Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

MUSICA Le esigenzeartistico-estetichedelpotere sovieticorestaronole stesseper molti anni. Anche alla soglia degli anni Sessanta,poco dopolamortedelprimo"cantautore"russo, leUnionideiMusicisti e degli Scrittoriesigevano ancora testidi stampopropagandistico, comunque ottimistico ad oltranza. Addirittura dal repertorio folcloristico-popolareerano statibanditii canti troppomalinconici,in cui il destino dei protagonisti fosse troppo infame. Prevalevano canzoni e testi inneggianti al futuro radioso, roboanti con accompagnamenti o sottofondi musicali solenni e magniloquenti. Di spazioper l'intima evocazione dei sentimenti, per la quotidianità elevataa poesiadall'esperienza vissutao per l'atavica tristezzadel popolo russo ne restava ben poco. Proprio in quegli anni però si manifestarono con sempre maggiore intensità i fenomeni che portarono alla nascita della canzone d'autore moderna. Le prime avvisaglie furono le cosiddette stucknceskie pesni (canzoni studentesche), composte e cantate con la chitarra attorno al fuoco durante le gite e le vacanze dagli studenti, i futuri intelligenty che in quel periodo si dividevano in "flziki" (fisici) e "liriki" (lirici), a secondache attribuisseromaggiorimportanzanellavitaallascienza o all'arte. Il dibattito fu molto acceso. Risposte, o per meglio dire, interpretazionidi questo problema, divennero le canzoni dei bardy, che per alcuni decenni si alternarono o. convissero nel panorama culturale russo ufficioso,quasi proibito. Suquestosfondo iniziòlapropriaattivitàpoetica,allafinedegli anni Quaranta, un giovane maestro di scuola, poi collaboratore della "Literaturnaja gazeta", di origine georgiana, ma nato a Buia!Okudzava. Mosca,BulatOkudzava. Cominciòa scrivere poesie e a musicarne alcune per sé, per una stretta cerchia di amici. Scriveva di Mosca, città che amava al di sopra di ogni altra, delle sue vie, dei suoi cortili, in particolare di quelli dell' Arbat, quartiere distrutto dagli interventiurbanistici negli anni Sessanta, dell'amore, della guerra,cantandoinogni forma,al di fuori di ogni retorica,lapace. Questogli valse un'accusa di pacifismo, negli anni incui l'espan- . sionismo era la politica del paese. Presto le sue composizioni si diffusero.I testivennerocopiati amano incentinaiadicopie, i suoi "concerti" riprodotti su nastri magnetici pirata. Divennenel giro di pochi anni il cantore della vita quotidiana intima e fatta di piccoli particolari, sull'onda di pochi e semplici accordi alla chitarra, di arie ispiratea marcette o ballatepopolari. L'ironia acuta e penetrante anche se mai violenta o colma di rancore, è stata una delle grandi novità della sua poesia. In un mondopoetico fatto di retorichepredicaz10nie pomposecelebrazioni, s'inserì quasi senza che lo volessequesto poeta che trattava la guerra con il dovuto rispetto per il dolore che aveva procurato agli uomini, ma che sottovoce rideva dei comandanti altolocati, delle situazionialtisonanti, delle divise più importantidell'uomo che ci stavadentro, un poeta che decenni prima della perestrojka parlavadi Stalin come di un "gatto nero" che abita sornione in un androne e tende trappole agli uomini. Moscae il pubblico sovieticohannosempremanifestatoal loro bardola stimae la considerazionecheoggi, ufficialmente,gli sono tributati da tutto il paese. A poco a poco la voce del poeta del quartiere dell'Arbat divenne il simbolo di un modo di essere moscovitae sovietico: uomo intelligente, acuto cronista, ironico critico della vita, raccolto e raffinato cantore dell'anima russa. Canzone dell'infermiera Maria Che cosa ho detto all'infermieraMaria, mentre l'abbracciavo: "Sai, le figlie degli ufficiali noi, soldati, non:ci guardanoneppure". E un campo di trifoglio era sotto di noi, quieto come un fiume, e le onde di trifoglio si rincorrevano e noi si dondolava su di loro. E Maria, spalancando le braccia, nuotava in questo fiume, ed erano neri e senza fondo i suoi occhiazzurri. E io dissi all'infermiera Maria quando si fece giorno: "No, tu pensa, le figlie degli ufficiali non vogliononeppure guardarci". (4) B. Okudzava Nel cuoree nellementideimoscoviti,primadi tutto,madi tutti i sovieticie di tutti i russi ovunqueresidenti, il nome di Okudzava si associaa quellodi due altrigrandibardi: Aleksandr(Sasa)Galic eVladimir(Volodja)Vysockij.AleksandrGalicnacquenel 1919, divenne nel 1945 drammaturgo professionista di successo. In URSS rappresentarono dieci sue commedie. Le migliori furono proibite.Dall'inizio degli anni Sessanta si diffusero le sue poesiecanzoni.Dapprimabenevolee scherzosescenette ispiratealla vita sovietica,ironichemabasatesullaquotidianitàgiocosa,in•seguito, successivamentealla "lite" diChruscevcon l'intellighenzia, satira spietataconun bersagliobenpreciso: la nomenklatura. Ancheper la sua produzione, come per quella di Okudzava e Vysockij, la 89

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