Linea d'ombra - anno VIII - n. 50 - giugno 1990

ghilterra e di San Giorgio: un collage umano di rosso, bianco e blu. C'erano sei sportelli, da cui partivano delle balaustre per incanalare la gente in coda, e c'erano un mucchio di persone sedute su queste balaustre o che stavano in piedi direttamente di fronte agli sportelli, per essere sicuri che sarebbero stati i primi ad impadronirsi del biglietto quando gli sportelli si fossero aperti. Altri, come Keith e me, camminavano attorno a quella zona tanto per mescolarsi alla folla e sentire le ultime notizie. Keith attaccò bottòne con un gruppo di Geordies che, sebbene facesse abbastanza caldo, portavano sciarpe di lana. Uno di loro era pieno di lividi e graffi. "Cristo, amico!" dissi "tu devi esserti pestato". "No, " rispose, "sono caduto giù dal tetto di un treno". Scoppiai a ridere. "Che cosa ci facevi lassù?" Uno dei suoi compagni ci raccontò tutta la storia mentre quel tizio era un poco imbarazzato dalle nostre risate. Erano stati aBi arritz e il suo compagno aveva perso tutti i suoi soldi giocando a black-jack al casinò. Ne aveva abbastanza per arrivare a Bilbao dove pensava di procurarsene un altro po' telegrafando alla sua banca, ma sul malandato treno da San Sebastiano aveva avuto una grande idea per fare quattrini. Sfortunatamente l'ispirazione gli era arrivata dopo che aveva già bevuto un bel po' di alcoolici. "Ma sì, ragazzi", aveva annunciato, "salirò sul tetto del treno e canterò. Chi vuole scommettere 500 pesetas che posso farlo?"Nel vagone non mancò certo la gente disposta amettere qualche soldo in un cappello che fu fatto girare. Quello si spogliò fino arimanere in mutande e si arrampicò fuori dalla finestra. Normalmente sarebbe stato in grado di farlo, ma sotto l'influsso dell'alcool non sembrava poi tanto facile. Non fece a tempo a tirarsi su in piedi sul tetto che ne cadde giù. Qualcuno tirò l'allarme e quando i freni del treno stridettero tutti si precipitarono indietro lungo i binari, angosciati per la salute del Geordy. Questi emerse dai cespugli lungo la ferrovia, pieno di lividi e di contusioni ma senza altre ferite. Le prime parole che pronunciò furono: "Ragazzi, i soldi non vi verranno rimborsati". Il povero poliziotto ferroviario spagnolo non poteva capirci un accidente, e nemmeno gli altri passeggeri. Keith e io scoppiavamo dalle risate. Avevo notato nei miei viaggi in Inghilterra che tutti i Geordies seJT\branoessere grandi bevitori. Non avevo mai incontrato nessun altro gruppo di tifosi che potessero bere più di loro. In effetti, più tardi in Spagna dovevo vedere uno stupido tifoso del Chelsea provarci e finire con le gambe a pezzi, mentre i Geordies erano ancora sobri. Dalla folla si levò un lungo muggito. Pensai che avessero aperto gli sportelli della biglietteria, ma guardandomi attorno vidi un grosso skinhead e un suo amico scendere dalla collina verso l'arena tenendo in alto sopra la testa bottiglie di vino rosso e inneggiando "Inghilterra! Inghilterra!". Erano tutt'e due ubriachi e era impossibile ridurli alla ragione . . Lo skin-head portava un giaccone verde americano svolazzante con la cerniera aperta fino alla cintura, era senza maglietta e aveva la bandiera inglese tatuata sul petto. Andarono barcollando attorno a quello spazio aperto, sempre inneggiando "Inghilterra ti amiamo", poi scesero dalla collina vacillando insieme mano nella mano, bevendo a larghi sorsi dalle loro bottiglie di vino. Dopo che se ne furono andati qualcuno mi disse che si aggiravano lì attorno ubriachi fradici da tre giorni. Nessuno sapeva da dove venissero perché non si erano mai fermati abbastllJ'!Za da permettere a qualcuno di scambiare con loro una parola sensata. Lo skin-head era stato fotografato sulla prima pagina di un importante quotidiano spagnolo sotto il titolo "Questo è un tifoso dell'Inghilterra". Dio sa che cosa abbia pensato lo spagnolo medio vedendolo. (...) Passarono le cinque e gli sportelli, contrariamente a quanto si aspettava, non si aprirono. L'atteggiamento amichevole della gente cominciò amodificarsi. Un paio di persone picchiò con violenza contro le serrande di legno. "E dai, apri!". Tutti erano d'accordo nel ritenere che ogni eventuale incidente avrebbe avuto come causa soltanto l'impossibilità per noi di ottenere biglietti per la partita. Saltarono fuori alcuni spagnoli con delle grosse mazzette di biglietti, che andavano offrendo a prezzi altissimi 0di bagarinaggio. Qualcuno pagò 3,000 pesetas per un biglietto che ne costava 300, e un gruppo di tifosi del Leeds li circondò protestando perché avevano