STORII/BINIT "Questo lo dirà al giudice, signor Gavilan. D'altra parte non si tratta tanto di raggiungere la sicurezza, quanto di scartare la possibilità del meno verosimile". "Per esempio, che uno colpisca alla tempia, a quattro metri di distanza, un uomo addormentato". "Addormentato, sveglio o morto. A sei, quattro o due metri di distanza". "Mi limito a ripetere quello che lei ha insinuato. Non li ho inventati io i quattro metri". "Signor Gavilan, prima di rinvenire il cadavere, andò a far visita al signor Baretto a casa sua dopo l'incontro per strada?" "No, assolutamente. Lo vidi solo in via Creo Alta e a casa sua quando scoprii il cadavere". "Conferma che la porta dell'appartamento era aperta?" "Sì, aperta, con il chiavistello appoggiato sullo stipite". "Secondo la sua deposizione di ieri, lei scoprì il cadavere attorno alle due e mezza di lunedì 20. E vero?" "È così". "Eppure lei quella stessa mattina si era già trasferito da Sanponce all'Hotel Levante di qui, il che dimostra che aveva intenzione di fermarsi in città. Come si concilia questo col fatto che lei fosse rimasto d'accordo con Baretto di fargli visita prima di partire?" "Pensavo d'andarmene il 21 mattina o al più tardi il giorno seguente, visto che non avevo trovato niente che mi piacesse. A metà mattinata avevo tutto il giorno davanti e pensai di invitarlo a pranzo. Questo è tutto". "Era armato?" "Come sempre. Gliel'ho già detto nella prima deposizione". "Non si servì della sua arma in casa di Baretto?" "Per niente. Perché mai avrei dovuto far uso della pistola?" "Devo avvertirla, signor Gavilan, che abbiamo trovato al suolo tracce di pallottola che potrebbero corrispondere al calibro della sua Walther PPK". "Non lo nego, ma mi pare che questa strada non la porti da nessuna parte. Sono tracce recenti? E in definitiva, la pallottola che ha provocato la morte l'avete trovata?" "Si vede che lei è perfettamente preparato per circostanze come questa. E quello che più mi sorprende, signor Gavilan, è proprio questa sua familiarità con gli indizi più solidi che accreditano l'ipotesi del suicidio. In effetti, la pallottola che ha causato la morte non corrisponde alla sua pistola, bensì a quella del defunto, una Parabellum calibro 38". "E allora?" "Allora, perché lei non avrebbe potuto sparare con la pistola del defunto approfittando del fatto che dormiva?" "Un uomo che dorme con la porta aperta e la propria pistola a portata del primo che entra per cacciargli una pallottola nella tempia. Le sembra verosimile, signor commissario?" "Si tratta precisamente di questo: gliel'ho già detto prima, ·dobbiamo indagare la possibilità dell'inverosimile. Ricorda quando sparò per l'ultima volta con la sua pistola?" "Lo ricordo molto bene, fu la settimana scorsa, nelle vicinanze di San Pedro de la Rapita. Passeggiando sulla spiaggia, dietro il porto, mi divertii a sparare contro dei gabbiani. Mi capita di distrarmi in questo modo, e illudermi di non perdere l'abilità nel tiro". 58 "Colpì qualche bersaglio?" "No, credo di no". "Si è chiesto durante questi due giorni perché la tratteniamo qui?" "Niente di più logico, e non lo dico per fare un complimento, che fermare la persona che ha scoperto il cadavere. Per altro, viaggio con i documenti in ordine e scrivo correttamente il mio nome nei registri degli alberghi". · "Questo è vero e, mi creda, non manca di sorprendermi. Non le nascondo che ho pensato di trovarmi di fronte a un uomo più astuto e scaltrito del normale. Di avere a che fare con un professionista, insomma. Perché deve ammettere che è ben strano che un giorno prima dell'assassinio o suicidio di Baretto passi da queste parti un vecchio commilitone, che non si faceva vivo da vent'anni, e vada a fargli visita all'incirca un'ora dopo la sua morte. A lei non pare insolito? Non ci sono troppe coincidenze per non pensare alla cosa più inverosimile?" "Non lo so. Per strane che siano, risultano più verosimili di tutto quello che lei ha insinuatò. Inoltre, si direbbe che mi stia invitando a partecipare àl compito che spetta soltanto a lei e che, a quanto capisco, tenderebbe a indicare la mia colpevolezza. Comprenderà che non intendo prestarmi a questo gioco; questa sì sarebbe la cosa più inverosimile, non le sembra?" "No, forse no". "Non riesco ad afferrare dove vuole arrivare adesso". "Solo questo, signor Gavilan: la sua collaborazione per chiarire un buon numero di coincidenze e punti oscuri potrebbe alleviare le dimensioni del crimine di cui può essere a suo tempo accusato". "Onestamente, non riesco a seguirla". "Eppure è abbastanza semplice: la sua presenza qui, i suoi rapporti col defunto e la sua visita nel giorno stesso e quasi all'ora precisa della morte si possono spiegare in modo molto più soddisfacente di quello da lei proposto e se si rifiuta, per il momento, di farlo è perché in tutto ciò ha qualcosa da nascondere. Si sono prodotte due serie concatenate di fatti che potrebbero essere indipendenti, ma che molto probabilmente hanno invece un rapporto diretto di causa ed effetto: una è la sua presenza qui e i suoi legami con Baretto e l'altra è la morte di questi; così come quest'ultimo evento ha messo allo scoperto la prima serie di fatti, se essa non viene sufficientemente chiarita le si può imputare la responsabilità di detta morte. Perché, mi dica, se anche Barello si fosse suicidato, chi ci dice che non sia stato lei a indurlo od obbligarlo a tale gesto? Che la sua presenza qui non gli lasciasse altra via d'uscita se non spararsi alla tempia?" "Ha qualche prova del potere che dovevo avere io per giungere a tanto?" "Questa è un'indagine che andrebbe a far parte a suo tempo dell'istruttoria. Ripeto che riguar(ja il giudice. La nostra incombenza si riduce per ora a decidere se l'istruttoria deve procedere in quella direzione o per una pista totalmente diversa. Quindi mi dica, signor Gavilan, che è venuto a fare qui?" "Sono venuto a studiare la possibilità di affittare un appartamento per l'estate". "Non si senta troppo sicuro con questo pretesto. Ma torniamo a dov'eravamo prima; giacché non la sorprende che la tratteniamo
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