IL CONTESTO complesso, e di essere quindi di altezza media, e di essere; ancora, gli spettatori di una grande sfilata che duri un'ora, nel corso della quale l'intera popolazione del paese passa davanti ai nostri occhi. Lo spettacolo sarebbe più o meno questo. Prima sfilerebbero i più piccoli (cioè i più poveri), "gnomi minuscoli ... delle dimensioni di un fiammifero, di una sigaretta ... casalinghe che hanno lavorato per un breve periodo di tempo e che quindi non hanno nulla di simile a un reddito annuo ... ci metteranno cinque minuti, a sfilare." Verranno seguite, per cinque o sei minuti, da personaggi di altezza superiore a quella degli gnomi, ma sempre al di sotto del metro: vecchi pensionati, donne divorziate, disoccupati. Poi, per quindici minuti sfileranno coloro la cui altezza è compresa tra il metro e il metro e venti: lavoratori a basso salario, spazzini, bigliettai della metropolitana, alcuni minatori, impiegati non specializzati. Un gran numero degli appartenenti a questa categoria saranno neri o dioob~ . Quarantacinque minuti dell'ora di durata totale della sfilata passeranno prima di vedere arrivare persone delle nostre dimensioni: impiegati statali, insegnanti, capi reparto, alcuni agricoltori. Negli ultimi sei minuti della sfilata arriverà il dieci per cento della popolazione: da principio personaggi alti più o meno un metro e ottanta- presidi, laureati, ecc. Negli ultimi pochi minuti sfileranno i Giganti: avvocati alti sei metri, medici più o meno della stessa altezza, commercialisti alti sette o otto metri. All'ultimo, ultimo minuto sfileranno chirurghi e giudici alti una ventina di metri. Alla fine, proprio negli ultimi secondi, "la scena è dominata da figure colossali: persone alte come grattacieli, per lo più uomini d'affari, dirigenti di grandi aziende, pluridirigenti di multinazionali". Vista in questa lucé, la •~societàaffluente" dei paesi a capitalismo avanzato assume un aspetto assai sconcertante. Diventa ancora ,più sconcertante se prendiamo iQconsiderazione il terzo dei nostri paesi, la Svezia, e le statistiche relative alla distribuzione della ricchezza nel periodo 1930-1975. Per quasi l'intera durata di questo periodo, la Svezia era governata da un partito socialdemocratico, che aveva come punto principale del programma politico la ridistribuzione della ricchezza, la correzione delle diseguaglianze innate del capitalismo. Il quadro fornito dalle statistiche non è dei più consolanti. Se, come abbiamo fatto con la Gran ~retagna, prendiamo in considerazione l'uno per cento delle famiglie, le più ricche1 allora la loro parte di reddito tassabile netto è diminuita in modo1lotevole, dal 47 per cento nel 1930 al 17 per cento nel 1975. Ma le statistiche che riguardano l'ottanta per cento delle famiglie, le più povere, raccontano una storia non dissimile da quella britannica - si passa dal 2 per cento del reddito tassato nel 1930a unmodesto25percentonel 1975. Inqltre,comein Gran Bretagna, dal 1975 al 1983 queste tendenze che progredivano con molta lentezza si sono rovesciate, e la parte di reddito lordo posseduto dall'uno per cento di famiglie ricche in Svezia ha ricominciato a salire (dal 17al 19,5percento). Il caso della Svezia, quindi, è particolarmente scoraggiante, perché in nessun altro dei paesi a capitalismo avanzato il partito socialdemocratico è stato al governo per tanto tempo, ma i risultati, in termini di distribuzione della ricchezza, sono stati molto modesti e apparentemente soggetti a un facile rovesciamento di tendenza. Che cosa significa questo quadro statistico in termini umani? Al fondo della scala sociale (tra i pigmei della nostra parata) nei paesi a capitalismo avanzato, c'è quella che è stata sovente definita una sottoclasse, parecchi milioni di persone che vivono al o sottoil livello di povertà ufficiale. In Italia il rapporto finale della commissione Gorrieri sulla povertà, voluta nel 1983 da Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, ha stabilito che il 6,9 per cento della popolazione del nord e del centro del paese viveva 6 sotto il livello di povertà ufficiale, numero che saliva al 18,4 per cento al sud e nelle isole. Chi sono queste persone? Il rapporto Gorrieri ha rivelato tre gruppi principali, che costituiscono più o meno la categoria dei molto poveri anche negli altri paesi europei. Il primo gruppo è costituito dai vecchi, che molto spesso vivono soli, il cui numero cresce in modo sensazionale in tutta l'Europa con il cambiare della struttura della popolazione. Ogni inverno in Gran Bretagna ci sono centinaia di morti per ipotermia, vecchi incapaci di procurarsi il calore indispensabile alla sopravvivenza. E alla povertà fisica di queste persone bisogna aggiungere la terribile povertà spirituale della solitudine. Al secondo gruppo appartengono i giovani disoccupati o sottooccupati che vivono nelle periferie urbane, un gruppo spesso decimato e distrutto dall'uso di droghe pesanti, specialmente di eroina. Giovani come quelli conosciuti dal giornalista Jeremy Seabrook in una zona di abitazioni simili a caserme nel sud di Londra all'inizio dell'estate del 1984; ragazzi dai 15 ai 17 anni, tossicodipendenti consumatori di eroina che consideravano la ·droga un mezzo per sfuggire al travolgente senso di futilità, di noia e di disperazione. "Le metafore che usavano", scrive Seabrook, "erano di volare in estasi, di vivere in un altro mondo, di sentirsi come Superman, di possedere poteri soprannaturali-erano tutte metafore di trascendenza ... " Il terzo e ultimo gruppo individuato dal rapporto Gorrieri era quello degli immigrati. Molto spesso questo terzo gruppo si sovrappone al secondo, quello dei giovani disoccupati delle periferie urbane. Di recente la stampa italiana si è molto occupata degli immigrati e del loro stato di sofferenza, e quindi non ho molto da aggiungere in proposito. Pennettetemi soltanto di presentarvi un'immagine: quella degli scaricatori africani del mercato ortofrutticolo di Palermo, un'immagine presa da rinrecente articolo di Diego Gambetta. Gii scaricatori si alzano alle tre del mattino per arrivare al mercato in tempo per accaparrarsi uno dei carretti di metallo dal quale dipende il loro lavoro. Ci sono sempre più scaricatori che carretti. I "fortunati" girano per il mercato offrenSotto: una loto di Hans~org Anders !Stern); a destra: una loto di Gianni Berengo Gardin.
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