accettato quel comproIL CONTESTO messo. "Non potete acchiapparvi gli scarti. Stanno cercando di buttarci fuori." Uno di quelli del Leeds diede uno.spintone nel petto a un bagarino spagnolo. "Ehi, straccivendolo, levati di torno". Anche un altro si fece vicino al bagarino. "Scusa amico, a quanto li fai?". "Tremila pesetas, se'or". "Fammi vedere". Lo spagnolo gli mostrò i biglietti. Il tifoso del Leeds volle vederne due da vicino, se li cacciò in tasca e si allontanò di cinque passi, verso i suoi amici. Lo spagnolo gli corse dietro, ma ricevette un altro spintone in pieno petto. "Alza i tacchi, Spagnoletta, o vai a beccarle". Lo spagnolo, vedendo che di quel passo le avrebbe prese senza ricavarci niente, si allontanò. Altri, vedendo quello che era successo, fecero lo stesso. Un nordico ciccione tentò di fare lo stesso scherzetto, ma lo spagnolo ebbe 1'impressione di avere maggiori possibilità contro il ciccione, lo afferrò al collo e lo trascinò verso la folla di spagnoli che si era radunata ai bordi del piazzale della biglietteria. Il gruppo di Leeds vide la scena e ruppe gli indugi, riempiendo lo spagnolo di sberle in testa e facendolo scappare di corsa. Proprio in quel momento un italiano passava sul piazzale con una scatola piena di coccarde, senza sapere niente del malumore diffuso fra i tifosi inglesi. Non fece a tempo a fare cinque passi che qualcuno gli mollò un pugno a una tempia. Lasciò cadere allora le sue coccarde e scappò di corsa; qualcuno raccolse la scatola e la lanciò in aria, spargendo coccarde dappertutto. "E adesso fuori dai piedi, bastardi terroni, e non cercate di riprovare a buttarci fuori", gridò qualcuno. Improvvisamente arrivò la polizia e attraversò il piazzale, seguita dall'italiano che agitava le braccia come un pazzo. Quello che gli aveva mollato la sberla sparì, e qualcun altro fece lo stesso. L'italiano indicò alcuni che non c'entravano, e la polizia spagnola cominciò a perquisirli cercando le coccarde rubate. Si raccolse una folla - volavano insulti e accuse: da un lato gli ambulanti italiani e spagnoli, dall'altro i tifosi inglesi. Il capo dei poliziotti, che parlava un po' l'inglese, annunciò la sua decisione, alla quale tutti dovevano obbedire. L'ambulante italiano derubato non avrebbe ottenuto nulla; gli spagnoli dovevano rientrare alle l~ro bancarelle; e gli inglesi dovevano allontanarsi dal piazzale: gli sportelli infatti non sarebbero più stati aperti, perché i biglietti erano stati tutti venduti. Un paio di persone si mise a discutere col poliziotto, ma senza molta fortuna. lo tornai con Keith verso la collina: saremmo tornati in centro a passare in rassegna i bar per vedei:ese qualcuno aveva informazioni o addirittura biglietti. Facendo questi giri avemmo l'impressione che qualcosa come la metà della gente che s'incontrava fosse in possesso di biglietti. Cominciavo a essere un po' preoccupato, ma decidemmo di berci sù: se necessario avremmo potuto, come ultima risorsa, comprare i biglietti da un bagarino. Ci stravaccammo in un baretto, e più tardi, in serata, fummo ayvicinati da un gruppo di tifosi inglesi di Manchester con i quali cominciammo a chiacchierare. Erano stati tre giorni a Bilbao, e avevano da raccontarci una storia interessante. La sera prima si erano tutti radunati in un grande bar-ristorante lungo i:l fiume, perché si era sparsa la-voce che i tassisti locali stavano vendendo biglietti nel grande posteggio di taxi che era lì a due passi. Due tifosi avevano comprato biglietti a un prezzo molto superiore a quello nominale, e i tassisti stavano agitando mazzette di biglietti e sfottendo i tifosi inglesi, che, subito fuori dal bar, avevano formato un gruppo numeroso. Un tizio aveva attraversato la strada accostandosi al gruppo dei tassisti, poi aveva acchiappato un po' di.biglietti ed era corso via verso i tifosi inglèsi senza pagare. Allora uno dei tassisti si era fatto avanti offrendosi di sfidare a cazzotti uno qualsiasi degli inglesi. Un inglese si era a sua volta fatto avanti, facendo finta di non aver capito, e, quando il tassista ancora non se l'aspettava, gli aveva mollato un gran.diretto, stendendolo. Gli altri tassisti a quel punto si erano slanciati in suo soccorso, e questo aveva fatto sì che anche i tifosi inglesi si gettassero in massa nella mischia. Si era visto lampeggiare un coltello e uno dei tassisti era stato ridotto in fin di vita a ·coltellate (si diceva che poi fosse morto). Alla fine era arrivata la polizia e uno dei t\fosi inglesi era stato portato via. . 23

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