Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

IL GAROFANO Francis Ponge traduzione di Daniele Gorret Accettare la sfida delle cose al linguaggio. Questi garofani per esempio sfidano il linguaggio. Non avrò pace finché non avrò messo insieme qualche parola alla cui lettura o ascolto si debba di necessità gridare: si tratta di qualcosa come un garofano. Sta in questo la poesia? Non lo so proprio, e ha poca importanza. Per me è un bisogno, un impegno, una collera, una questione d'amor proprio, ecco tutto. Non pretendo d'essere poeta. Credo che la mia visione sia molto comune. Data una cosa -anche la più ordinaria-mi sembra che essa presenti sempre alcune qualità assolutamente particolari sulle quali, se fossero chiaramente e semplicemente espresse, ci sarebbe giudizio unanime e costante: sono quelle che cerco di liberare. Quale interesse nel liberarle? Far guadagnare allo spirito umano tali qualità, di cui esso è capace e che soltanto l'abitudine gli impedisce di far sue. Quali discipline sono necessarie per il successo di quest'impresa? Quelle dell'intelligenza scientifica, certamente, ma soprattutto molta arte. E per questo penso che un giorno una ricerca del genere potrà anche essere legittimamente chiamata poesia. Scorgeremo dagli esempi che seguono quali importanti sterri ciò presuppone (o implica), a quali utensili, a quali procedimenti, a quali ru- _brichesi deve o si può fare appello. Al dizionario, all'enciclopedia, all'immaginazione, al sogno, al telescopio, al microscopio, alle due posizioni dell'occhialetto, alle lenti da presbite e da miope, al gioco di parole, alla rima, alla contemplazione, all'oblio, alla volubilità, al silenzio, al sonno ecc. Scorgeremo anche quali scogli bisogna evitare, quali invece bisogna affrontare, quali navigazioni (quali bordeggi) e quali naufragi - quali cambiamenti di punti èli vista. È possibilissimo che non io non possieda le qualità richieste per condurre a buon fine una simile impresa - in nessun caso. Altri verranno che utilizzeranno meglio di me i procedimenti che io indico. Saranno gli eroi dell'intelligenza di domani. (Un altro giorno.) Cosa c'è di particolare, insomma, nell'ingenuo programma (valido per ogni espressione autentica) soienneinente esposto? Certamente solo questo, questo singolo punto: ... là dove scelgo come soggetti non sentimenti o avventure umane ma oggetti il più possibile indifferenti ... là dove mi pare (istintivamente) che la garanzia della necessità d'espressione si trovi nel mutismo abituale dell'oggetto. ... Al contempo garanzia della necessità d'espressione e garanzia d'opposizione alla lingua,-alle espressioni comuni. Muta opponibile evidenza. 1 Convinto: molto attaccato alla propria convinzione. Farfallini.farfalle.farfare: stesso termine di vacillare. Strappato: da un termine tedesco strappan. Tagliuzzare. Denti e dentelli. Panni. Crema, cremoso. Garofano: Linneo Io chiama mazzo perfetto, mazzo già fatto. Raso. Festoni: "Quelle belle foreste che stagliavano con un lungo festone mobile la cima di quei poggi ... Montaio: panna montata che a forza d'esser sbattuta diventa tutta una schiuma. Starnutire. Gazza e Giocasta? Davantino: appendice di mussolina o di pizzo. Stropicciare: sgualcire, far prendere pieghe irregol<1ri.(L'origine è un rumore.) Arricciare ( un tovagliolo): piegarlo in modo che formi piccole onde. Spiegazzare, nel senso di sgualcire, si confonde con pezza chevuol dire panno ed anche frangia, specie di felpa. Frange: etimologia sconosciuta. 2° Termine d' a natomia: piega delle membrane sinoviali. Tagliuzzare: ridurre a pezzetti, facendo diversi tagli. Tagliuzzarsi, farsi dei tagli. 2 Opporlo ai fiori calmi, pieni: ari, gigli, camelie, tuberose. Non che sia folle, ma è violento (per quanto molto serrato, raccolto in limiti ragionevoli). 3 In cima allo stelo, uscendo da un'oliva, da una morbida nappa di foglie, si sbocciola il meraviglioso lusso della biancheria. Garofani, questi meravigliosi panni. Come sono puliti. 4 A respirarli si prova il piacere il cui rovescio sarebbe lo starnuto. A vederli, quello che si prova a vedere i calzoncini, strappati a bei denti, di una ragazza che cura la propria biancheria. 5 Per "sbocciolarsi", vedi bocciolo. Vedi anche cicatrice. Bocciolo: ho visto, non bisogria avvicinare cima e bocciolo né sboccio lare nella frase, perché è lo stesso termine (di sbocciare, venir fuori). · 6 E naturalmente, tutto è soltanto moto e passaggio, altrimenti la vita, la morte sarebbero incomprensibili. Quand'anche inventassero la pillola da sciogliere nell'acqua del vaso per rendere eterno il garofano - nutrendo di sali 61

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