CONFRONTI Dopo il crollo dei muri Scrittori ed editori dell'est a convegno a Parigi Fabio Gambaro Il muroè crollatoormaida seimesi.Il terremotopoliticocheha investito tutta l'Europa dell'est ha prodotto cambiamenti importanti e trasformazioniradicali nella vita politica e socialedi quei paesi, comepure nel loro paesaggioculturale, che all'improvviso si è-trovatoliberatoda antichezavorree da inammissibiliimpedimenti. Nel mondo della cultura, come negli altri settori della società,il vecchioe il nuovoper oracontinuanoa coesisterein una situazione di confusione, della quale, per via delle numerose contraddizioni,nonè facileavereunquadropreciso. La situazione è in costante movimento, gli attori cambiano di continuo e le antichecertezzesono statescosse finnelle loro fondamenta. Di frontealla portata dellenovitàci si domandaquali saranno gli esiti, ci si chiede se la nuova mappa culturale che inizia faticosamentea disegnarsi in questi tempi riuscirà a essere l'espressionedi unavera democraziaculturale, in cui tuttiabbianola possibilità di esercitare il fondamentale diritto della libertà di espressione,oppure inveceilprodottodi nuovearroganze,magari economicheinveceche ideologiche,visto che è propriolo spettro dell'economia di mercato che ora agita le notti di molti degli intellettualidell'est. Insomma, la rivoluzione politica cui stiamo assistendosaràalcontempo il motoredi unarivoluzioneculturale? Un'occasione per tentare di capire quanto sta avvenendosi è avuta nell'ambito del decimo Salone del libro di Parigi, che alla fine di marzo ha dedicato incontrie manifestazioniall'editoria e alla letteratura dei paesi dell'est. Un'occasione resa particolarmente interessante dalla presenza di numerosi scrittori, editori, critici, direttori di giornali e riviste provenienti da Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania Est, Jugoslavia, Polonia, Romania, UngheriaeUnioneSovietica.Ne èrisultatounmosaicodi testimonianze appassionate,certo parziali e talvolta contraddittorie,che peròhannofornitodati, informazioni,analisie commenti,apartire dai qualiè possibile ricavare una prima fotografiadel processoin corso, che, se certo in ognunodei paesi citati assumecaratteristiche peculiari, presenta nondimeno aspetti generali comuni alle diverserealtà. Innanzitutto,iprotagonistihannofornitodati e cifresull'attuale realtàeditorialedell'est, dominatain questoperiododa una fase di euforiache ben corrispondealla fine del controllo statale sulla cultura. In ognuno .di questi paesi nascono nuove case editrici, giornali,riviste, circoli intellettualiche vivacizzanoun panorama culturalefinoraingessatoebasatosustrutturearretrate.Sipensi ad esempioche, stando ai dati ufficiali,in Romania si pubblicavano solamente2000 titoli all'anno, 5000 in Bulgaria e 7000 in Cecoslovacchia,con tirature globali annue varianti tra i 40 milioni di copiedellaRomaniae gli 80milionidellaCecoslovacchia(a titolo di paragone si sappia che nel 1988 in Italia sono stati pubblicati circa 30.000 libri per una tiraturaglobale di circa 170milioni di copie). Pur se queste cifre possono essere considerateparziali e incomplete,resta il fatto che quelledell'est sono statefinoradelle realtà editoriali arretrate e incapaci di rispondere ai bisogni di letturadelpubblico.Unica eccezioneè quella dell'Unione Sovietica, dove nel 1987 sono stati pubblicati 90.000 titoli per una tiratura globale di 2,5 miliardi di copie, cifre che però vanno evidentemente rapportate ai quasi 300 milioni di persone che abitanol'immenso paese. Dellaritrovata libertà di espressioneha approfittatoevidentemente la stampa quotidiana e d'informazione. I giornali già esistentihannoaumentatole tirature,maal lorofianconesononati di nuovi:alcunifondatinegliultimimesi,altririsortidalleceneridi antiche testate da molti