IL CONTESTO Demagogia sui bambini Partiamo ancora di Serena Cruz Marcello Flores · A più di un anno dalla vicenda di Serena Cruz, si poteva pensareche chi se ne fossenuovamenteoccupatoavrebbeevitato di riproporreuna facilee falsasceltadi schieramento,cercandodi cogliere lo spessore drammaticamenteproblematicoe ambiguo di quella vicenda. Non è stato cosl. Un'autorevole scrittrice è scesa in campo per avvalorare - col carisma del nome e col fascinoche sempre esercita una scrittura evocativo-asseverativa - quella che, a caldo, era stata la reazione della stragrande maggioranzadella gente, mass-mediae opinion-makersin testa. Propriola distanza degli avvenimenti, invece,e la possibilità - standoalle notizie che si·possonoavere~ che lavicendasi sia conclusameno traumaticamentee drammaticamentedel previsto,almenoper labambina,suggerisconoche siapossibileevitare di "prendereparte" e di schierarsi.Non per cercarequel tanto di veritàche esiste sempre inognunadelle due parti avverse,maper rimarcare l'improponibÌlità di un'alternativa che vede il valore degli affetti e del sentimentocontrapporsi a quello della legalità e del diritto, fronteggiarsidue atteggiamenti incomunicabiliprima ancorache incomparabili: la difesa della legittimitàe dell'uguaglianzadi fronte alla legge da una parte e l'amore dall'altra. Si è assistito, purtroppo, a un continuo valzer dell'ipocrisia. Ogni presa di posizione, più o meno legittima, veniva fatta in nomedelbene e dell'interesse di Serena. Cossiga, lotti, Vassalti, J ervolino,per restare alle autoritàpiù illustri, hannofatto sentire la lorovoce:chenon si eramaiuditainprecedenza, benchéil caso di Serenanon fossené il primoné il più gravedrammadell' infanzia venutoalla loro conoscenza.Come non si era uditaquando la leggeadesso sotto accusa venivadiscussa e promulgata,quando laCortedi Cassazionedettavalapropria giurisdizioneinmateria, quandolo stato assistenzialeveniva indebolitoe minato,quando il drammadell'emarginazione,dellamiseria,dell'ignoranza,dell'indifferenza alle piaghe sociali mostrava con chiarezza che sarebbestata l'infanzia a essere la prima vittima di un benessere .tutt'altro che generalizzato. Analoga l'ipocrisia dei mass-media, quotidiani in testa, che hanno scelto la facile e gratificante soluzione di "stare con la gente", amplificandone gli atteggiamenti e i sentimenti, per riscattarela lorocompromissionecon ilpotere, il lorodisinteresse per i drammi anonimi e generali e per le situazioniendemiche e strutturali,la loro indifferenzaa quella realtà socialeche sarebbe lorocompitoprofessionaledocumentare,la lorocorresponsabilità nel trionfodi una culturadel compromessoe dell'accettazione del fattocompiuto. Fingendouna volta tantodi mettersicontro il Palazzoe il Potere, essi hanno scelto un caso individuale, in cui il coinvolgimentoemotivo della gente poteva esimerli da razionalitàe correttezzaprofessionale,contribuendocosì a individuare nell'ultimo anello di una lunga catena i capri espiatori su cui riversare la rabbia popolare. . Robusta anche l'ipocrisia degli esperti, cui non è sorto il dubbiocheproprio lapossibilitàdi pareri cosìoppostiedivaricanti fossela prova dell'impossibilità di certezze scientifiche.Ignari di costituiredei meri supportistrumentalia sceltealtruie illusi di 18 rappresentare il fondamento irriducibile di ogni decisione, non hanno colto l'occasione per relativizzare la propria sapienza e sottoporre a verifica la propria conoscenza, ma hanno voluto esibire,sollecitatinel protagonismo,la propriagrettae apodittica saccenteria. Ipocritianche i giudici,chepur richiamandosicontinuamente ali' "interessedel minore"hanno tesopiù che altroa difendere la propriaformalecorrettezzaprofessionalee il proprioruolo istituzionale, spacciando per verità delle ipotesi e per certezze delle, supposizioni.Invece di tentare un dialogo che servisse, pur con difficoltà,a renderepiù consapevolel'opinione pubblica, si sono contrapposti a quest'ultima con l'arroganza di chi pensa che il propriooperato non possa venir messo in discussione,irrigidendosi in un comportamentodannoso. Ipocrita infineNataliaGinzburg,che assolutizzae generalizza senzamediazioniedistinzioniincategorie morali tutti i giudici minorili, tutti i genitori cui sono "strappati" i bambini e tutti i bambini medesimi; basandosi per sua stessa ammissione sulle sole notizie di una stampa che.ellacontinuamenterimproveradi "inzuppare il pane" nella sofferenzaaltrui, facendotutt'un fascio della giustizia minorile per aver partecipato a un paio di noiosi convegni, riferendosi a uno stato sociale operante solo nella Costituzione e nelle leggi ma certo non esistente nella realtà, · avvalorandoinfine la sua tesi con argomentazionipsicologichee giuridichecontraddittoriee di segno opposto. Comegiudicare lapretesadella Ginzburgche i giudici,prima di giudicare, vadano a vedere e conoscere il minore, come se questo fosse il loro compito e come se quest'atto potesse mai garantire una decisione più equa e ponderata? C'è in questa richiesta- che vi sia consapevolezzao meno- il.desiderioche ilgiudicesi faccia supplentedi tuttociò che non funziona(da una leggecarentee/o contraddittoriaai limiti strutturalie culturalidei servizisociali) e che si facciacaricodei mali che elettori ed eletti non sono riusciti democraticamentea risolvere in oltre quarant'anni di vita della Repubblica(dal problema della casa a quello del lavoro,da quellodell'ignoranza e dell'analfabetismoa quello . dei valori e della solidarietà).Strano che lo si chieda al giudice minorilequandopoi si denunciala sua incapacitàe siprospetta la sua scomparsa, come è strano che lo si accusi di eccesso di discrezionalità,di troppo ampi e incontrollati poteri, e poi lo si esortia essere ancor più discrezionalee incontrollatogiudicando nel caso specifico di Serena.Un po' di coerenza, forse, sarebbe necessaria fo una materia così delicata. In sintonia con un percorso storico distorto e squilibrato che ha origine nello stesso momento in cui si inaugura la specifica giurisdizione minorile, si vuole sempre più che il giudice si trasformida tutoredeidirittiaprocacciatoredibenessere,che egli suppliscalemanchevolezzedei servizi e facciadelladiscrezionalitàcheè propriadei servizila basedel propriooperato,mettendo magari tra parentesi il proprio ruolo di garante dell'universalità della legge.Discrezionalitàe garanzie difficilmentevanno d'ac-
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