Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

CONFRONTI certezza caratteristica delle imprese tecniche. "Ma il fatto che esso non possa veramente adeguarsi al loro ordine di grandezza, restando il sapere predittivo al di sotto del sapere tecnico che conferisce potere al nostro agire, assume a sua volta un significato etico ... Il riconoscimento dell'ignoranza diventerà allora l'altra faccia del dovere di sapere e quindi una componente dell'etica, a cui spetta il compito di istruire il sempre più necessario autocontrollo del nostro smisurato potere". ' Il quadro descritto dal filosofo tedesco non è ipotetico: già oggi ci si deve confrontare con una dimensione del sapere caratterizzata dal1'incertezza, dalla probabilità, eppure di fondamentale importanza per il supporto alla decisione politica: buona parte dei problemi ambientali rientra in questa categoria. Più aumenta la scala spaziale, fino alla dimensione globale, e. più crescono incertezza e complessità: meteorologia, cambiamenti climatici, effetto serra, buco nell'ozonosfera, impoverimento delle risorse genetiche, siccità, deforestazione, desertificazimi.e,piogge acide, sono tutti fenomeni di difficile trattazione scientifica per cui è necessario un sapere quasi-predittivo e comunque incerto. "Ma proprio quell'incertezza che minaccia di paralizzare l'azione etica per la responsabilità sul futuro... va inclusa anch'essa nella teoria etica come condizione di un nuovo principio". Le nuove forme del sapere dovranno essere in funzione dell'esercizio della responsabilità e non più in funzione del potere sulla natura. Quel potere, figlio del successo dell'ideale baconiano di controllo e di dominio sulle risorse, da cui scaturisce la necessità di una inversione delle categorie guida: "Proprio in questa luce appare il nuovo dovere. Generato dal pericolo spinge per forza di cose e in prima istanza verso un' eticadellaconservazione, della salvaguardia, della prevenzione e non del progresso e della perfezione". L'attuale vuoto etico potrà essere, almeno inizialmente, colmato da una "euristica della paura", uno stimolo alla reazione legato al riconoscimento delle minacce, ma soprattutto dovrà essere risolto attraverso la fondazione di un' etica della responsabilità (la trattazione teoretica di questo concetto occupa buona parte del volume) che abbia come obiettivo la possibilità di essere dell'umanità. Oggetto di tale responsabilità sono le generazioni future (e il loro ambiente, che è il nostro); il modello su cui si costruisce la garanzia ali' esistenza delle generazioni a venire è quello del1'investimento parentale e dell'incondizionato investimento dei genitori nei confronti dei figli: archetipo di ogni agire responsabìle, in cui scompare la simmetria diritti/doveri, che lascia il posto appunto alla responsabilità. Detto questo, Jonas si lancia in un malriuscito tentativo di trasposizione politica dei prin- , cipì etici enunciati, attraverso una comparazione della figura del padre con quella dell'uomo di stato. Finisce con il profilare una teoria politica tanto disincantata quanto appunto paterrialistica, auspicando pericolose forme di determinismo sociale, da realizzare. anche attraverso imposizioni: "Soltanto un massimo di disciplina sociale politicamente imposta è in grado di realizzare la subordinazione del vantaggio presente alle esigenze a lunga scadenza del futuro ... la nostra scelta deve orientarsi, sia pure controvoglia, verso forme diverse dì tirannide". Alle sirene del capitalismo, Jonas preferisce l 'ìpotesi di un comunismo spogliato della sua origine utopica e baconiana, divenuto cinico e paternalistico, che privi della libertà ma solo a fin dì bene. .Fortunatamente, negli 11anni trascorsi dalla stesura generale del volume, gli eventi hanno tolto di mezzo ogni residuale volontà illiberale ·eoggi, nelle sue numerose interviste (comparse su "L'Espresso", "l'Unità", "Il Manifesto"), Jonas non parla più di simili soluzioni, limitandosi alla brillante e condivisibile diagnosi. Viene