Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

CONFRONTI Piùcrudelechevano... Il cuoredi tenebra di JimThompson Francesco Binni In una notte senza vento, poco dopo le nove, una valigia massiccia dalla chiusura difettosa, in bilico su un monte di altre sopra un carrello che la porta verso un aereo con i motori già accesi, cade per un incidente fortuito: l'uomo e la donna che ne sono proprietari vedono i due milioni di dollari, che vi hanno pigiato a forza come biancheria sporca, disperdersi ai quattro venti. Il volo di Johnny Clay finisce lì, mentre l'amante lo guida sfibrato verso l'uscita dell'aeroporto e due poliziotti che l'hanno individuato come l'autore della rapina gli si avvicinano. Molti la ricordano, con simpatia "esistenziale", come la memorabile sequenza finale del film di Stanley Kubrick, The Killing (Rapina a mano armata, 1956): pochi sanno che la mano dietro quella e altre soluzioni del film non è quella del fato, o dello stesso Kubrick, ma di un aspro esperto di malasorte, un duro che nulla concesse alla compassione per non detrarre nulla al vero, Jim Thompson. Mai autore "emergente" o anche "promettente", anche se Richard Wright ebbe parole di incoraggiamento per due suoi romanzi proletar-realistici (Now On Earth, 1942, e Heed the Thunder, 1946), Thompson è uno degli autori ostinatamente sommersi della letteratura americana contemporanea, che è letteratura essa stessa abbondantemente sommersa perché transgenerica. Nasce nel 1906 in una riserva indiana dell'Oklahoma, sotto il segno di un futuro da scrittore regionale, partecipa negli anni 30 al famoso Writers • Project contrassegnato dal fervore ideologico del New Dea], ma è presto chiaro che la cupezza apocalittica del suo rapporto con l'America lo situa in una terra di nessuno oltre ogni consolante populismo o ottimismo pragmatico. Nel 1949 l'incontro con il genere che poi l'accompagnerà fino alla morte nel 1977, il crime novel: Nothing More Than Murder contiene già tutti gli ingredienti dei romanzi che verranno - un protagonista omicida che si fa cortina della propria voce monologante, un viluppo di letali rapporti sessuali in cui la migliore comprensione è sempre il colpo da inferire, un•ambientazione topica che è sempre quella del demimonde della società di malaffare o di quella, sorella, dello spettacolo. Negli anni Cinquanta, Thompson, che vive da qualche tempo a New York, pubblica quello che resta forse il suo libro più lapidario e perturbante, The Killer Inside Me (La belva che è dentro di me, 1952), che, nella stesura originaie, portava per epigrafe quasi una poesia, "Lines Written in Terror" - voglio ricordarne almeno la chiusa: "Vi dico/ Ci sono cose che non devono esser dette/ Sentendole/ Gli uomini vogliono morire/ Gli uomini vogliono ammazzare". L'eroe di The Killer /nside Me è, se si vuole, abbastanza "comune": uno sceriffo da piccola città come tanti nel triangolo così poco eccitante di NebraskaOklahoma-W est Texas, che forma poi lo scenario tipico di più di un romanzo thompsoniano. Ma, per l'appunto, è qui che Thompson - molto più tenacemente e "crudelmente" di un Caldwell, tanto per fare un esempio-inscena e risolve il problema cruciale della "banalità del male" così caratteristico non tanto del genere narrativo e popolare che egli pratica quanto proprio del testo sociale della cultura ·americana del cinquantennio Venti-Settanta -un periodo in cui i valori echi li registra narrativamente corrono il serio rischio di autoparodizzarsi e, non a caso, lo stesso crime novel trova parodisti stranieri, che poi verranno presi sul serio, da James Hadley Chase aBoris Vian (Vemon Sullivan). Lou Ford, il protagonista di The Killer /nside Me, risulta "agghiacciante" perché è un barocco imbonitore di morte prima che un omicida letterale: il suo sorridente letteralismo, anzi, sta tutto nel tediare a morte chi poi, in molti casi, finirà usando le lettere dell'alfabeto in un ordine non sempre logico ma efficientemente disposte in Parola Morta, in arabesco del luogo comune, la vera anticamera della "filologia pesante" aggredita da Swift, non a caso lo scrittore preferito di Thompson. Usando una forma idiomatica bel- ]' e pronta - e un plot ugualmente usuale - Thompson congegna con sottigliezza un duro, terrificante pamphlet sul successo americano: certo non meno ·serio o terrificante che se avesse, mettiamo, parlato direttamente delle Giuseppe Anceschi DelioTessa profilo diunpoeta pp. 216,lire18.000 GIANNITURCHE'ITA Dino Campana biografiadi w, poeta MarcoWeiss Ilcalciatore pp. 96,lire12.000 RAYMONDCHANDLER La polverina del professor Bingo JiirgFederspiel Laballata diTyphoidMary pp. 208,lire16.000 GIUSEPPEANCESCHI Delio Tessa profilodi un poeta GianniTurchetto DinoCampana biografia diunpoeta pp. 256,lire18.000 MARCOWEISS Il calciatore RaymondChondler Lapolverina delprofessor Bingo pp. 104,lire13.000 JORGFEDERSPIEL La ballata di Typhoid Mary MARCOSYMARCOS Via Settala 78 - 20124 Milano tel. 02/29517420 - 29517422 39

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