Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

INCONTRI/MANEA non di recente. Credo che per la fase di transizione possano andare bene. Non sono certo i peggiori. Ma per costruire il futuro, il paese deve trovare un altro sistema, più moderno. Non credi che in questa fase una persona come te potrebbe essere estremamente utile al proprio paese? Vedi, non è che non ci pensi. Credo che potrei essere utile, ma bisogna che lo pensino anche gli altri. La mia opinione non può bastare. lo sono sicuro che potrei essere utile sia in Romania che all'estero, perché a questo punto si tratta di ridefinire il rapporto con tutti i rumeni emigrati e con il resto del mondo. Che cosa pensi del processo e dell'esecuzione dei coniugi Ceausescu? Parlandone qualche tempo fa con gli amici Philip Roth e Claire Bloom, Claire, che fa l'attrice, a un certo punto ha detto che nessun attore serio dovrebbe mancare quello spettacolo. Ogni attore che voglia recitare Shakespeare, in particolare il ruolo di Macbeth, dovrebbe riguardarsi quelle scene più e più volte. Personalmente ne sono rimasto sconvolto, perché prima di tutto credo che ci meritassimo un processo serio, chiaro e corretto, da cui far saltar fuori il quadro completo e articolato delle responsabilità. Ma un processo corretto prevede la possibilità di giudicare sulla base di una legge, oggettivamente. Anche se si giudica un criminale, bisogna giudicare correttamente. Dunque si è trattato di un processo stupido dove i giudici, come tacerlo?, erano gente stupida o forse peggio. forse peggio? E stato fatto tutto in gran fretta e in gran segreto. Quasi nessuno tra le persone con cui ne ho discusso è d'accordo con me. Tutti sostengono che non c'era altro da fare, che Ceausescu era una specie di mina vagante, che continuava a dare ordini alla milizia. lo però resto convinto che non si possa dare il via a 'una società democratica senza un primo atto democratico e guesto primo atto doveva essere proprio il processo al dittatore. E vero d'altro canto che Ceausescu è stato giudicato sulla base di una legge ancora socialista, proprio quella legge ingiusta che lui aveva applicato tante volte ad altra gente. Ma la logica del dente per dente è pericolosa. Dalle scene viste in televisione, il cosiddetto processo e l'esecuzione non hanno fatto altro che conferire una qualche forma di dignità a due personaggi che se l'erano giocata completamente. Non la chiamerei esattamente dignità. Almeno non del tutto. Certo che ne sono usciti con l'immagine di martiri sui generis. E non lo erano e non dovevano venirne fuori così. Certo che su questo capitolo della storia recente rimarrà un'ombra, che non sarà facile cancellare. Ti ho fatto parlare solo di politica! Una domanda letteraria: la critica ti ha accostato a Kafka, ma forse la somiglianza è veramente troppo superficiale. Sì, molti mi hanno assimilato a Kafka. Ma credo che abbiano torto. Le situazioni di cui scrivo, forse, sono kafkiane, ma come scrittore mi sento più vicino a Musi!, a Bruno Schulz, e poi a Borges e a Sàbato. _ e p I MILAN KUNDERA L'Immortalità «Fabula», pp. 366, L. 26.000 « Nessuno, oggi, possiede la grazia di Kundera: il suo tocco: quella combinazione inimitabile di ironia e amarezza, di malinconia e leggerezza"· (Pietro Citati, la Repubblica) GIORGIO MANGANELLI Encomio del tiranno Scritto all'unico scopo di fare dei soldi «Fabula», pp. 137, L. 16.000 L'inesauribile disputa fra due personaggi che non possono vivere l'uno senza l'altro: il tiranno e il buffone. ENZO MUZII Punto di non ritorno «Fabula», pp. 166, L. 18.000 Una vita ricca di episodi e di luoghi converge irresistibilmente verso un ..punto di non ritorno»: un non-luogo dove sparire. Un nuovo narratore italiano. GIUSEPPE PONTIGGIA L'arte della fuga «Fabula», pp. 166, L. 18.000 " ... forse uno dei tre o quattro libri che ricorderemo nei prossimi anni, che resteranno, che agiranno». (Luciano Anceschi) PIETRO CITA TI Goethe «Biblioteca Adelphi», pp. 500, L. 40.000 Un'interpretazione di Goethe che attraversa la sua vita e la sua opera con meticolosità scientifica e insieme con lo slancio di un romanzo d'avventure. SYLVIA TOWNSEND WARNER Lolly Willowes o l'amoroso cacciatore «Biblioteca Adelphi», pp. 176, L. 20.000 Il romanzo che racconta, nel modo più plausibile ed efficace, come si diventa una strega. MASSIMO CACCIAR! Dell'Inizio «Biblioteca Filosofica», pp. 702, L. 65.000 La più importante - e lungamente attesa - opera speculativa di Cacciari. E.M. CIORAN Lacrime e santi «Piccola Biblioteca Adelphi», pp. 106, L. 8.500 "Al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime"· C.S. LEWIS Diario di un dolore «Piccola Biblioteca Adelphi», pp. 86, L. 8.500 Il dolore puro è difficile da raccontare. Ma qui qualcuno ci è riuscito con una precisione e un'onestà che ci lascian_o arricchiti. MANLIO SGALAMBRO Anatol «Piccola Biblioteca Adelphi», pp. 167, L. 12.000 Anatol è una mente che si racconta. Con lui torniamo a sentire «quel che di cupo e fatale c'è in fondo a ogni idea». VLADIMIR ZAZUBRIN La scheggia «Piccola Biblioteca Adelphi", pp. 130, L. 8.500 Un impressionante racconto - una "scheggia" sanguinosa - del terrore rosso in Siberia, ai tempi di Lenin.

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