anni al bando. Come è accaduto per il 46 quotidianodi Praga "Li dovaNoviny," la cui fondazionerisale al 1983,ma chedal 1950era fuori legge.Le sue pubblicazionierano ripresecome samizdat irregolarealla fine del 1988;nel novembre dell'anno scorso è poi riapparso ufficialmentecome settimanale ed oggi è ritornato alla sua cadenza originaria con una tiratura quotidianadi circa 300.000 copie, in diretta concorrenza con il quotidiano del partito socialista "Slobodne Sloyo" e quello del partitosocialdemocratico"LidovaDemocracie". I lettori in questo periodo non mancano di certo; la sete d'informazione è tale che sono in molti a comprare ogni giorno giornalie riviste, per ritrovarequella J!lOlteplicitàdi punti di vista che per troppo tempo è stata negata. E certo però che una simile situazionenon durerà a lungo; in molti infatti osservanoche tale fase di euforia è destinata a esaurirsi una volta che il quadro politicoe istituzionaledei diversi paesi si sarà assestato.Per ora intanto il bisogno di informazione politica e sociale sembra sospingereal successodi venditaun gran numerodi testate,anche senonèdettoche tuttesopravviverannounavoltaterminataquesta fase. Già ora, a causa dei sempre maggiori problemi economici, diversepiccolerivistehannorinunciatoallepubblicazionie alcuni giornalisopravvivonosolograzieall'intervento dei grandigruppi editorialioccidentali, che a quanto sembra sono assai interessati allastampadell'est. Aquestoproposito, l'iniziativapiùrecentedopo quelle dei gruppi Maxwell,Murdoch e Hersant ~ è quella delgigantetedesco-occidentaleAxel Springer,che,nelgirodi una settimana, ha acquistato in maniera a dir poco disinvolta sei giornaliregionali ungheresi. A Budapest come a Sofia, a Berlino come a Mosca la sete di letturenon si limita evidentementea giornali e riviste, anche se è propriola stampa a fare la parte del leone. Pure l'editoria libraria infatti è in piena espansione: in Ungheria negli ultimi due anni sono nati più di 400 nuovi editori e 200 in Unione sovietica. Naturalmentec'è di tutto,dallacasa editricemessainpiedi ingran frettaper pubblicare romanzidi consumo all'iniziativa editoriale espressione della dissidenza, come è il caso di Atlantis, casa editricenata l'anno scorsoaBrnoper iniziativadi 25 scrittorifino ad alloravietatidalla censura,tracui l'oggi neopresidenteVaclav Havelche ha finanziato il progettocon i suoi premi letterari. Grazie a tale boom riappaiono nelle librerie generi quasi dimenticati negli anni del totalirismo; libri di politica, storia, sociologiaconoscono un successo insperato, che premia il loro sforzodi ricostruire frammentidel passato recente e lontano che nei decenniscorsi erano stati rimossi o censurati.Anche i libri di memorie godono di questi tempi di grandi attenzioni; dice per esempio lo scrittore romeno Marin Sorescu: "In Romania per molto tempo tutti i libri di memorie sono stati vietati, di conseguenza oggi non conosciamo il nostro passato e le esperienze vissutedainostriconcittadini.Ame piacerebbecreareunacollana di memoriein cui pubblicarei tanti libri scritti in carcere durante gliannidel regimedi Ceausescu,inmododa iniziarea ricostituire la nostramemoriacollettiva". Un esempio di tale interesse per le memorie è il grande successoottenuto nella Germaniaorientale dai primi tre capitoli dell'autobiografiadi WalterJanka. T1pografo, militanteantinazista,combattentenellebrigateinternazionali in Spagnae poi esule inMessico,Janka è rientratoinGermaniaest dopo laguerra,dove finoal '56 è stato direttoredella importantecasa editriceAufbau. Nel 1957però, egli fu processatoe condannatoper aver tentatodi far venire in Germania il filosofo Gyfirgy Lukacs. Oggi, dopo moltianni passati nell'ombra, l'editore - che è rimasto in patria
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