Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

MUSICA prima forma di diffusione furono_le re~istrazi~~i P°;Vate ~~ nastr~ magnetico. La satira acuta della s1tuaz1onepoliuca, 1temi musuah e illeciti per quegli anni attirarono anche su di lui l'attenzione del potere che lo espulse dall'Unione ~egli Sc°:tt?ri _edei Ci?easti. Ne! '74 emigrò. Lo accolse la Francia. A Pangi diven?e 11punto d! riferimento artistico e culturale per tutta l'emigraz10ne russa. V1 morì per un banale incidente nel 1977.'ln tutta l'Unione Sovietica le sue canzoni continuarono a circolare circondate da quell'alone di mistero e di rischio che negli anni brezneviani accompagnava quasi tutte le manifestazioni cul~ali. (?ggi i su?i _disc~i ~n~ ripreso da poco a essere stampati m Umone Sovietica, 1g1ov':1°1 teatri-studio sbocciati come funghi all'ombra della perestrojka fanno·a gara a organizzare serate ispirate alle sue composizioni. Drammaticità e satira, chitarra e filosofia. In queste parole, titolo di uno di questi spettacoli, si concentra l'attività artistica di Galic. Dopo una serata di festa Sul far de! mattino, quando a innamoramenti, tristezza e invidia sarà venuto sonno, gli ospiti si faranno passare la sbornia e berranno acqua col ghiaccio, la padrona di casa dirà: vol,ete ascoltare una vecchia incisione? E la mia voce velata entrerà in una casa sconosciuta. I cubetti di ghiaccio nel bicchiere tintinneranno delicati e fragili, una mano inizierà a tracciare uno strano ghirigoro sulla tovaglia, la chitarra suonerà e girerà il nastro, le nuvole partiranno per un lungo viaggio ad Abakan. (5) Poi un ospite a caso dirà: Danno i brividi scherzetti come questi; invano l'autore pensa di saperla tanto lunga! Ma che dite, Ivan Petrovic, gli risponderà la padrona di casa - I' autore non ha nulla da temere è morto cent'anni fa... A. Galic All'intimismo di Okudzava, alla satira filosofica di Galic fecero per anni da contrappunto la voce rauca e arrabb~ata, i ~er~i aggressivi e violenti, le tematiche scabre e accese di Vladimrr Vysockij. Poeta, cantante, attore del mitico Teatr na Tag~e (Teatro Taganka) di Jurij Ljubimov, Vysockij rappresentò per più di un decennio la gioventù sovietica, le sue aspirazioni, le sue frustrazioni, le sue speranze, le sue rabbie. Le note frenetiche e incalzanti delle sue canzoni risuonavano ovunque a Mosca, anche negli anni in cui ufficialmente la sua attività poetico-artistica non era ancora riconosciuta, era anzi osteggiata. Anche per le sue composizioni alla poesia dei testi, al significato della musica, all'accompagnamento con la chitarra (ritenuta ancora negli anni Sessanta strumento borghese-decadente), alle tematiche attuali e scottanti si aggiunsero nell'apprezzamento della gente il fascino del proibito, la luce della provocazione, il gusto del coraggio. Arte e vita quotidiana, politica e sentimenti. Tutto si mescolava nella satira poetica di Vysockij che si andava intanto distruggendo con l'alcool, aggiungendo anche i tratti di poeta maledetto alla sua figura di bohémien già tipizzata e marcata. Forse solo i versi di Puskin hanno goduto in Russia di una popolarità, di un amore, di una diffusione maggiore. Quando Volodja Vysockij morì, nel 1980, ai suoi funerali partecipò tutta Mosca. La città era stata "chiusa" per 90 Vladimir Vysockij. le olimpiadi, in teoria nessuno poteva lasciarla né acce_dervi,ma ventimila persone vi convennero per rendere ?ma~gio al lor? poeta. La polizia intervenne a cavallo, ma nulla nusc1 a fermare il flusso ininterrotto di cittadini che si recavano nel foyer del teatro a visitare la salma. Attorno al feretro, a turno, qualcuno leggeva ad alta voce i testi delle canzoni e gli altri li copiavano sotto dettaura. Non erano ancora stati pubblicati in libro. Oggi anche Vysockij è riconosciuto poeta e cantautore degno di onore e attenzione, i dischi di quasi tutti i suoi concerti sono stati p~bblicati, ma il su~ alone mitico non è venuto meno. La sua tomba e sempre coperta d1 fiori freschi e proprio là,al cimitero Vàgan 'kovskoe, negli anniversari della sua morte si celebranù spettacoli di poesie e canzoni. Le corde d'argento Ho una chitarra - fate largo pareti! Non vedrò il secolo della libertà per colpa del gramo destino! Tagliatemi la gola, tagliatemi le vene, ma risparmiate le corde d'argento! Sprofonderò nella terra, sparirò su due piedi. Chi intercederebbe per la mia giovane età? . Mi sono penetrati nell'anima, me la fanno a pezzi. Risparmino almento le corde d'argento. Che sarà mai, ragazzi? Non riuscirò a vedere giorni luminosi, notti senza luna? Mi avevano rovinato l'anima, privato della libertà, e adesso hanno strappato le corde d'argento! V. Vysockij Quasi tutti i bardi russi nascono com_epoeti._~er_lorola de_fini,- zione è bardy, poety, prima che cantano o mus1c1st1.La musica _e un accompagnamento per la loro poesia, nasce sempre dopo che 11 testo è stato creato. Un esempio significativo viene da Novella Matveeva, poetessa che iniziò a comporre alla fine della gue_rra._Si accompagna con la chitarra, la sua voce è estremamente flebile, mfantile, acuta, quasi stridente tanto è delicata. Il romantico è l'eroe delle sue canzoni, anche se, ed è lei stessa a dichiararlo, non sempre le sue possibilità vocali le permettono di manifestarlo a fondo.

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