Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

OBITERDICTUM JuanBenet a curadi DaniloManera JuanBenet(Madrid, 1927) si guadagnò una stima mipori- . taria, ma importantissima di scrittore sperimentale negli anni Sessanta con la raccoita di racconti Nunca llegaras a nada (1961) e il romanzo Volveras a Regi/m (1967). Suoi capolavori si considerano Una meditaci6n(1910), Unatumba (1971), Un viaje de invierno (1972), Saul ante Samuel (1980) e la saga in più libri ambientata durante la guerra civile Herrumbrosas lanzas, cui lavora da alcuni anni. La narrativa benetiana si basa su una sottile disgregazione degli elementi tradizionali del racconto, che si trasforma in poema testuale capace di una sbalorditiva raffinatezza nelle descrizioni, ristagna in monologhi, si cristallizza in architetture linguistiche cesellate fin nei più remoti dettagli (ma in un prosperoso ca.stigliano, senza plurilinguismo e manipolazioni), con una sintassi a tratti esasperata e tortuosi af- .fondi psicologici. Una delle caratteristiche peculiari dei testi è poi la loro natura di stralci, che presuppongono un prima e un dopo che rimangono ignoti. Le vicende sono al più spesso quelle inestricabili e in qualche caso spettrali della montuosa landa di Regi6n, territorio mitico della fantasia benetiana vagamente riconducibile a isolate zone rurali asturo-leonesi, immerso in un tempo incerto e barcollante attorno a un prolungato dopoguerra. Autore ormai leggendario nel suo Paese (se il Nobel di C. J. Cela era per la Spagna, avrebbe potuto andare tranquillamente a lui, o a Sanchez Ferlosio) dove viene chiosato e imitato con fervore, è.poco letto altrove, stante l'estrema difficoltà che s'incontra nel tradurlo. Il racconto che presentiamo, tratto dai Cuentos completos, Alianza, Madrid 1981, voi. II, pp. 197-210, dà ovviamente un'idea solo relativa della sua scrittura (che sa creare caratteri e situazioni oltremodo vari e rappresentare un'ampia gamma di passioni) e rimanda semmai ali a vena benetiana più leggibile, quella di El aire de un crimen (1980). Un esito in equilibrio tra le lucidissime ridondanze di Ùn'affabulazione incontenibilmente ingegneresca e il bisogno di non lasciare sempre il lettore in anticamera è il recentissimo En la penumbra (1989), che si dice non tarderà a uscire in italiano. Sembra infatti che il Nobel abbia infine risvegliato il sopito interesse delle case editrici per la ricchissima narrativa spagnola del Novecento, da noi trascurata del tutto inspiegabilmente se si considera sia l'indubbia vicinanza delle due culture, che hanno parecchio da scambiarsi, sia l'esistenza in Italia di una scuola ispanistica di prim'ordine, che ha spesso puntualmente studiato e segnalato fenomeni nuovi e notevoli delle lettere di Spagna. (D.M.) 56 "Continuiamo da dove ci siamo fennati ieri. In questo modo, poco a poco, lei avrà tempo di recuperare la memoria. Potremmo ricominciare da capo, ma non credo che ne valga la pena, c'è ancora molto da dire per cercare di chiarire per il momento i punti rimasti oscuri. Vediamo, lei affenna di essere arrivato qui da Valencia il giorno 20 e aver preso una stanza doppia all'Hotel Levante, per una sola notte. Tuttavia, ci consta che dal giorno 17 al 19 lei pernottò alla Pensione Ramos di Sanponce, a quindici chilometri da qui. Come lo spiega?" "La verità è che sono arrivato il 17 a Sanponce e ho alloggiato per due giorni alla Pensione Ramos: se ho detto un'altra cosa è perché non credevo che avesse importanza quel che avevo fatto in quei giorni." "Lei capirà che è della massima importanza per tutti, e in primo luogo per lei, sapere ciò che ha fatto durante quei giorni. La prego d'ora innanzi di non tentare più di nascondere o alterare dei fatti che possono essere tanto facilmente verificati. Non creda che procedere in questo modo le serva a qualcosa; anzi, sarà tutto a suo detrimento. La prego pertanto di limitarsi ali' esposizione dei fatti concernenti il signor Baretto, esattamente come sono accaduti, al fine di non incorrere in responsabilità più gravi". "Giunsi a Sanponce il 17 in auto da Valencia. Quel giorno e i due seguenti alloggiai alla Pensione Ramos. Il giorno 20 mi trasferii qui all'Hotel Levante". "Cosa fece in quei giorni?" "Li trascorsi girando per la città e la costa, senza avere gran che da fare".· "Senza un gran che da fare?" "Conoscevo a malapena questi posti. Non c'ero più stato da vent'anni. Mi dedicavo a passeggiare". "Senza niente da fare? Non ha fattoaltrocheandarea spasso?" "Praticamente nient'altro che passeggiare e vedere alcuni appartamenti. Ne cercavo uno per il mese di agosto". "Non si è rivolto a un'agenzia?'' "Non mi piacciono le agenzie. Sono in grado di trovare un appartamento in qualunque posto del mondo senza bisogno di ricorrere a un'agenzia". · "Non vide· nessuno? Non parlò con nessuno in tutto questo tempo?" "Dei portieri e dei proprietari di case. Le darò gli indirizzi se vuole controllare. E il personale dell'Hotel". "Non conosceva nessuno qui?" 1 "Nessuno; assolutamente nessuno". "Cosa l'ha spinta allora da queste parti? Soltanto il desiderio di passeggiare e affittare un appartamento per l'estate?" "Più o meno è così". "E, naturalmente, passò in più cjiun 'occasione da via Ribes". "È possibile". · ''.No, non si tratta che sia possibile o meno. Si tratta di sapere con esattezza se in quei tre giorni lei passò, e magari più d'una volta, per la via Ribes e in particolare di fronte allo stabile numero 16. Capisce?" "Capisco perfettamente, ma non mi ricordo". "Non ricorda la casa al numero 16 di via Ribes?"

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