Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

CONFRONTI Bellezza e crudeltà La ristampa di 11 Neve sottile" e l'opera di Tanizaki Luisa Bienati Tanizaki Jun 'ichiro (1886-1965) è, insieme aMishima, il solo autore del novecento letterario giapponese di cui il lettore italiano possa ripercorrere l'itinerario artistico. Le numerose traduzioni (ben ventisei titoli) coprono quasi per intero l'arco della sua produzione, dai primi racconti del 1910, all'ulti • o suo romanzo, Il diario di un vecchio pazzo, del 1962. Risale al 1929 la pubblicazione in italiano di un suo dramma teatrale, Io l'amo, ma è intorno agli anni Sessanta che vengono proposti i suoi lavori più famosi, Gli insetti preferiscono le ortiche (1929), L'amore di uno sciocco (1924),/ canneti (1932), La storia di Shunkin (1933), La chiave (1956), ecc. Bisogna arrivare infine al 1985 perché molte di queste opere siano riunite nel volume dei "Classici Bompiani", completato da una introduzione generale all'autore e da una nota biografica. Non viene a far parte però di questa raccolta Neve sottile (Sasame yuld, 1948), il lungo romanzo considerato unanimemente dalla critica il suo capolavoro. Tradotto dall'inglese e pubblicato nel 1961 da Martello, è stato ristampato nel '73 da Longanesi, con un saggio di H. Hibbett sul tema della fantasia nell'opera di Tanizàki. Ora è Guandà a riproporlo, senza alcuna modifica nella traduzione (che resta purtroppo quella dall'edizione inglese) e, per giunta, con l'eliminazione d~l saggio introduttivo. Si può dire sia stata un'occasione mancata di offrire al pubblico non specialista la possibilità di una nuova lettura, corredata inoltre da strumenti critici che favorissero una più piena comprensione e, di conseguenza, un miglior apprezzamento del testo. La necessità di interpretare un'opera nel suo contesto, cioè di poter riportare ogni dato nella specificità di una cultura, è ancora più urgente di fronte a parametri cultµrali così diversi dai nostri. Tanto più che Neve sottile si discosta dai modelli degli altri romanzi più famosi. Imbrigliare in un 'unica definizione le caratteristiche della narrativa di Tanizaki, o trovare un comune denominatore è impresa impossibile, oltre che superflua: la sua produzione presenta una varietà di temi e tecniche letterarie, una multiformità dell'ispirazione tale da sfuggire a qualsiasi categorizzazione. Anzi, spesso si sono ravvisati elementi di contrasto o scelte narrative in apparente conflitto. Dal punto di vista tematico, le opposizioni più significative sono quelle di "bellezza-crudeltà", "normalità-devianza", "prostituta-donna angelicante". È la natura umana, quel "pozzo profondo" dell'inconscio, l'oggetto della sua indagine: il rapporto uomo-donna in tutta la sua complessità e ambivalenza assume una posizione di centralità nell'intreccio del romanzo. Lo schema più usuale è quello della donna crudele e affascinante cui fa da contrappunto la personalità debole e sottomessa del personaggio maschile. L'esperienza d'amore dell'uomo è sfaccettata e contraddittoria; in definitiva, si rivela un itinerario di scoperta del proprio io esperimentato attraverso la rivelazione dellé più intime perversioni. La donna è l'elemento cardine, il suo comportamento è ciò che innesca questo processo di autoconoscenza. Perché tale è la ragione e il fine ultimo del "masochismo" nei personaggi di Tanizaki; non è autodistruzione e autocompiacimento, nulla di simile al "complesso di san Sebastiano" di Mìshima, ovvero all'accettazione passiva della sofferenza.L'uomo crea il proprio destino, ponendo i presupposti del determinarsi delle sue azioni. Talora è lui stesso artefice della bellezza della donna e ne modella e coltiva la personalità crudele per poi sottomettervisi con un atto volontario. Altre volte il rapporto tra la "femmefatale" e l'uomo schiavo è mediato da altri elementi che fungono da schermo, per stabilire una distanza fra loro: può essere una distanza fisica, oppure quella del ricordo o della condizione sociale. La donna è così idealizzata, posta a un livello superiore, circondata da un'aura che è insita nella sua personalità e che determina il suo essere irraggiungibile. Tuttavia la devianza di tali esperienze amorose non va interpretata solo in termini psicanalitici, come sintomo di una psicopatologia. L'interesse di Tanizaki è sì quello di indagare nei recessi della psiche, ma la finalità è di carattere estetico. Due considerazioni a questo proposito si impongono. Il ricorso ai temi sessuali e alle esperienze amorose rimanda alla tradizione l~ttcraria giapponese dei secòli precedenti; Tani23

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