lacrimare con garbo... Non è andata così, invece. Dal momento che tutta la tivù è tivù-verità, qualunque parola lì venga detta non richiede verifica. E il telefono assume l'autorità del notaio: diventa il Supremo Certificatore delle parole dette. Quello che sarebbe stato considerato, se ricevuto in casa propria, un ordinario (ancorché "atroce'') scherzo di pessimo gusto, diventa il Messaggio Autentico: non solo per gli asèoltatori, ·ma anche per chi conduce il programma. Si è conclusa, in tal modo, una tregiorni (67-8 gennaio) memorabile per la tivù italiana. Sabato sera, nel corso dell'ultima puntata di "Fantastico" (Rai 1), Alberto Sordi ha invitato il pubblico a "fare il mazzo" aMonica Vitti e ha poi guidato i presenti (e idealmente tutti gli italiani) a cantare in coro il nuovo "inno nazionale". Che fa così: "Ma dove vai, se la banana non ce l'hai? Bella hawaiana, attaccati a 'sta banana" (ha commentato Oreste Del Buono: "È seguito un ballo, anzi una serie di balli propiziatori per fare soldi in ogni modo. Oh, popolo italiano, entrato nella banda stretta, strozzatici ..."). Nello stesso fine settimana esordiva il nuovo programma di Raffaella Carrà (Rai 2): nella prima puntata, la conduttrice ha ricevuto in diretta gli auguri del presidente del consiglio Giulio Andreotti (a nome dell'intero popolo italiano, presumibilmente); nella seconda, gli auguri dell'ambasciatore sovietico (a nome dell'intero popolo russo, presumibilmente. Viene da rimpiangere la guerra fredda: meno pappa-e-ciccia, se non altro). Poi, domenica sera, "Chi l'ha visto?" (Rai 3). Qui il discorso deve farsi più attento: già altre volte si è detto quanto può essere ambigua e, forse, pericolosa una trasmissione che vuole suscitare la mobilitazione popolare intorno a qualcuno. Qualcuno che ha fatto perdere le proprie tracce: per ragioni che possono essere le più diverse e talvolta, le più rispettabili. Domenica 7 gennaio, col caso di Sandro e Sonia, protagonisti di una banale fuga d'amore già conclusasi all'ora d'inizio della trasmissione, si è toccato d'avvero il fondo: la trasmissione, prima affidata al modello "caccia all'uomo':, ha adottato il modello "psicoterapia familiare in dispense per edicola" (ovvero: i panni sporchi laviamoli davanti a quella grande famiglia che siamo gli italiani tutti). E così, la conduttrice, Donatella Raffai, al ritrovato Sandro che, incavolatissimo, manda tutti al diavolo, replica: "Non si può fare così, si deve sempre parlare ...". Dai, parliamone. In tal modo ci si dimentica che - grazie a quella trasmissione - una marachella adolescenziale è diventata l'evento cruciale della vita di due famiglie (e dei loro parenti, conoscenti, vicini ...). E a chi non verrebbe voglia di fuggire di casa per potere - una volta nella vita - mandare al diavolo, davanti aquattro milioni di spettatori!, un familiare odioso (e, insieme, la pensosa Donatella Raffai)? Ecco un altr9 caso in cui la vita è tentata, irresistibilmente, di imitare la tivù. Ma non finisce qui: il giorno dopo, lunedì 8, "Un giorno in pretura" (Rai 3) manda in onda le immagini di un processo peromicidio. L'imputato deve rispondere del possesso di alcuni oggetti che- secondo l'accusa- testimonierebbero delle sue intenzioni criminali. Altro è il loro scopo secondo l'imputato: il pugnale per esempio "serviva anche quello per la penetrazione nel corso di questi incontri". Gli "incontri" in questione erano quelli tra l'imputato e la vedova dell'assassinato: vedova indicata per nome e cognome e ripresa di spalle, ma anche di faccia (non si sa mai che ve la scordiate). Si dirà, ancora una volta, che i dibattimenti sono pubblici; e si dimenticherà, ancora una volta, che un conto è la possibilità di accesso e di controllo (che devono essere liberi, evidentemente), altro conto è l'esposizione di vittime e imputati alla curiosità di una platea casuale. Ameno che- anche in questo caso-non si tratti di un fenomeno di mimetismo. E che sia la tivù, stavolta, a voler imitare: non la vita che, a ben vedere, conosce maggiori pudori, bensì quei filmetti dell'orrore girati da registi italiani che imitano Dario Argento che imita Brian De Palma che imita George A. Romero che imita Joe Dante che imita Lamberto Bava che imita un qualunque rispettabile mostro come ce ne sono tanti .. ~ Novità Marsilio ~ Alice Oxman PRIMA DONNA «Checosadicanoleultùnepagineiononlodico, e sarestseciocchaidandarloa scopn·rseubito» (UmbertoEco) pp. 212, L. 24.000 Alessandro Tamburini NEL NOSTRO PRIMO MONDO La generazionde glioggettsimarriti pp. 192, L. 24.000 Paolo Barbaro · UNA SOLA TERRA Le radicdi isperseu:nasagaitalianatraEuropaeAmerica pp. 248, L. 25.000 Carlo della Corte IL DIAVOLO, SUPPONGO «Ilfascinodi unacreatursaconosciuta, di unacittàmaivisitata» (FedericFoellini) pp. 236, L. 25.000 Letteratura universale Adalbert Stifter TORMALINA a cura di EmiliaFiandra introduzione di MarinoFreschi La novelladell'angoscciaheanticipalapoeticakafkiana pp. 152, L. 14.000 Aleksandr S. Pullin L'OMBRA DI BARKOV a cura di CesareG. De Michelis UnaballataeroticadelgiovanePuskin inprimaedizionemondiale pp. 120, L. 12.000 Alain Corbin L'INVENZIONE DEL MARE L'Occidenteilfascinodellaspiaggila'e:voluzione di ungustoe di un costumetrailluminismeoromanticismo pp. 384, L. 45.000 Giovanna Scianatico L'ARME PIETOSE StudiosullaGerusalemmlieberatau:narisposta allacrisideologiceapoliticadelCinquecento pp. 226, L. 32.000 Gian Franco Venè CRONACA È STORIA DELLA MARCIA SU ROMA 1922g: iornopergiornolavitadegli taliani Nuovaedizione pp. 368, L. 28.000 Elémire Zolla VERITl SEGRETE ESPOSTE IN EVIDENZA «L'esoterico è bencelatoM. anelsenso chestabenein vistadovenessunose l'aspeita» Secondaedizione pp. 182, L. 22.000

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