po' di tempo. Certe creature richiedono un mucchio di lavoro, ma altre si limitano a comparire, già belle pronte. Non è strano? - E non potrebbe darsi che sia qualcun altro a crearle? - suggerì l'Uomo, con aria interessata. Ma Dio si voltò e lo guardò con occhi così furibondi" che l'Uomo preferisce cambiare discorso -discorso che poi porterà alla stupenda nascita dal mare del cavallo, desiderato e concepito come compagno di giochi delia Donna. E cosa dire della straordinaria nascita del Leone? Nella storia intitolata Gli avanzi si racconta che un giorno "Dio decise che era tempo di fare le pulizie di primavera nel suo laboratorio, e si mise all'opera. Era stupefacente vedere quali strane cose venivano fuori da sotto il suo banco da lavoro, mentre spazzava. Creature appena abbozzate, minuscoli pezzi che sembravano utili e che invece non servivano a nulla, progetti che aveva accantonato e poi dimenticato. Esaminò con attenzione il mucchio degli avanzi. C'erano pezzi di carta straccia, brandelli di cattivo tempo (la sua ultima invenzione appena terminata) e rimasugli di fiori che risalivano a molto, molto tempo prima. C'era perfino un pezzetto di sole. Si grattò la testa. Cosa mai poteva ricavare da robaccia del genere? In quel momento sentì odore di salsiccia: sua madre gli stava preparando la cena. Allora prese il mucchio degli avanzi, lo modellò frettolosamente, vi alitò la vita e poi lo depose ai margini della pianura. -Eccoci qua- gli disse. - Corri, va' a giocare. Appena Dio la lasciò andare la creatura alzò la testa e aprì la bocca. Avrebbe voluto dire: 'Dammi una salsiccia', perché era affamata (un po' della fame di Dio si era mescolata agli avanzi ed era entrata in lei), e invece le venne fuori un gran rombo di tuono. Dio guardò il nuovo animale con un certo allarme, ma poi si mise a ridere. Tra gli avanzi c'era un pezzo di nuvola d'un blu quasi nero: doveva essere stata una nube temporalesca. Sperava che non contenesse lampi o tuoni. Ormai, comunque, non poteva farci nulla. · Perciò rise e disse: - Mica male, per degli avanzi - e corse a mangiare le sue salsicce." ·La voglia di salsicce non è uno scherzo, meno che mai quando abbia un'origine divina, e così l'Avanzo introduce nel mondo una sconvolgente novità: quando lo prende quell'incontrollabile impulso, assale e divora chiunque, per la disperazione di tutti. "Sporco e arruffato com'era, somigliava a una vecchia coperta malridotta, gettata su un di'1ano sfondato. E il muso sembrava un gigantesco girasole sfatto e appassito. Gli animali lo avrebbero preso in giro, non fosse stato per i brontolii di tuono che gli uscivano dalla bocca e per quel suo modo di fermarsi all'improvviso, spiando attraverso le mortali fessure delle pupille. Ormai sapevano che cosa aspettarsi: subito dopo, qualche grasso, felice animale sarebbe caduto a terra con un grido, come colpito da un fulmine, e l'Avanzo si sarebbe sdraiato sopra di esso. E quando la sua pelle fosse stata tesa come quella di un' e- •norme salsiccia, si sarebbe rotolato sul dorso, addormentato, facendo tramontare la scheggia di sole degli occhi dietro le ciglia aggrottate." Per risolvere il problema, gli animali e Dio, CONFRONTI mentre l'Avanzo è sprofondato in una colossale dormita, decidono di eleggerlo re degli animali e di assegnargli il nome di Leone, nonché un bel mucchio di salsicce. Pur con qualche confusione sulla propria identità, comunque sùbito chiarita dalla fame e dalla vanità, re Leone è felicissimo della sua condizione e decide di assumere la propria storia di Avanzo come un semplice sogno angoscioso. Parrebbe tutto risolto, ma il Toro non può dimenticare la Mucca divorata e non accetta di avere per re un assassino: decide di vendicarsi e, rifiutando di usare il nuovo nome regale e chiamandolo Avanzo, lo prende a cornate e lo scaglia ripetutamente 'nel più fitto di un albero molto molto spinoso. Il regno dire Leone ebbe fine così, e da allora questi riprese ad andarsene furtivamente "come un tempo, ugualmente affamato e terribile", temuto e schivato da tutti ma tenendosi alla larga dal Toro; e molto confuso sulla propria identità, incerto tra quale fosse la realtà e quale il sogno. . A l,-- -~< , .