Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

CONFRONTI non può che restare una questione privata. Questo rifiuto delle spiegazioni totalizzanti è una caratteristica del giorno d'oggi. Ed è qui che entra in gioco il romanzo, la forma creata per discutere della frammentazione della verità. Il regista Luis Bufiuel diceva: 'Darei la mia vita per un uomo che cerca la verità. Ma ucciderei volentieri un uomo che pensa di averla trovata'. (Questa era una cosiddetta battuta di spirito, prima che tornasse di moda uccidere la gente per le sue idee). La fiction nasce a partire dal momento in cui la quest del Graal viene anteposta al Graal stesso, quando si riconosce che tutto ciò che era solido si è dissolto nell'aria; ·che la realtà e la morale non sono dati oggettivi ma imperfette costruzioni dell'uomo. ( ...) La sfida che la letteratura deve raccogliere è partire da questo punto, e cercare nonostante tutto di trovare il modo per soddisfare la nostra inappagata sete spirituale. (...)Iv agabondi di Joyce, i mendicanti di Beckett, gli imbroglioni di Gogol, i diavoli di Bulgakov, le meditazioni .altamente incisive di Bellow sul soffocamento dell' anima determinato dal trionfo del materialismo; sono questi, e molti altri ancora, quello che noi abbiamo al posto dei profeti e dei santi martiri. Il romanzo, se da una parte risponde al nostro bisogno di meraviglia e ci aiuta a capire il mondo, dall'altra ci presenta cose poco gradevoli da ascoltare. Ci dice che non ci sono regole, e che non esiste nessun Comandamento. Dobbiamo crearcele da soli le regole, come meglio possiamo, man mano che ne abbiamo bisogno. E ci dice anche che non ci sono risposte, o meglio che non sono le risposte che mancano, ma che sono meno attendibili delle domande. La religione dà delle risposte, la letteratura invece si limita a fare delle domande: e la grande letteratura, ponendo quesiti straordinari, apre nuovi orizzonti alla nostra mente." La conclusione cui Rushdie arriva è che, comunque, ancora nel nostro tempo e anche in rapporto a certe grandi acquisizioni del cinema (che ha dato secondo Fuentes opere di Bufiuel, BergA·P·E·R·T·U·R·E LACOLLANDAI LINEAD'OMBRA NOVITA LASTRANAVICENDADlUNA MACELLAIADALVOLTOSFREGIATO• NELLAGERMANIADELLADlSFAT 0 TA;UNARICOSTRUZIONE~NCHIESTASUGLIANNIDELLAPERSECUZIONEDEGLIEBREI• UNATESTIMONESENZASTORIA E SENZA ~1~~;~~ÒRJ~~~O~~j PIÙALTI E TERRIBISLUI LPASSATO TEDESCO• NELLATRADUZIONE DI RUTHLEISERFORTINI AlbretcGhoes La vittima Undoeiracconptiùaltieterribsiluil passattoedesceo la persecuzione degleibrei. pp. 80L 12.000 APROPOSITO DEICOMUNISTI INVITOALPCI PERCHtSAGGIAMENTE,SI SCIOLGA• ICOMUN~ ~1JT:r\ ~T~~!_~~~~l~ DEGLI INTELLETTUA•LIPERCH! SOLOILPCIDOVREIIECAMBIARENOMH • IOfflGHE OSCURE E PALAZZO• IL ROSSO E IL VERDE • MILITANZA EVOLONTARIATO • Al'PlNO/Ct, ELSAMORAN• TE l'ICCOLOMANIFESTODEI COMUNISTI(SENZACLASSEl SENZA PARTITO} Aproposidtoei comunisti interventi d :Berardinelli, BellinB, obbiFo,lores, Fofi,GiacchLée, rner, Monconi, S nibaldi. pp.128 L 12.000 Distribuzione Giunti - Firenze 34 man e Fellini che "sono esempi di incursioni riuscite della rivolta secolare nel campo sacro") è ancora il romanzo la più libera di tutte le forme d'arte, la meno costosa e la più potenzialmente sovversiva. I romanzieri sono, per Rushdie, figure "ibride, mostruose", un po' come i Clark Kent/ Superman dei fumetti, pieni di identità segrete, e, soprattutto, irripetibili; ma la voce di un vero scrittore è unica, e· riconoscibile tra mille. "Lo scrittore è lì, nella sua opera, nelle mani del lettore, senza maschere, senza difese, senza alcun alter ego dietro cui nascondersi. Durante l'atto segreto della lettura viene forgiato un altro genere di identità; tramite il testo autore e lettore si fondono dando vita a un essere collettivo che legge scrivendo e scrive leggendo, e insieme creano quell'opera singolare, il 'loro' romanzo. Questa 