Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

~ Novità Marsilio ~ PaoloBarbaro UNA SOLA TERRA Le radicidisperse:unasagaitalianaIraEuropae Ameni:a pp. 248, L. 25.000 CarlodellaCorte IL DIAVOLO, SUPPONGO «Ilfascinodi unacreaturasconosciuta,di unacittà mai visitata»(FedericoFellini) pp. 236. L. 25.000 Letteratura universale Cicerone IN DIFESA DI MILONE a cura di PaoloFedeli Uncapolavorodell'oratoriapoliticae dellaprosagiuridica pp. 200, L. 14.000 GasparoGozzi DIFESA DI DANTE a curadi MariaGraziaPensa,introduzionedi GiorgioPetrocchi Il celebresaggiocheha apertolastradaallemoderne valutazionicritichedella Commedia pp. 208, L. 14.000 ~ RenzoZorzi NELLA TRAMA DELLA STORIA DaTocquevillea Marx,daSchumpetera Foucault: vitedipassioneo di servitù,ambizionirrefrenabili, vocazioniprofetiche pp. 387, L. 48.000 SalvatoreLupo IL GIARDINO DEGLI ARANCI prefazionedi MaurioeAymard Il mondodegliagruminellastoriadelMev.ogiorno. La produzione il mercato,lasocialitàe lacultura, lapoliticae il potere pp. 311, L. 40.000 SilvioLanaro NAZIONE E LAVORO Sag,giomila culturaborghesein Italia(1870-1925). Uncapitalismomodernoe autoritarionellafasedella ma ascesa.Terzaedizione pp. 296, L. 30.000 ElémireZolla VERITÀ SEGRETE ESPOSTE IN EVIDENZA «L'esoterico è bencelato.Manelsensoche stabenein vistadovenessunose l'aspetta» pp. 182, L. 22.000 GiacomoDebenedetti SAGGI CRITICI Secondaserie.Introduzionedi WalterPedullà I sag,gideglianni trenta:DeSanctise Svevo,Pirandello e Palaueschi,D'Annunzio e Mannelli pp. 346, L. 40.000 CarmeloBene IL TEATRO SENZA SPETTACOLO Unaprovocazione,unaricerca"interdettalpubblico'; un "purooggettodi disaffezione" pp. 167,L. 28.000 GiorgioPigafetta SAVERIO MURATORI ARCHITETTO Teoriae progetti.''Moderno"e "criticadelmoderno" pp. 251. con ili .. L. 38.000 Libri illustrati NEOCLASSICO a cura di FulvioCapotoe RobertoMasiero La ragione,lamemoria,unacittà:Trierle pp. 256 con ili., L. 50.000 CONFRONTI incancellabile. L'invettiva e la critica sono allora una forma di socialità, un vero e proprio gioco di cui l'artista è interprete, un rito del contrasto, una strategia. Ma come si giustifica, se vogliamo filosoficamente, questa. co-presenza o commistione di elementi contradditori? La risposta più sensata è che se noi demistifichiamo tutti gli assoluti non ci restano che le contraddizioni. Anche la morte, che è l'innegabile instaurazione definitiva del negativo, fin tanto che non arriva, non è la forma assoluta dell'essere. La vita in effetti, essendo commistione, è la più plateale sia pur temporanea sconfessione del degrado totale. Ma va caparbiamente e continuamente affermata nel suo essere co-esistenza di opposti. Così l'odio per un sistema sociale che annienta i singoli è anch'esso un relativo: c'è sempre dell'àltro. Perturbamento, il grande romanzo sulla solitudine del principe è anche un'elegia sull'amore padre-figlio. Amras sull'amore fraterno. Il nipote di Wittgenstein sull'amicizia. Dietro alle provocazioni, Bernhard praticava un pensiero della diversità. Portando teatralmente a limiti estremi, assoluti i suoi strali non faceva che strizzar l'occhio alla relatività di quanto lui stesso affermava. Era il suomodo di esprimere, dietro l'odio, l'amore per il proprio paese. E Amoree società. non c'è migliore relativizzazione che scegliere, appunto, la prospettiva soggettiva. Dire che Vienna è un covo di nazisti non è esatto. Bisognerebbe affermàre che è anche un covo di nazisti, ma evidentemente non sortirebbe nessun effetto. Per quale motivo? Lo sannt>tutti: perché allora si rimuoverebbe ciò che anche è. Nei