·--'. : 1:.< :<:'-.'~- .---Jf,~.;,:,·:· .· ~---: ~~:,~-' 'iiA,,;,:J,;,_!' ; ;-:~~,;~ . --•,,;Jt~ Ancora un disegno di Claudio Benzoni. Il mio lacunoso riassunto non rende certo pienamente l'idea di quel che sono davvero le storie di Hughes, anche perché in esse si sviluppano concatenatamente vicende in cui intervengono numerosi personaggi tutti ugualmente essenziali e fantastici, e ognuno con il proprio apparire apporta vigorose sferzate di fatti e di ritmi. In queste storie il mondo cominçia, e tutto · · è ancora possibile; e si entra a far parte del mondo per mano del caso e della necessità, della fantasia e della ragione, del desiderio e dell'ostinata ricerca, della veglia e del sonno, dell'amore e dello stupore, e dell'invidia, anche. Il mondo comincia, e ci sono anche l'Uomo, la Donna, e Bambino e Bambina, e Dio e sua madre, ma nessuno di loro è per il mondo un perno sul qua'le ruotare; vanno invece ruotando anche loro, di volta in volta felici o attoni.ti, sereni o pervasi d~ oscuri terrori. Sono storie fantasticamente libere, piene di emozioni e di vita, piene di forza e di suoni, di suoni e di suono, piene di pieno. Prive forse soltanto della banalità e del languore, che affollano invece i libri da "zie". ' Dalla lettura di queste storie-come anche da quella delle poesie non per bambini di Hughes, da Pensiero-volpe e altre poesie, Mondadori 1973, ali' annunciato Moortown, di cui un bellissimo assaggio si è avuto in "Linea d'ombra" n. 33, 1988, a Osservazione del lupo - emerge anche un grande amore e un grande rispetto per gli animali, per questi esseri vivi che probabilmente vogliono solo essere tali e non chiedono all'uomo di essere protetti più di quanto abbiano chiesto di essere sterminati. Questi esseri vivi che probabilmente hanno già abbastanza problemi con le proprie anime da non avere forse gran voglia di essere disponibili a sacrificarsi per consentirci di salvare le nostre. Amore e rispetto; non pietismo, non addolcimento_ di ferinità, non mistificazioni e _,,..prevaricazioni,non "buoni sentimenti", bensì un forte sentire. Credo non serva a nulla fare ai bambini lezioni in cui si parla di lupi buoni e di panda ·che poverini ~i estinguono. Ai bambini serve piuttosto poterli vedere e toccare, gli animali - e forse così A., un bambino che vive a Milano con i genitori e una sorella, potrebbe scoprire che non è troppo vero che il pollo ha quattro zampe, anche se, nella sua evidentemente ciarliera famiglia, ogni volta ne mangiano una coscia per uno. Ben più di quelle lezioni, ai bambini serve potere ascoltare o leggere storie come queste stupende di Hughes (di cui la Mondadori ha pubblicato nel 1988 un'altra bellissima storia, L'uomo di ferro, già pubblicata nel 1977 dalla Rizzoli nella "BUR dei Ragazzi'') o le sue poesie per bambirti- anche difficili, certo, ma bellissime, come in parte si può vedere, in attesa che la Mondadori le pubblichi tutte e nelle collane giuste, nell"'Almanacco dello Specchio" n. 11, 1983, dove si possono trovare le poesie di Sotto la stella del Nord nella traduzione che ne fece Antonio Porta. È piuttosto alle "zie" che i vari vuvueffe dovrebbero riservare le lezioni sui lupi buoni, magari facendone anche intervenire qualcuno; o magari organizzare un bel viaggio per l'isola di Albemarle, nelle Encantadas, mandandovi una zia per ogni salamandra, con il preciso compito di voltare e rivoltare tartarughe. Pe_rché queste...:_come racconta Melville - "sono siffattamente costituite che se voi le rovesciate sulla schiena, mettete in vista la faccia più allegra e impedì te loro di raddrizzarsi e mostrare la faccia melanconica. Ma dopo aver fatto così, e per averlo fatto, che non vi salti in mente di dichiarare che .Jatartaruga non possiede una faccia scura. Godetevi il lato allegro, mantenetelo perennemente in vista, se ci riuscite, ma siate onesti e non negate il lato nero. (...) La tartaruga è al tempo stesso cupa e chiara". Come tutte !e bestie, d'altra parte. Tutte, tranne le "zie". 45
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