STORII/BAGAffl Le nuove costruzioni degli alloggiamenti per i soldati avevano· ora un contorno dipiccole strade e piazzali circondati da siepi di bosso. Con lentezza la case-rmaaveva assunto l'aspetto di un piccolo paese. sempre a Flavio come stava "vivendo". Flavio veniva da un piccolo paese delle montagne dove tutti facevano gli armaioli e distillavano grappa di contrabbando. Anche lui era un artigiano di fucili da caccia di precisione. Appena arruolato gli avevano assegnato, naturalmente, l'incarico di telefonista. Non ne aveva fatto una malattia: era diventato abilissimo nei trucchetti con le linee militari. A volte telefonavamo con mezza Italia senza pagare neanche uno scatto di te eselezione. Era un grande trucco ma riservato agli amici. - E allora Prof, ti hanno incastrato benino stasera? - Ci hanno messo dell'impegno Flavione, rton c'è che dire. Hai fatto il famoso caffè? - Appena ora: lo sapevo che arrivavi. E c'è anche la correzione. - Versa pure allora. Hai sentito Max? - Sì, e anche il Rosso. Dice che ti porta la coperta"fra un'oretta, prima di andare a mangiare. - Perfetto. Tienila qui e poi la prendo stanotte. - D'accorpo. Prendi lo zucchero nell'armadietto. :- Notizie di Mezzolago? - Nulla, per ora. È ai circolo ufficiali. Beve. Appena si muove di lì me lo fanno sapere. - Questa è organizzazione. Il caffè è molto buòno: che grappa ci hai messo? - Fatta in C3$a.Roba di mio cugino, quasi alcool puro, contrabbando. - Tuo cugino non ci va per il sottile. In bosso: loto di Nazario Dal Poz; sopra: loto di Fabio Fonzo !Contrasto). - Vedrai che stanotte ti sembrerà acqua. Anzi, se la vuoi quando vieni per la coperta, te la lascio dietro il mobile al solito posto. - Bene. Ho un paio di bustine che mi ha dato il Rosso ma questa è altra roba. - Sigarette? - Abbastanza per ora. Comprerò un altro pacchetto allo spaccio dopo cena. Con questa pioggia non ci sarà molto da fumare. - E Pino? - È a scegliere la branda. - Be', senti: passare le nottate in questo buco, con il centralino che può suonare in ogni momento, è un vero schifo. Ma anche stare su quelle brande con una notte di pioggia così è una grande porcata. - E allora facciamoci un altro caffè. Riempimmo di nuovo le tazzine. - Salute! - disse Flavio. - Salute! Questa è una grappa fenomenale. - Vuoi fare qualche telefonata? - Hai un po' di scatti? - Non molta roba. Solo un paio a Roma e tre a Verona. - Potremmò_ chiamare Enrico a Roma. - Già, ma a quest'ora sarà fuori con la Stefi. - Se io avessi un tre più due di licenza non perderei molto tempo a gironzolare. - - E allora sarà meglio non disturbarlo comunque. - Sei'un gentiluomo Flavio! - Mica t~to: è solo che non voglio che mi ritelefoni alle tre di notte per vendicarsi. - Giusto, giusto - dissi ridendo, - Enrico lo farebbe proprio. - Vieni a mangiare? - No. Mi sono arrangiato un paio di panini e ·due birre. - È una dolce vita o no? - Basta organizzarsi. - E non scazzare. -Mai. - Mai. Ciao Flavio, 'ci vediamo dopo. Uscii dal centralino e andai a cercare Pino. Lo trovai seduto sulla branda; stava fumando e giocherellava con la catenella delle chiavi. , - Andiamo a mangiare? · - Sì, è meglio, non c'è molto tempo. - «ai detto a Valentini che ci piazziamo qui? - Già fatto. Nessun problema. - Bene. Hanno l'aria di due brande decorose. Hai scelto bene. - Speriamo. Uscimmo dal corpo di guardia e ci avviammo verso 1~mensa. - Hai gettoni? - chiese Pino. - Solo un paio, ti possono bastare? - Credo di sì. Continuava a piovere con forza e il piazzale era coperto di pozzanghere livide: la mensa sembrava un po' più lontana e quasi accogliente. Gli alberi erano lucidi come il ferro. Camminavamo a passo svelto, con la testa china verso terra e le mani in tasca. Potevo vedere le luci dei lampioni del piazzale che si riflettevano nelle pozzanghere, nell'acqua striata dall'olio dei motori scioltò sull'asfalto. - Hai fame? - Non molta Prof. Entrammo nella mensa. Alla porta, appoggiato alla finestrella che dava sul locale delle lavastoviglie, c'era il sergente Toppielli con la sua faccia grassa e paciosa, la divisa clùazzata di sugo ed 'unto, la barba lunga e un mozzicone di sigaretta spento in bocca. Toppielli era dello stesso paese di Pino, giù verso Caserta. Si salutavano sempre ma una volta Pino mi aveva detto che in realtà non lo poteva sopportare perché era un uomo 71
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