'identità segreta' dell'autore e del lettore è il dono più straordinario e più sovversivo dell'arte romanzesca. Ed è proprio per questo che a mio parere il romanzo supera tutte le altre espressioni artistiche, e per questo è stato il primo e più grande amore della mia vita, e continua a esserlo: non è solo l'arte che implica meno compromessi, ma è anche l'unica che fa entrare I"arena privilegiata' direttamente dentro la nostra testa. Lo spazio interno della nostra inunaginazione è un teatro che non potrà mai essere censurato; e le inunagini che vi si creano danno vita a un film che niente potrà distruggere. ...In questo ultimo decennio di millennio, quando la religione ha trovato nuovo vigore e la forza insidiosa del materialismo avvolge lo spirito umano nelle sue pesanti catene, dove deve guardare il romanzo? Innanzi tutto sarà necessario riprendere la vecchia, bipolare divisione tra sacro e profano propostadaMichel Foucault. Sembra evidente che ci stiamo dirigendo verso un mondo in cui non esisteranno reali alternative al modello sociale di stampo liberalcapitalistico (tranne, forse, il modello teocratico, fondamentalista dell'Islam). In questa situazione, capitalismo liberale o democrazia o mondo libero richiederanno allo scrittore il massimo rigore, richiederanno più che mai inventiva, spirito critico e capacità di sollevare obiezioni. 'Il nostro antagonista ci è di aiuto' diceva Edmund Burke, e se la democrazia non può più fare affidamento sul comunismo per chiarirsi, per contrapposizione, le proprie idee, forse potrebbe avere al suo posto come avversario la letteratura." A questo punto Rushdie teme di aver esagerato nel prestare tutte queste virtù alla letteratura, e dichiara di voler limitare l'idea di sacralizzazione della letteratura con cui aveva iniziato questo testo: "L'idea di uno scrittore come profeta laico mi ripugna; ricordo che uno dei maggiori scrittori di questo secolo, Samuel Beckett, credeva che ogni arte dovesse inevitabilmente sfociare nel fallimento. Questo, ovviamente, non era un buon motivo per arrendersi. Ogni tentativo, un fallimento. Non importa. Provare ancora. Fallite meglio. La letteratura è una cronaca provvisoria della coscienza dell'artista, quindi non può mai dirsi finita o compiuta. La letteratura nasce al confine tra sé e il mondo, e nell'atto creativo questo confine si affievolisce, diventa permeabile, permette al mondo di pervadere l'artista e ali' artista il mondo. Niente di così inesatto, facile da fraintendere e spesso frainteso, merita di essere proclamato inviolabile e sacrosanto. Noi dovremo cavarcela senza lo scudo della sacralità, ed è anche un bene. · Non corriamo il rischio di diventare ciò contro cui lottiamo.L'unico privilegio che la letteratura merita di vedersi accordato-e di questo privilegio ha bisogno pèr esistere -è quello di essere luogo elettivo del discorso, l'arena dove i vari linguaggi possono affrontarsi liberamente. (...) La letteratura in tutte le società è l'unico posto in cui, nel segreto della nostra testa, possiamo sentire le voci parlare di tutto in tutti i modi possibili. Questa arena privilegiata va salvaguardata, e non solo perché gli scrittori esigono la libertà assoluta di dire e fare tutto quello che loro piace. Ma perché tutti noi- lettori e autori, cittadini, generali e prelati - abbiamo bisogno di questo piccolo spazio apparentemente insignificante. Non occorre che lo dichiariamo sacro, occorre invece ricordare che ci è indispensabile. Tutti sanno, dice Saul Bellow in Le avventure di Augie March, che quando si comincia a porre dei divieti non ci sono più finezze né discernimenti. Se si reprime una cosa, si reprime anche la successiva. Ogni volta che in qualche parte del mondo la piccola stanza della letteratura è stata interdetta, prima o poi le mura sono cadute a pezzi."

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