Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

5 P E T T A C O L O IL RITORNO DI PULCINELLA INCONTROCON BRUNOLEONE a cura di Goffredo Fofi Lo storico Romeo De Maio ha pubblicato presso Sansoni il saggio più ampio, informato, completo e complesso sul "personaggio Pulcinella", nella storia e nel 'arte. Ci è sembrata un' occasione buona per affiancare alla recensione del libro un incontro con Bruno Leone, giovane e bravissimo burattinaio napoletano, uno dei pochi "poeti dello spettacolo" che oggi agiscono nel nostro paese. Mi racconti com'è che sei diventato burattinaio? Tu eri architetto, se non sbaglio ... È stato un caso. Mia sorella era salita a Milano a frequentare dei corsi di teatro, e conobbe lì Zampella, il burattinaio napoletano. Tornata, mi parlò di quest'uoi:no, volle andarlo a trovare e io l'accompagnai, ed effettivamente rimasi molto colpito da questa persona. Allora io ero laureato in architettura e avevo iniziato a lavorare come architetto a Palermo, con mio fratello. Che anno era? Quanti anni avevi? Era il '78 e avevo ventott'anni, forse ventinove. Io e mia sorella volevamo mettere su una scuola per Zampella, ma non trovammo i soldi, e oltretutto Zampella era piuttosto restio ... Pensava che il teatro dei burattini sarebbe morto con lui: basta, finito, e non doveva più rinascere. Ma io mi misi in testa di fargli cambiare idea .e, un po' per gioco, di imparare io a fare il burattinaio. Con me era più geloso che con altri. So, per esempio, che aveva mostrato più volte ad altri la "pivetta", quello strumento molto personale che serve a fare la voce di Pulcinella. A tutti meno che a me. M~ io andai a MiÌano e due amici della scuola del Piccolo, dove Nunzio Zampella aveva fatto delle dimostrazioni, mi fecero vedere un video in cui Nunzio mostrava come era fatta la pivetta; più in generale fu da quel video che cominciai ad Bruno leone (in un folo di Mauro Foli) e i suoi burattini. appassionarmi davvero, a pensare che dovevo fare questo lavoro. Mi scrissi un canovaccio a partire da storie di Pulcinella che conoscevo, e poi appena arrivato a Napoli mi costruii da solo una pivetta, sbagliando un po' le dimensioni. Poi andai a trovare Nunzio e gli dissi che la pivetta me l'ero fatta da solo. La volle vedere, e disse: "Con questa tu ti puoi sfaticare, aspetta che ti dò quella che ho preparato io per te", e mi dette una pivetta di lamiera, delle dimensioni giuste. Sulla base di quella me ne costruii un'altra migliore perché quella era di latta; io me la feci di ottone, e cominciai a fare gli esercizi. Che tipo di persona era Zampe/la? Umanamente, era una persona eccezionale, era veramente un maestro, oltre che un artista. A volte mi faceva anche venire i nervi, perché il suo non era un insegnamento, come dire, didattico, bensì un in!,egnamento morale, di vita, ma così facendo mi ha dato l'impostazione fondamentale, perché la base del lavoro di burattinaio non è la tecnica, è l'amore per questo lavoro e per i burattini. La tecnica va bene, ma al servizio di tutt'altre cose! Per Nunzio lo spettacolo era un impegno di vita, un fatto di morale. Aveva dei significati da trasmettere alla gente, e queste cose lui ce le aveva chiarissime. Aveva chiarissimo il fatto dell 'importanza della maschera. E le sue idee sulla maschera l'hanno riprese in diversi, per esempio De Simone. Quando è 'mortoZampe/la? Come è proceduto il suo insegnamento? Zampella è morto nell '86, dunque l'ho frequentato per quasi dieci anni. Con me da principio ha insistito sull'uso della pivetta, 79

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==