Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

già distrutte, prima che la possente figura di un aereo provasse pietà per loro. Gli aerei arrivavano molto più tardi, a schiacciare quella messe di rifiuti abbandonati, ma non per vendicarsi della fuga della gente, di c.uigli aviatori non sapevano e. a cui non importava nulla nel momento in cui inquadravano la.sezione di una città che volevano distruggere. Gli aerei in picchiata precipitavano fragorosamente dal cielo n~tt~mo e facevano cadere il loro carico omicida su una caducità che s1 nvelava tale nel momento in cui andava in mille pezzi. Non c'era quindi casa che lo scempio non avesse toccato, non c'erano nidi abbandonati, tane sfondate, neanche merce illegale che fruttasse invece poi nelle mani dei banditi. Però questo succedeva molto tempo dopo, coloro ai quali era stato a lungo armunciato: 'Non avrai dimora alcuna!'. non venivano neppure a saperlo. Era anche un ordine: Non dovrai avere alcuna dimora! Questo racconto mi ha chiarito molte cose. Leggendolo, ho capito per la prima volta che nella letteratura tedesca del dopoguerra non esistono, quasi, descrizioni del processo di radicamento in un territorio, non esiste, forse, un libro che presupponga termini come quello del buon vicinato, della Heimat. Qualche volta, da parte diplomatica, si rileva, si lamenta che la letteratura tedesca del dopoguerra trasmette ali' estero un'immagine della Repubblica Federale completamente diversa da quella presentata nello stile diplomatico e nelle trattative economiche. Sarebbe interess;mte paragonare questi diversi concetti di rappresentazione, e in un confronto simile non si dovrebbe dimenticare di studiare a fondo gli inserti dei nostri maggiori quotidiani dedicati agli annunci, in cui si offrono e si cercano terreni in ogni possibile parte della terra. Si ha l'impressione di un popolo in fuga: fuga dall'est, fuga ali' ovest. La controprova non regge; non si riuscirebbe cioè a dimostrare che in nessuna parte del mondo come nella Repubblica Federale si cercano così freneticamente terreni - intendo terreni non edificabili a uso fabbrica. · I politici sospettano sempre chissà che cosa quando si sentono toccati nelle loro intenzioni lodevoli, quando si sentono offesi dalla letteratura contemporanea - e questo per quanto riguarda non solo la nostra epoca e non solo la Germania. Ciò che ci può essere di politico o di socio-critico nella letteratura odierna dipende da ciò che sta attorno a tale letteratura. Un autore ricerca una propria espressione, uno stile e poiché deve misurarsi col difficile compito di far coincidere la morale dell'espressione, dello stile, della forma con la morale del contenuto, ecco che la politica e la società, la loro terminologia, i loro riti, miti e usanze diventano materiale prezioso, a cui attingere. Quando i politici e la società si sentono offesi o minacciati, non riconoscono mai che si tratta di qualcosa di più grande di loro. Essi non sono neppure un pretesto, solo raramente la vera causa, e difficilmente adatti a fungere da modello: si tratta sempre di qualcosa di esterno a loro, che li sfiora appena. Un autore non prende dalla realtà, ce l'ha già, la crea, e la complicatezza demoniaca anche solo di un racconto relativamente realistico sta nel fatto che non ha nessuna importanza quanto sia l_>enetratoin esso e sia stato rielaborato, ricom~sto, trasformato. E importante ciò che uscirà da questo romanzo, m quanto a realtà creata, che risulti convincente. Il fatto che perfino nelle forme meno sofisticate di letteratura, in tutto ciò che viene scritto, in ogni reportage, si riscontri una trasformazione (trasposizione), un amalgama (composizione); che a lungo si scelga, si ometta, si cerchi una "espressione" - questa verità lapalissiana dovrebbe SAGGI/B6LL Bombordomenlo, un' incisione di Otto Dix, 1924. ormai esse~e nota a tutti. Neppure una fotografia è fedele alla realtà: è stata scelta, ha subito alcuni processi chimici. viene riprodotta. E quando in un romanzo si scopre una fedeltà alla realtà o una prossimità alla vita, ecco che si scoprono una realtà e una prossimità alla vita ricreate. La realtà è questo "Non avrai dimora alcuna" dei tedeschi, come si riscontra dalla letteratura del dopoguerra, ma non solo poiché è vero che, statistica~ente, tut~ abitano da qualche parte e in qualche modo (perfino 1 vagabondi sono registrati all'anagrafe) ma, così sembra, sempre sul punto di partire per chissà dove. Il concetto di buon vicinato non è mai considerato come qualcosa di duraturo, che ispiri fiducia. (Buon vicinato, aiuto reciproco; solidarietà, unione, attaccamento: pare siano cose che conoscono solo gli assassini. Gli altri non si aiutano, non si fanno forza l'un l'altro, non praticano la solidarietà.) Le case descritte nella letteratura tedesca del dopoguerra sono vuote, quelle in cui si vive solo soluzioni improvvisate. Un passaggio ancora dal racconto Un viaggio: Nella sua stanza Paul ha pensato spesso e a lungo al fatto che il rapporto uomo-natura si basa sulla fede. Se la fede viene offesa significa che questo rapporto è già compromesso e che le conseguenze sararmo imprevedibili. Non è quindi un caso che nessuna città venga descritta come 53

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