INCONTRI/MANIA come ho resistito fino a ora, devo scrivere. La mia esistenza ha senso solo in rapporto a questo. Come se fossi venuto al mondo per quest'unica ragi_one.E per me scrivere vuol dire scrivere in rumeno. Dunque per me non c'è verso di liberarmi del mio passato, qella mia terra, di quella che io considero una geografia dello spirito. Sai che cosa ho scoperto con il passare del tempo? Che in Romania mi si considerava un combattente, perché ero stato capace di mantenere la mia integrità. Non ho fatto nulla di inaccettabile. Non ho mai mentito. Ho cercato di essere onesto. Ho cercato, più che potevo date le condizioni in cui vivevamo, di fare del mio meglio sia rispetto alla mià vita che ai miei progetti. E poi vedi, un essere umano non lo si può definire una volta per tutte: abbiamo una tale capacità di resistere, di adattarci, di piegare anche le situazioni peggiori alla nostra voglia di vivere. Per esempio, quando mi hanno rimandato in Romania dopo _cinque anni di campo di concentramento, io avevo solo nove anni. Ero assolutamente felice. Tutto mi sembrava bellissimo: andare a scuola, essere considerato uno scolaro dotato, avere amici e amiche,. scoprire che avevo un mucchio di zii e di zie di cui non sapevo neppure 1'esistenza. Così ho cercato di essere come tutti gli altri, di godermi la vita come sembrava che gli altri sapessero . fare. Perché, visto che proprio stupido non ero, del fatto che in questa vita ci fosse qualcosa di sbagliato me ne ero già accorto. Il risultato è che mi sono ritirato in una specie di vita molto privata, segreta, leggevo molto, scrivevo, me ne stavo molto isolato. Eppure mi sentivo felice e per anni mi sono sentito un rumeno. La mia appartenehza era quella, non certo il mio essere ebreo. Dove sei nato? Sono nato in Romania, ma in una regione molto speciale, la Bukovìna, nella zona nord-est del paese. Un territorio che per centinaia d'anni era stato parte dell'Impero austro-ungarico, una regione speciale perché assolutamente cosmopolita. La maggioranza della popolazione è tedesco-orientale, e poi c'è un misto di ebrei rumeni, ebrei tedeschi, polacchi, ucraini. Una terra davvero particolare e anche spiritualmente diversa dal resto del paese: - una sorta di croce"'.ia tra culture e tradizioni diverse. E io volevo avere delle radici. Volevo trovare delle radici. Così ero uno scrittore rumeno in Romania, scrivevo e quella era la mia terra. Perché se è vero che uno può scegliersi il proprio destino, la terra uno non se la può scegliere. Ci si è nati e basta e da lì poi si determina un po' anche il destino di un individuo. La terra in cui sei nato la puoi trovare più o meno piacevole, ma è da lì che parti. Negli ultimi decenni comunque, sotto Ceausescu, era ritornato a galla un nazionalismo molto forte e arrogante, uno degli esiti prevedibili di un regime che sotto mentite spoglie di sinistra altro non era che una dittatura infarcita di slogan confusi e demagogici, rubacchiati a destra e a sinistra, ma in ogni caso al servizio di un nazionalismo di estrema destra. Ti è capitato di esserne la vittima diretta? Sì, dopo la pubblicazione di un certo mio articolo, la stampa rumena mi ha attaccato accusandomi di comportamenti non patriottici. Si è trattato di una campagna di stampo schiettamente antisemitico, in cui in sostanza mi si presentava come un non rumeno, come uno scrittore la cui lingua materna non era il 46 rumeno. E invece il rumeno non è la mia prima lingua: è la mia sola lingua. Era 1'81. Durante un'intervista rilasciata a una rivista letteraria, "Familia", io ini ero permesso di richiamare gli scrittori del mio paese al dovere dell'integrità morale e del coraggio rispetto alle pressioni dello Stato che ci voleva ridurre tutti a funzionari di regime. Facevo anche notare che si erano manifestati alcuni gravi indizi di nazionalismo e di neo-stalinismo. Me l'hanno fatta pagare. Sono arrivati addirittura a farmi restituire un premio letterario che l'Associazione dei critici mi aveva conferito qualche mese prima. Come vedi la •mia situazione non era delle migliori ben prima che decidessimo di andarcene. Eppure io non rientravo né nella categoria degli oppositori né in quella dei dissidenti. lo appartengo a un tipo umano completamente diverso: non ho mai voluto essere un membro di partito, né ho quindi mai avuto la necessità di prenderne le distanze. Non ho mai sentito il bisogno di fare atti di coraggio contro il governo e le autorità. Semplicemente non ho mai voluto avere niente a che fare con tutte le loro menzogne. Ero un outsider, e non ho mai voluto mentire. Se dovessi comunque identificarti con una delle due c~tegorie, ti definiresti un oppositore o un dissidente? Credo che uno scrittore sia per definizione una specie di oppositore. Il suo è comunque un approccio critico alla società, alla condizione umana, alla storia del suo paese. È proprio la sua passione che lo rende critico. Anche perché uno scrittore non può che essere estremamente critico anche con se stesso. Non sol tanto con gli altri. Il tuo diritto alla severità e alla lucidità ti viene proprio da una pratica quotidiana di lucidità applicata prima di tutto a te stesso. La funzione dell'arte è dunque la critica? No, non soltanto. Naturalmente la scrittura non ha solo una funzione morale, perché la bellezza è un eleinento in più. Non ci si può chiedere se ciò che è bello è buono. La bellezza è qualcosa di diverso. È qualcosa che sfugge alla categoria del buono e dell'utile._Ma naturalmente a queste categorie non ci possiamo sottrarre: siamo coinvolti, viviamo in una società, abbiamo un' esistenza quotidiana, in mezzo alla gente. Non possiamo fare finta di niente. E quando ci si trova in una situazione pericolosa, come quella rumena degli ultimi anni, non resta altro che combattere. Bisogna accettarlo. · Vedi delle somiglianze tra laRomania di Ceausescu e l'Italia del ventennio fascista? Più che con l'Italia di Mussolini, di cui forse non so abbastanza, paragonerei il sedicente socialismo o comunismo rumeno alla società nazista.È un tentativo di confronto, naturalmente, perché ci sono grandi somiglianze, ma anche grandi differenze. La società nazista era, secondo me, più chiara e forse più onesta. L'ideologia nazista è stata fin dalf'inizio molto chiara. Hitler è stato eletto attraverso libere votazioni. È stata la gente a sceglierlo. E sapevano quello che stavano scegliendo. Naturalmente in ogni paese ci sono gli stupidi. Ma questa è un'altra questione. Se fossero stupidi, ingenui, o cinici, non lo sappiamo. Sappiamo però che hanno scelto. Il seguito, lo sappiamo, è stato -poi ben più ·estremo del previsto: Hitler ha forzato le cose, e trasformato in
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