IL CONTESTO analitico, certamente per caratteristica intrinseca al fenomeno stesso rivoltopiù ad una passivaricezione, alla formazionedi un' 'opinione pubblica', che a un'attivazione diretta, produttiva dei soggetti. Le regole: altro punto nevralgicodella situazione napoletana e meridionale. In effetti all'antistalalismo di un tempo, ha fatto oggi seguito l'estensione del 'familismo amorale' (nel senso di Ginsborg, e non di Banfield) a pressoché tutte le pratiche e i comportamenti individualie collettivi.La camorraoccupaingran parte questoenorme, decisivo spazio: più e oltre che da criminalità organizzata, funziona come 'ordinamento giuridico', costituisce ed amministra il 'senso comune' della legge che effettivamente viene applicata. Proprio questa caratteristica la rende più pericolosa, più temibile, difficilmente attaccabile con soli strumenti penali. La cultura diffusa tende a diventare camorristica, a non riconoscereregole che non sianoquelledell 'interesse privato e della propria 'famiglia'. Anche le più semplici e convenzionali di lali regole, altrove riconosciute dalla grande maggioranza. Oggi a Napoli il segnale rosso di un semaforo non indica alcun divieto. Dalla berlina dell'assessore alla Volvo del camorrista piccolo o grande, dall'autista del mezzo pubblico al disoccupato che si reca alla manifestazioneper il lavoro, nessunone riconosce né il caratterecoattivo, né l'utilità. Anzi: il malcapitatomoralista kantianoche lo riconosce, provoca esattamente il contrario di ciò che vorrebbe, l'incidente, l'ingorgo. La comunicazione tra i linguaggi dei diversi soggetti, regole semplicidi convivenze stabiliteed amministrate con il più ampio consenso:queste le condizioniper l'inversione di tendenza,per lo sviluppodi un ricco e produttivo pluralismo. Ma sonocondizioni che non si possono realizzare automaticamente, a partire dagli stessi soggetti, occorre un impegno della cultura e della politica. E qui sembrache si ricada in uncircolo vizioso senzapositiva via d'uscita. Vale la pena ancora di tentare, per chi ne ha capacità ed energia: in ogni caso è necessario l'esercizio della critica. Questo testo è l'introduzione a La grande recita, una raccolta di scritti di Goffredo Fofi su cultura e spettacolo a Napoli, in uscita presso Gaetano Colonnese editore. Pci: qualche nota dopo il congresso Oreste Pivetta La societàdelle comunicazionidi massa e quella paralleladel chiacchiericciopolitico-culturale,che s'affidano a una infinità di giornalie Tv e di rotocalchie salotti,godonodel poterestraordinariodi inventarelastoriaepoidimenticarla,mettendociparecchio,in tempi e sforzi,per costruirla;e unattimo,pocheoreo ungiorno,per distruggerla.Credoche mai tantaattesa,adesempio,si siacostruita attorno a un congressopolitico,come è capitato nel caso del Pci a Bologna.Dal fatidico 12novembre,tre giorni dopo l'apertura del muro di Berlino,quandoOcchettolasciòpresagiregrandicambiamenti (anzi, per verità di cronaca, il.segretario ancora comunista avevadichiaratoche si poteva"presagiretutto"), i nostriocchi sono stati testimoni della levitazioneprogressiva, anche se puramente verbale,della"cosa" e insiemedegli spazi di commento;speranza, attesa,pettegolezzo,criticache levenivanodedicati;di unoscontro ferocedinumeriedi percentuali,di vittoriee di sconfitte,di delegati e di anime comuniste, post comuniste, miglioriste, baffiste, della nascita e poi del dilagare di club e di una sinistra proclamatasi "sommersa" (compostaperaltrodaipiù emersi tra glj intellettualie i professionistiilaliani,professionistimagari qellecomunicazioni, che non avrebbero mai avuto difficoltà a esprimersi e a farsi