Dramoletti Bernhard trasforma i suoi strali politici inpuro divertimento. Quanto più abbassa, cioè demistifica, il valore dell'arte drammatica tantopiù può permettersi di colpire le figure storiche della contemporaneità. !grandi artefici del teatro viennese attuale (il regista Peymann, il dramaturg Bei!) vengono ridotti alla clownerie. Ma i raprresentanti del potere sono babbei o ex nazisti. Accettando la grande impasse dell'arte contemporanea, cioè la sua futilità rispetto a un ordine sociale che la mantiene in vita per scopi di rappresentanza Bernhard non rinuncia agli scopi che le competono. Il suo amore sociale che va di pari passo con l'odio sociale, il fisico col metafisico, il banale col sublime non può che avere lo sbocco politico di una direzione che coincide con lo scopo stesso dell'arte. Nella corru:nedia Alla meta si dice: Scrittore:-La società non può essere cambiata Madre: E allora ... Scrittore: Ma noi continuiamo a fare questo tentativo. (...) L'importante è il tentativo. Sudue romanzi di MercèRodoreda Alberto Cristo/ori Il nome di Mercè Rodoreda dovrebbe non _esseredel tutto ignoto ai lettori più attenti alle cosiddette "letterature marginali": dopo la traduzione, nell'ormai lontanissimo 1970, de La piazza del Diamante (Mondadori), la scrittrice catalana è stata trascurata fino al 1987, in cui è uscito il romanzo giovanile Aloma (Giunti Astrea, trad. di A. M. Saludes, pp. 152, L. 15.000), anticipato, per così dire, l'anno prima su "Noi donne" da uno dei racconti più belli, Sembrava di seta. Adesso La Tartaruga ci propone Giardino sul mare (trad. di C. Romanò, pp. 216, L. 18.000). Il lettore italiano ha così la possibilità, se non di seguirne lo sviluppo, almeno di cogliere alcuni punti chiave della parabola narrativa dell'autrice, all'interno della quale possiamo individuare, con una semplificazione forzatamente un po' grossolana, tre fasi successive, corrispondenti grossomodo alla giovinezza, alla maturità e alla vecchiaia: mentre dapprima subisce l'influenza della tradizione del romanzo psicologico, in un secondo tempo la Rodoreda fa prevalere gli aspetti "realistici", che sfumano poi progressivamente verso il simbolismo e la trama fantastica. Naturalmente questi tre momenti non sono nettamente distinti: Aloma, pubblicato nel 1938, quando la Rodoreda è già una scrittrice affermata, avendo alle spalle quattro libri di crescente successo, rappresenta il frutto più maturo della prima fase, ma il tema esistenziale è tanto strettamente collegato alla condizione microborghese della protagonista da preannunciare il carattere dei libri successivi. Ne La piazza del Diamante, infatti, la tematica è simile, e ciò che cambia è semmai l'ambientazione, più decisamente popolare, e il fatto che il narratore non si limita a concedere spazio al monologo interiore del personaggio, ma si ritira completamente per lasciar parlare il personaggio stesso; Sembrava di seta è uno dei massimi esiti del simbolismo fantastico della vecchiaia, verso il quale Giardino sul mare, con il suo tono da "telenovela tolstoiana", ambientato fra i ricchi ma raccontato da un povero, rappresenta un momento d1passaggio fondamentale, in cui la realtà si carica di valenze simboliche. Poiché La piazza del Diamante è praticamente introvabile, ci soffermeremo sui due romanzi disponibili in libreria, in attesa di una nuova edizione del capolavoro. La vicenda di Aloma si svolge a Barcellona nel 1934. La diciottenne protagonista vive nella bella casa con giardino, ereditata

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