mantenuta invece la forte critica all'utopia, inestricabilmente legata alla tecnica. Ma se le soluzioni politiche prospettate sono da respingere, più interessanti sono alcune ispirazioni, riguardanti il contenuto dell'agire politico in relazione all'etica della responsabilità. "Se la · sfera produttiva è penetrata nel dominio dell' agire che conta, allora la moralità deve penetrare nella sfera produttiva, dalla quale un tempo si era tenuta lontana, e dovrà farlo sotto °formedì politica pubblica. Finora quest'ultima non aveva avuto a che fare con questioni di tale portata e con previsioni costruite a così lungo termine. In effetti il mutamento di naturadell' agireumano modifica la natura stessa della politica". "Per il momento - prosegue Jonas - va detto soltanto che nella zona in cui ci siamo addentrati con la nostra tecnica e nella quale dovremo muoverci d'ora innanzi la parola d' or - dine dev'essere cautela". Sono ,osservazioni dense di implicazioni politiche, in primo luogo per le questioni del governo dell'innovazione tecnologica, ma non solo: "Un giorno o l'altro l'idea stessa di progresso, abbandonando gli obiettivi espansionistici, solleciterà nel rapporto uomo-ambiente quelli omeostatici (che continueranno aporre alla tecnologia in quanto tale sufficienti compiti per scongiurare l 'interruzione dello sviluppo)".Nonè poco: vi si intravede, finalmente, il tentativo di fondazione di un'etica ·ecologica, che giustifichi in termini di valori edi scelte fqndamentali parole d'ordine comè "sviluppo sostenibile'\ "economia compatibile", ''.crescita zero", che hanno affollato l'irnmagi~ nario verde negli ultimi 18 anni. Non è tutto: nell'opera di Jonas si trova un'accezione non superficiale e non cosmetica dì bioetica, intesa qui non solo e non tanto come intervento normativo sulle potenzialità delle scienze biomediche ma come fonte complessiva d'ispirazione nel governo dei difficili rapporti tra scienza, tecnica, valori e società. Si ha la percezione, assai rara, che ci sia una rìceréa di senso da parte del filosofo tedesco (ho tralasciato di trattare gli aspetti metafisici de Il principio responsabilità) e, soprattutto (parla un nonfilosofo, orientato alla critica della scienza) ci siaun tentativo di analisi l\pplicataa casi concreti, a tendenze in atto, a processi di rilevanza irnmedi;itamente politica; tutti luoghi che hanno un estremo bisogno di rivisitazioni alla luce di una ricerca di senso. Nel generale smarrimento di quadri dì riferimento etico-politici, Jonas privilegia l'analisi del ruolo della tecnica e pone come centrale la sua critica, sia sul piano etico sia su quello politico. A me appare come una fonte irrinunciabile di ispirazione. HarryMathews Sigarette Romanzo L'amicoamericanodiQueneaue Perecraccontalastoriadell'enigmaticaElizabethedi dodicipersonaggilegatidarapportid'amore, àmicizia,sesso e denaro.· Varianti pp. 273 L. 28 000 MarinaJarre AscanioeMargherita Romanzo Un'avventurosastoriad'amoresullosfondo dell'epopeadeivaldesi,dallaresistenzacontro i soldatidel ducadi Savoiae del re di Franciaal «gloriosoritorno». Varianti pp. 333 L. 28 000 RuggeroPierantoni Segesta,domani Romanzo Unaclamorosascoperta èalcentrodi sospetti emanovremisteriose laveritàsembrafarsi sfuggente e contraddittoria,come le passionidegliscienziaticonvenutiinunluminosopaesaggiosiciliano. Varianti pp. 219 L. 24000 DavidS.Landes Banchieriepascià Finanzainternazionaleeimperialismoeconomico Dalleletteretraunvecchiobanchiereparigino e il suocorrispondentedall'Egittoemergein unmondodi imprenditori, faccendieri,affaristi e avventurieri,il momentodi trapassodalla tradizionalebancad'affariallenuovepiùspregiudicatesocietàanonime: NuovaCultura pp. 403 L. 60 000 Teorie tichecontemporanee acuradiCarloAugustoViano A un diffuso«bisognodi morale»risponde questaapprofonditariflessioneapiùvocisulla filosofiaeticaesulleformechehaassuntodal dopoguerra oggi. NuovaCultura pp. 272 L. 36 000 Bollati Boringhieri 31

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