Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

polizie,i semafori,gli ufficialidi statomaggiore,i portierid'albergo, gli impresari teatrali, i cavali~rid'industria gli oppongonoin nomedelleloro leggi.A un certopunto il reiettosfoderacomeper caso la sua carta vincente:si trovaal centrodi battaglievittoriose, guidafelicementenavigazioniincerte,realiu.a salvataggistrepitosi chelascianodi stuccoi suoiantagonistie gli assicuranolatenerezza delledonneamate.Tuttociò,naturalmente,nonloriscattadallasua radicaleestraneità,non Io induceneppurea una pallidaombra di sorriso.Per di più, nelmomentodel trionfo, il suo linguaggioresta fedele alla logica del paradosso che si adattava così bene alla sconfitta.Si veda l'ultima sequenz.adel Cameraman: la ragazz.a annunciaal fotografoche il suo servizio è statofinalmenteapprezzato e che al giornale Io aspettanoper fargli, come precisa la didascalia,"accoglienzetrionfali".Questedueparoledetenninano inKeatonunmeccanismodi spostamentoimmediato:sonosuperlativilessicalizzati,ormai,dallavitacorrente,maper luiriprendono il sensoletteraledell"'ovazione",che è dovutaagli eroi.Proprioin quelmomentoKeatone la ragazzasi trovanoinmezzoa unaparata militare:unafollaenormesi accalcaattornoa loro,gettavolantini, grida,applaudefuriosamente.EKeatonnonesita:rispondeagliap-, plausi con ampi gesti delle mani e del capo: nella sua economia dell'assurdo il deliriodella folla è destinatoa lui. Nonvi sono flessioninellapuntualitàdi questoscompenso.Il Buster Keaton in The Cameraman Iloe lo scimmia, 1928) . . , ♦ ' -••,•·•\ \ti~{.:·~Y. ._1.-,. .• :.j" IAGGI/IAMONÀ lietofinepuòcontenereesibizionidi stile simili a quelledella parte iniziale,puòripeterei gestie gli ingredientidelladisfatta;un'iperboleinseritainun filmd'ambientemodernopuòriprodursi,leggermente variata, in un film in costume; il Keaton miliardario (JX7 esempio, del Navigator) ha addosso, né più né meno, lo stesso palloredignitoso,l'identicaoperosità,la perseveranzadisperatae sconnessadel fotografo,del ferroviere,del piccoloattoreimprovvisato.Vistanel suo complesso,l'opera di Keaton(quella,vogliamo dire, che precede l'avvento del sonoro, giacchéla successiva fungeràsoloda testimonianzadi undeclinoprecipitosoe struggente),si rivelacome un sistemadi segni non menounitariodi quello che collega il ChaplindellaMutuaial Chaplindei lunghimetraggi dellaFirstNational;unsusseguirsi,appunto, di regolateconnessioni interne,cheavvicinanoipolianchepiùdistanti,cronologicamente, della sua arte: lo straordinarioattore trasformistadi Playhouse (1921),che già nascondenella satiradel "varietà"americanouna visionedissociatae ironicadelmondo.eilKeatondegliultimifilms, quellodel Cameraman edellaprima parte di Spire Marriage (1929), sobriostilizzatoredi se stesso,raffinato,ormai,e quasicompassato poetadell'assurdo.Tuttosisvolgecomeseguendo il filodiununico raccontonelquale,da un'operaall'altra, l'attoreaffrontapersonaggi e convenzionisociali smontandoe rimontandoognivolta il suo congegno(arrivonella cittào in un qualunqueorganismosolidoe dotatodi nonne, ricercadell'inserimento,inadeguateu.ae antagonismo.lietofine)con un disegnosemoreoiù nettoe rifinito. 83

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