In Union Square, poco sopra, uno stava accovacciato per terra su coperte, tra Macy 'se Magli, forse ancora dalla notte, con una petizione manoscritta in mostra e due gatti d'un bianco sporco al guinzaglio: riconoscevo anche loro? Era una splendida giornata, ancora molto fredda, un po' ventosa nelle strade trasversali che venivano dall'oceano - O'Farrel, Geary -: il sole non illuminava che gli ultimi piani dei grandi alberghi e grandi _magazzini della piazza, ·però il cielo era colorato d'un azzurro intenso. Mi ero diretto verso Chinatown, avevo varcato la famosa porta: i negozietti di cianfrusaglie si risvegliavano; più in là, e nelle trasversali, quelli di cibi erano già animati. Mi ero fermato per caricare le macchine fotografiche: sapevo di dover restare solo e avevo portato il mio armamentario. Lo adoperai. I ricordi si confondono, in tutti quegli scatti. Adesso non so più se proseguii per North Beach, sino a Coit Tower; o se invece salii Nob Hill. In visia della baia, comunque: con i suoi ponti - le esili linee rosse del più lontano -, le sue isole - il nome magico di fronte, Alcatraz; e là, dove batteva la luce, Sausalito. Spiccava, in quel paesaggio, l'incongruenza degli ornamenti natalizi: scarsi del resto, qualche filo d'argento, qualche cometa variopinta. Per colazione mi trattenni- fu quel pri1110giorno, credo - ìn uno strano pub d'importazione, o anzi finto tout court, dove servivano pessima birra invece proprio loro, della casa. Di lì, tra penombra e aloni come di candele, venuta l'ora telefonai in ospedale a Lula: la voce irriconoscibile, nell 'hello che mi attendevo, fu sua passando all'italiano, appena la salutai. Poi non feci mai sviluppare e stampare quelle fotografie. Camminavo molto, in genere il tempo fu bello. Talvolta anche prendevo l'autobus. Il portiere dell'albergo non riuscì a nascondere lo stupore quando gli domandai il costo di una corsa, si offrì di chiamarmi un taxi. In autobus bisognava lasciar cadere l'importo esatto, monetine, dentro una specie di salvadanaio di vetro vicino all'autista (avevo sempre il borsellino pesantissimo); non ci viaggiavano che cinesi e negri, qualche turista povero, qualche indigeno (se ce ne poteva essere) bianco emarginato: ne ricordo uno non giovane, avvolto in una grande cappa, tatuaggi sul viso, orecchini da pirata, che nel vacillare ripeteva minaccioso: "I drink, I drink"; sceso, fendendo la calca, dopo due fermate. Più raramente prendevo il Bart, la metropolitana. Si poteva fare il biglietto anche per un importo superiore al dovuto, la macchina lo annullava adeguatamente, lasciandone. valido il resto. Fu qui che una sera capitai vicino a una ragazza- ma poi non so bene quale ne fosse il sesso e l'età: all'inizio mi colpì la magrezza eccezionale; scivolava sul sedile più di quanto potessero provocare le oscillazioni del mezzo, dicendo: "Sorry, sorry", con un sorriso fisso. Ricordo soprattutto quel sorriso, completamente astratto da ogni occasione, e terribilmente, irrimediabilmente - come dire? - mansueto. Poi lei, o lui, incominciò a scivolare di più, rischiando continuamente di finire sul pavimento: gli veniva giù un filo di bava, ne vedevo il polso, dall'esilità incredibile, cinto da un braccialetto di rame e abbandonato _sulgrembo. Ma in genere mi muovevo a piedi, per tutte quelle salite e discese, ripidissime, interminabili, tra case e casette di legno magari verde pisello o mauve, ognuna con la sua scala antiincendio; meraviglia incontrare lo stesso nome di strada a tanta distanza, come in un'altra città. Sempre