APOCALISSE DI SOLENTINAME · JulioCortazar a curadiAssuntaMariottini La cosa è così, Cortazar è lì comeungattochesinegaesioffre a uno sguardo,a una carezza,che ti provoca e poi lasciasolo ad affrontarele tue sensaz~oni,che scopre le sue con unatimidezza spesso da urlo soffocato, risata, smorfia, compassionenelsenso più profondo.Appena ti avvicinisenti che non è possibiletornare indietroe che non ne haiproprio voglia,e vai avantinel viaggio lungoledirettricivariabilie sempreimprevistedi unospazio,diun tempo, di una realtà tutti interioridi cui non haipreavviso. Attraversounaparolache è gioco.piacere,scopertadiunostile chesi confermae si condensaintornoa una tensioneche è sempre tantapartedi unasceltasoffertadipartecipazione.di grande"responsabilità".Cortazarvieneesprimendoin chiaverealistailsuo mondointerioree la sua collocazionedi intellettualelatinoamericano.In talsenso Apocalissedi Solentiname, rappresenta un esito alto di questo voler essere se stesso, di offrire attraversoun linguaggioe una sceltanarrativapersonalissimi,la visionedi un mondo reale, la testimonianzadi un'adesioneprofonda. Il ricordo della sua visita clandestinafatta nel 1976ali~ comunitàdi ErnestoCardenal,piccolomondodi coloribrillanti, bambini che giocano,palme, visi sorridenti,quadri,poesia,Cortazar lo restituisce attraverso una fessura del tempo e.de/I~ memoriadove la realtà è presente e passato insieme,urgenzadi irromperedal silenzioe dal nullaconognimezzo,senzaluoghiné regolese non quelle del bisogno.Il Nicaragua è solopartedi un itinerariochel'argentinocompieconunasensibilitànoncontaminata, dove tutto è mantenutopresente e intatto, dove è possibile ricostruire quella trama delicata e tenacissima che è la sua America Latina, l'appartenenza profonda a quei sogni, lotte, speranze, in un grande sforzo di restituire significatoal triste destinodegliuomini,al doloreconungiococontinuo,contenerez- · za, ironia,provocatoriaallegria. Tuttoè lasciatoscorrereconleregoleapparentidiunasequenza fotografica, con il sovrapporsi improvviso di immaginièhe aspettanodi venirefuori, chesonolìe insiemetantolontaneetanto sue, che occupanoquella dimensione "di mezzo" o a latoche è difficilegovernare.fare in modo chenonprenda il sopravvento.. Senzamemorianon c'è presente, e solidarietàsu questebasi diventastrategiarealistica,un percorso che Cortazar ha saputo sceglieree indicarecontroogniforma di imperialismoculturale, controogni rigiditàultradogmaticae accademica,in unaricerca feconda di un linguaggioe deimezzipiù diversiperpoterarrivare laddove non c'è espressione, dove è negata agli uominivocee storia. · "... e per questo, quando mi si chiede di parlare del nostro compitoin tal senso,dico semplicementechebisognasuperar~ 1~ vecchiaideadel culturalecomebeneimmobileefare l'imposszbzleperchédiventibenemobile,unelementodellavitacollettivache si offra,si diae siprenda, si scambie si modifichi,comefacciamo con i beni di consumo,con il pane, e le biciclettee le scarpe.Ma come?Comepossiamonoi intellettualiliberarela culturadalsuo guscio, quanti perfezionano i dizionari e difendonoquelli c~e ancoravivonoripiegatiin unelitismomentalechesembraloro inscindibileda ognipoesia, da ogni creazione? ... Chéfare più di quellochefacciamo, comeaccrescerelanostrapartecipazionenel terrenogeopoliticodal.nostroparticolaresettoredi lavoratorintellettuali,comeinventaree applicarenuovemodalitàdi contatto cheaccorcinosemprepiù l'enormedistanzacheseparaloscrittore da quellicheanco;anon possonoesseresuoilettori?... Comeingegneridellacreazioneletteraria,comeprogettistie architettidellaparola, abbiamoavuto tempo abbondantep r immaginare calcolarel'arco di pontisemprepiù imprescindibili tra lprodottointellettualeeisuoi destinatari:ora è già il momentodi costruire queipontinellarealtàe dipercorrerequestospazioaffinchédiventisentiero,comunicazione tangibile, letteraturadi vitapernoie vitadella letteraturaper i nostri popoli...". (A.M.) Folo di Jocques Robe11. Sempre così i ticos, molto silenziosi e pieni di sorprese. Scendia SanJosé de Costa Rica e trovi ad aspettarti èarrnen Naranjo,SamuelRovinski e SergioRamìrez (che è del Nicaragua enon tico mache.differenzafa, in fondo è lo stesso, che differenza c'ècheiosiaargentinoanche se per cortesia dovrei dire tino e gli altri nicas e ticos). Faceva uno di quei caldi e peggio ancora il programmaincalzava,conferenza stampa come sempre, perché nonviviinpatria,come mai Blow-Up era così diverso dal tuo racconto,pensichelo scrittore debbaessere impegnato? Aquesto pun\?giàso che l'ultima intervista me la faranno alle porte . dellmfemoesonosicuro che le domande saranno le stesse e non cambierebbero neanchemi trovassi chez San Pietro, non ti sembravalà sottodi scrivere in un modo troppo ermetico per il popolo? E dopo,l'hotelEuropa e quella doccia che conclude i viaggi conunlungomonologo di sapone e silenzio. Solo alle sette quandormaieraora di andare in giroper San J osé e vedere se era tuttosemplice pulito come mi avevano detto, una mano mi afferròper il vestito e dietro c'era Ernesto Cardenal e che abbraccio,poeta,che bello che fosse lì dopo l'incontro a Roma, dopotantincontrifatti sulla carta durante gli anni. Sempre mi sorprende, sempremi commuove che qualcuno come Ernesto vengavedermie a cercarmi: dirai forse che è falsa modestia e continuapurea dirlo vecchio mio che lo sciacallo ulula ma l'autobuspassa, sarò sempre un sentimentale, uno che vuole sempliceme~tc tantobene ad alcune persone da venireprimaopoi corrisposto.E più forte di me, ma parliamo d'altro. L'altroeracheErnesto sapeva del mio arrivo in Costa Rica e cosìeravenutodalla sua isola perché l'uccellino che gli porta le notizieloavevainformato che i ticos mi avevano preparato un 63
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