La città: un organismo che vive, un'immagine di società "Le ci~tà sembrano tornate quelle di una volta, i luoghi infantili e familiari di una vita regolata. Luoghi infantili e familiari che fanno parte della persona stessa degli abitatori, come un naturale prolungamento delle loro membra, come una cornice non separabile dagli atti e dai pensieri di ogni giorno. Ma sotto questo aspetto di normalità qualche cosa è cambiato: c'è come un distacco che deve essere superato: ci accorgiamo di questa invisibile cornice, sentiamo questi luoghi infantili e familiari come separati da noi: le città si vedono. Le città non sono più un dato, unaereditàaccettatanaturalmente, ma un problema, che non è soltanto di ricostruzione, di architettura, di piani regolatori, ma il problema stesso dei rapporti umani, della vita sociale. Dietro l'apparente ritorno c'è il problema delle città, di cui appaiono l'ossa, la vita interna, il meccanismo. Esse si stendono sotto il sole come animali che mostrano, attraverso le ferite, le interiora aperte." (La città in Dopo il diluvio. Sommario dell'Italia conlemporanea, Garzanti, 1947). L'orologio è esattamente il romanzo della città, una città che Levi - qui e in modo Scholem Asch Zio Moses CONFRONTI sistematico nel libro (ma è da vedere anche Paura della libertà) - interpreta come un grande organismo: dall'attacco ("La notte, a Roma, par di sentire ruggire leoni. Un mormorio indistinto è il respiro della città( ...)", p. 3) sino alla notevole passeggiata napoletana: "Mi pareva di camminare nell'interno di un enorme animale, che la strada stessa fosse un gigantesco budello carnoso, lo stomaco di un grande pesce, pronto a discendere alle radici dei monti (...) Sentivo che ero inun luogo vero: in uno dei luoghi veri del mondo", p.301). Ma gli esempi sono in realtà innumerevoli: uno dei percorsi fondamentali della fortissima vena metaforizzante dell'Orologio è proprio quello del ricorso a figurazioni naturalistiche, vegetali e animalesche, nella rappresentazione di spazi e oggetti cittadini. L'organismo-città è formato da un intreccio indissolubile di persone e luoghi: la sua scrittura stabilisce una sorta di compenetrazione tra gli individui e i loro contesti di vita, uomo e ambiente si implicano vicendevolmente a testimonianza della fitta serie di legami e relazioni che rendono la realtà simile a un tessuto vivente. E la città è una trasparente immagine del corpo sociale: una società resa visibile in senso forte dalla discontinuità della guerra. È dentro di essa che prova apenetrare lo sguardo di Levi, in una realtà che viceversa lo Stato e i partiti chiusi nei mondi sotterranei dei ministeri o persi nei cieli "eccitanti e limpidi" della politica non·sanno e non vogliono vedere. La caduta del governo Parri sembra compromettere definitivamente questa possibilità di guardare davvero le cose (così come sancisce il dissolversi di quella comunità piena tra gli individui realizzata nella Resistenza: "un momento in cui gli uomini si erano sentiti tutti uniti fra di loro e col mondo, e avevano visto la morte e vissuto in un'aria comune", un momento che pure dopo la conclusione della guerra "non era finito del tutto", p. 66), e L'orologio si sfona di portare sotto gli occhi dei lettori (attraverso un percorso affascinante ma non sempre cordiale) quella realtà che la politica non afferra, che - come dice Andrea Valenti - "è altrove, e pare non sappia esprimersi" (p. 163). Le citazioni fanno riferimento alla recente riedizione Einaudi Tascabili, Torino, 1989. a cura di Daniela Leoni Dalla Polonia agli Stati Uniti, la storia di un miraggio e lo scontro con la realtà. Un classico della letteratura jiddisch. Fabio Rondot - Maria Varano COME SI INVENTANO LE FIABE Silvio Ferrari La casa della peste Sei storie emblematiche dentro l'esperienza sociale.Una voce autentiça. Marco Guzzi Rivolgimenti Dialoghi di fine millenio: Raimundo Panikkar, Karlheinz Stockhausen, Hans Kung, Luigi Pintor, Adriana Zarri, Christian Norberg-Schulz Orizzonte planetario e prospettiva millenaria in sei "domande cruciali" sul destino dell'uomo. I I riferimenti teorici e gli strumenti operativi per inventare e raccontare fiabe. Pagine 186, L. 18.000. Stefano Casi (a cura di) DESIDERIO DI PASOLINI Il rapporto tra omosessualità, attività intellettuale e ·arte in Pasolini. Pagine 196, L. 25.000. DISTRIBUZIONE P.D.E. Edizioni SONDA via Ciamarella 23/3 10149 Torino Tel. (011) 211442 - 290356. 37
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