qualcuno, con muta e STORIE/MANNuuu tavola a vela, affrontava quel mare d~lle onde lunghissime. Arrivai così sino a Cliff House davanti a Seal Rock. Sotto il ristorante c'era una grande esposiz_ionedi giochi meccanici, funzionanti se si inserivano le moneune; tr~ m~seoebaraccone: un paese dei balocchi senza visitatori, nschiarato da lucette intermittenti, percorso da ronzii che ~essav_anoper riprendere sempre. Poi fuori mi affacciai verso l'1s?la, 1~n~standoil teleobiettivo in direzione delle foche o leoni marinichefosserodue ora - sdraiati fra gli scogli, 'econtinuandoa i~pressionare pellicole; ne arrivavano anc~e i gridi, com~abbaio ululati, 0 lamenti: la spiaggia sulla quale batteva e nbatteva con i suoi pulviscoli alti il Pacifico si estendeva, verso sud, a perdita d'occhio. · Telefonavo a mia figlia, in ospedale, al\'ora convenuta, quella della colazione. Dunque una voi~ dalPier39,fravecchi legni marini rimessi in opera, esorbita~ll scenografieper shopping; o (analogamente) da Ghirardelh, che e~as~to una vera fabbrica di ciocc.olato. Da un focaleel~ga~tedi_Pac!ficHeights, venendo da Alamo Square (le celebn ~dle vitton~e di ogni cartolina). O da un locale spregevole di Mar~.et (11 tintinnare delle monetine nei barattoli: "Change! change! ).DaMissiono da Castro: trovando tutto; proprio tutto, ugualeai ricordi. O dall'Embarcadero, in un giorno di ~ran_sole (24 dicembre, vigilia?), dentro la folla del Financial D1str1c~(crav~ttesgargianti e giacche sulle spalle, chemisiers s~mpatl): tuttisparpagliati con i loro lunch prevedibili nell'anfiteatro fra le torri - un vassoietto di patate fritte, un frozen yogou_rtche_restavalì_a fondersi, un'enorme bibita nel bicchiere di plasticaa spirali rosse e blu. Chiamavo tanto puntuale che Lula?sollevandoil microfono là nell'ignota astanteria di Oakland,dicevaprontoin italiano prima di sentire la mia voc~: La co~versa~ionera sempre la stessa: "Come stai?" oppure Che sta' combinando?" potevamo ripeterlo entrambi. Rispon~ev~ r~cc~?tandomidel suo lavoro, io delle mie vacanze. "Mi dispia~e, concludeva sempre, per la compagnia che non mi_fac~va,e_10laconfortavo: "Ma no, va benissimo"; del resto, era nei patti. . Circa la prosecuzione di quella giornata (2~~1~embre,vigilia di Natale) la memoria è incerta. Sono possibilidueipotesi: entrambe rispondenti a fatti avvenuti; n:iauna sola,s'intende, riconducibile a una tale data. Può darsi dunquecheal caldo eccessivo succedesse la nebbia secondo coStantimetereologiche del luogo. Che calasse d'u~ trall? s~~li_~IberidelGolden Gate Park, rendendoli sempre più mv 1s 1b 1\ 1, anchea breve distanza, mentre un autobus quasi vuoto _miportav_averso il Pacifico e l~ Highway. Mi trovai al capo_linea,conindumenti troppo leggeri e il solito borsone di ~ac_chmefotografiche;mi accorsi, un po' inquieto, che subito Il mezzo,dal_qualeero disceso ripartiva. Feci qualche passo, dentroquel!~m1ditàdensa e opaca, così improvvisamente fredda. AI margmedel parco c'era un mulino a vento curiosit.à ornamentale O strumentodi non so quale sperimenta~ione: appe~a -~i ntraved~vaconle sue pale ferme di metallo; lo fotografai pm volte.Dietrola co.ltre pesante di nebbia l'oceano era solo un rom?0 ~ordaecontin"uo, un baluginare poco luminoso di schiume al hmitedellaspiaggia; ma si frammetteva attutito e lontano, ancheunlatrato:d'uncane che qualcuno ave~a portato là é lasciava corr~re. La pioggia incominciò a cadere quando, dinuovoal capolinea dopo pochi minuti, attendevo l'autobus (avevocomesempre 67
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