CONFRONTI mancanza di interiorità; i loro .pensieri, le loro vite, le loro azioni segnalano il vuofo di esistenze fatte coincidere col ruolo sociale, mostrando la spaventosa alienazione, il deserto morale di chi dimentica se stesso per la parte che rappresenta, al punto da restarne prigioniero. Donneconpaesaggiofluviale rappresenta la vuota spettacolarità del nostro tempo. La traumatica scoperta di questo morboinvisibile che distrugge la propria e}'altrui umanità è attribuita, nell'opera,- all' aristocratico Heinrich von Kreyl. Durante una messa celebrati va per un esponente del partito cristiano-democratico, in una chiesa affollatissima, egli avverte improvvisamente lo spaventoso vuoto mascherato dal ridicolo rituale. Da quel momento data la crisi morale ed esistenziale di Heinrich von Kreyl, ·che rinuncia, rifiutando la carica politica che gli viene offerta, a contribuire, col proprio "funzionamento", al funzionamento del sistema. Non si tratta certo del primo personaggio - nell'opera tutta di Boli e in Donne con paesaggiofluviale in particolare - che pratichi il "rifiuto di rendimento". Prima di lui lo hanno infatti sperimentato, oltre ai numerosi outsiders che popolano la controsocietà di Boli - pacifici e meno pacifici eversori del sistema, abulici che praticano una resistenza passiva e che talora si fanno, come Katharina Blum, aggressivi-, le donne che intitolano il romanzo. Accorgendosi di amare più la giustizia che lo Stato, più l'eticità che la legalità, queste donne- mogli di politici e di banchieri - decidono, una dopo l'altra, di disertare un ruolo che le rendeva complici dei mariti e ciechi strumenti del potere. Sensibili e quindi capaci di reagire, spesso dotate di una grottesca, quasi "scandalosa" ipertrofia dei sensi (come la Leni Gruyten di Foto di gruppo con signora o la protagonista di L'onoreperdutodiKatharinaBlum), le donne acquistano un'importanza sempre maggiore nell'opera di Boli, direttamente proporzionale al messaggio di speranza che ad esse lo. scrittore affida. In Dorine con paesaggioflÙviale egli attribuisce a loro - e a chi, come loro, non sia ancora del tutto anestetizzato - quel poco di coscienza o qu~I tanto di libertà che basta a far saltare alcune maglie del sistema e a prefigurare nuclei · di una società alternativa. Al rifiuto deli 'integrazione, spinto fino al suicidio, da parte di alcuni personaggi femminili del romanzo, corrisponde la scelta della marginalità da parte del giovane von Kreyl, Karl, la cui esistenza è costellata di atti di diserzione, unica possibile forma di resistenza al terrorismo del capitale: dopo aver disertato il servizio militare e aver sottratto alle casse dello Stato una somma di denaro per pèrmettere a un 'amica di fuggire a Cuba, Karl, traumatizzato per l'ingiusta morte di un amico causata dal terrorismo delle campagne antiterroristiche, sfascia il proprio pianoforte e si ritira a convivere in un carrozzone con Katharina Richter, domestica e studiosa di sociologia e di letteratura, rubando e vendendo, per sopravvivere, le stelle delle Mercedes - scontati simboli del capitalismo - a un sovietico che ne fa collezione. Mentre alcune donne del romanzo fuggono dal mondo orribile del capitalismo trionfante, dalle condizioni alienanti di una realtà insopportabile, chi suicidandosi e chi emigrando a Cuba o in Nicaragua (per Hilde Krengler è infatti preferibile morire laggiù che vivere nella Repubblica federale), Katharina, la pura (attualizzazione della Madonna ovvero dell'omonima omicida Blum), e Karl decidono di restare. Katharina vi alleverà il proprio figlio e Karl farà il giurista per difendere i diritti delle minoranze. L'unica "patria" possibile- questo il messaggio che Boli affida, come si legge in testa al romanzo, "Ai miei., ovunque possano essere" - è, nonostante tutto, quella che. ci è toccata in sorte. Compito dell'umanità è avere il coraggio, uscendo dai ruoli pre'stabiliti, di lottare per renderla più abitabile per tutti. Con l'irregolare famiglia Richter - provocatoria variante della sacra 'famiglia-, composta da un aristocratico dinamitardo pentito e da una serva intellettuale che impongono alla discendenza il cognome della madre, Boli rinnova il messaggio evangelico scardinando, con gesto "eretico", il principio di autorità che ne aveva fatto il puntello ideologico dell'orçline patriarcale e, implicitamente, del nichilismo che mina alle radici la società borghese. Nel nome del figlio che deve nascere, Heinrich Richter, si può leggere la sigla dello scrittore, cifra trasparente del nome di Boli, ovvero della vocazione (Richter significa "giudice") che per lui rappresenta da sempre la scrittura. Poiein significa infatti - così si esprime in un discorso in memoria di Rupert Neudeck, un giornalista (non un "artista" ,come precisa) praticamente impegnato nell'assistenza alle popolazioni del Terzo Mondo e nella difesa dei diritti dei lavoratori stranieri nella Repubblica federale- non solo "poetare" nel senso della creatività fantastica e visionaria, ma anche e soprattutto fare, nel senso non di "agire", ma di "costruire". Commemorando Rupert Neudeck e postulando quale nuovo ambito dell'estetica la bellezzadella giustizia, Boli parla dunque anche per sé. Solo che il suo fare può significare "costruire", ma -.come già per Robert e Johanna Fahmel in Biliardoalle novee mezzo - anche "distruggere". Scrivere equivale ormai per lui - deluso dalla mancanza di incidenza della cultura nella società, della sua riduzione a feticcio per una borghesia sempre più ottusa erapace-soltantoa''giudicare",ovveroadenunciarelamancanza di giustizia nel suo paese e nel mondo. Il "rifiuto di rendimento estetico" di Boli, di cui Donne con paesaggiofluviale è la più radicale testimonianza, è simboleggiato da un angelo vendicatore, invisibile giustiziere che, per distruggere ogni chiesa ovvero per smascherare come menzogna ogni armonia precostituita, implacabilmente fa a pezzi tutti i pianoforti dei banchieri, cominciando da quello che fu suonato da Beethoven - con un gesto che ricorda il protagonista del Doktor Faustu,s manniano, che di Beethoven voleva "ritirare" l'Inno allagioia. Dopo aver tematizzato in Opinioni di un clown (1963) la 27
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