ascoltare,chehannosemprevotatoemagari sonostatiancheeletti), creando una sorta di attesa miracolosa,come se quei "sommersi" avesseropotuto di punto in biancorovesciarerapportidi forza che avevanosemprevisto, elettoralmentee democraticamente,la sinis stra sempreminoritaria.Da quaranl'anni e oltre. La disfida intorno alle mozioni è stata durissima, sposando ragione e sentimento, cioè la crisi dell'Est e le grandi virtù dei comunisti ilaliani, il crollo del socialismo reale e la Resistenza, Ceausescue Togliatti, il sistemaimmobilee lademocraziacostituzionale, eccetera, eccetera. Spazzarevia tutto? Ma no! Lo stesso Occhettosi era ben assicuratodi promettereche in ballonon era il simboloe non lo era neppure il nome, senza per questodimostrare incoerenza o testardo attaccamento ai segni della tradizione: lo avranno capito meglio dei compagni di partito, i compagni degli altri partiti,della DemocraziaCristianae del Partitosocialista,che sanno bene come, per tatticismoe opportunismopolitico, si possa semprerinunciareaqualchecosadelleproprieprediche:megliouna falce e martello in più che un dieci per cento di voti e di delegati regalatiallamozionedel No. 20 Così,con la falcee ilmartello,conCossuttae Tortorella,con la sinistrasommersa,i clube leassociazioni,con i segretarideglialtri partiti,non uno escluso, il Pci si è presentato al propriocongresso nellacittàpiùrossaemiglioristad' llalia.I contieranogiàfatti:untot perOcchetto,un totper ilNo, un totperCossutta,piùalcuniastenuti (cooptatiper virtù del nome, perché il regolamentocongressuale non li potevaprendere in considerazionecome delegati).Seimila, diecimila giornalisti presenti, corrispondenti da tutto il mondo, milioni di telespettatori ilaliani davanti al video. Non so chi, in quellamoltitudinestressataeprotagonista,caricadiresponsabilitàe dipensieri,predaprimadel fumodellesigarette,poidellelacrime,si potesse ritenere con qualche approssimazione rappresentante e "delegato"di una autenticaItaliasommersae quindidi una sinistra davverosommersa,cheprobabilmenteesiste,machenonhaparola, perché è sfruttata, sottomessa, inebetita dalla televisione (senza esclusionedi rete) e dai consumi, emarginata perché nessuno si è mai preoccupatodi interrogarla.Non so neppure quantipotessero darevocea un'altra Italia,altrettantosommersa,ma singolarmente coscientee impegnata,malgradoil rifiuto dichiaratoe giustificato nei confrontidelle istituzionipartitiche. I congressipolitici appartengono,per definizione,a uncetopolitico,che siè semprepiùprofessionalizzatoe soprattutto burocratizzato, un ceto politico (e credo èhe il Pci anche in questo sia uguale agli altri) cresciuto e allevatoinperfetta tecnicariproduttiva,perché i figlisianoalmeno pocodiversi dai padri,con logicache non appartienea Stalin,ma ai propositidi conservazionechecaratterizzanoanchei piùrivoluzionari,quandoc'è di mezzoun filodi potere. Il congresso, finalmente. Dopo le divisioni, il cuore unitario riprendea battere. Pajetta, elettopresidente, sa come ricordarloai delegati: "Sì tre mozioni, ma di partito oggi ce n'è uno solo, i comunisti italiani lo ricordino". Intimidatorio,retorico.Sì, è così, chi potrebbecontraddirlo,ma sembrerebbeun'anima vecchia che torna a battere le alucce, fuori tempo massimo. Ma davvero fuori tempomassimo?oppureilvecchiocapocomunistaavevagiàcapito tutto? Occhettoparla per un tempo infinito. Il suo discorsocontiene tutto,alla maniera breznevianao castrista (quandoFidel teneva in piedi per ore e ore i suoi cittadini raccontando della canna da zuccheroe degli attacchi imperialisti),un elenco interminabilenel
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