Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

essersi accorti, negli ultimi mesi, che non bastavano le conquiste sociali a fare una maggioranza e che dietro le dichiarate adesioni a quel folklore c'era una grande stanchezza. Qualcosa l'avevano capita alcuni dei capi sandinisti, a giudicare da parole dette da Daniel Ortega alla stampa internazionale sul bisogno di cambiare, di lasciare nell'armadio l'uniforme della guerriglia, di fare l'autocritica se necessario e rinnovare il partito in vista del Duemila; troppo tardi, però, come hanno dimostrato le urne. Certo il governo sandinis_taha anche avuto la sfortuna di vivere nell'epoca della "distensione": sul Nicaragua s'è accanita la superpotenza americana e, senza più negli ultimi tempi un appoggio diretto o indiretto dell'altra, questo piccolo paese è rimasto isolato. Sarebbe da chiedersi, tornando indietro di qualche anno nell'analisi storica, se il governo sandinista non avrebbe comunque militarizzato la vita nicaraguense anche senza la minaccia statunitense- "contra" che lo costrinse a concentrare gli sforzi nella guerra e a rinviare la realizzazione di piani per trasformare la società. Sembra che la risposta debba essere affermativa, per la concezione che i sandinisti avevano del potere e perché il disegno politico-sociale avrebbe richiesto per l'attuazim_1emetodi da regime. Le cose sono cambiate, dopo le elezioni del 25 febbraio. In molti sperarono quella notte, tra i militanti sandinisti, che dall 'alto venisse l'ordine di impugnare i 200 mila fucili esistenti tra i ILCONTESTO civili (la cifra è quella indicata minacciosamente da Ortega agli osservatori internazionali per ventilare il rischio di una guerra civile in caso di una pretesa dei vincitori di insediarsi al potere senza garantire la sopravvivenza di strutture statal-sandiniste);e durante }'assemblea di dirigenti, funzionari e militari sandinisti che s'è svolta trentasei ore dopo la chiusura dei seggi elettorali qualcuno tentò di portare i discorsi verso l'ipotesi di un colpò di mano per' non consegnare il potere, ma i massimi responsabili conclusero che ciò avrebbe significato uno spargimentodi sangue forse prolungato e comunque prevedibilmente inutile alla fine. S'è quindi deciso di andare alla trattativa. I sandinistivolevano salvare il salvabile di quanto realizzato, gli antisandinistivolevano in ogni caso assumere il governo per tentare poi, poco a poco, di smantellare l'edificio le cui fondamenta si sarebbero intanto impegnati per necessità a tenere in piedi. IIFsln è la maggiore forza poi itica del paese, vistochea essersi aggiudicata la maggioranza è un'alleanza di quattordici partiti. Un 'alleanza eterogenea, questa, i cui contrasti internipotrebbero essere sfruttati ed esasperati dai sandinisti, se imparassero i metodi della politica "parlamentare". Le urne hanno sancito la fine di un'esperienza e dei comportamenti che hanno fatto il suo sviluppo. Leggiamo che 7 dei 9 comandanti-,-il gruppodirettivo del Fronte - sono per la richiesta di adesione ali'Internazionale Socialista. Cosa si legge a Cuba Anthony Kerrigan traduzione di Alberto Cristofori Questo scritto parla della letteratura disponibile oggi a Cuba. L'esperienza è stata compiuta in situ dall'autore, cresciuto a Cuba dall'età quasi intrautèrina di nove mesi (dopo essere stato concepito a Panama) attraverso l'adolescenza, seguita più tardi dagli studi all'Università dell'Avana. L'autore stesso divenne ben presto membro del Partito comunista (pre-Castro) per sua libera scelta. Questo articolo è stato ampiamente rivisto dopo una recente visita a Cuba. Il metodo (secondo il dizionario: "un particolare procedimento, o insieme di procedimenti") che ho seguito si basa sull'uso dei cinque sensi più, forse, di un sesto senso dovuto al fatto che ho vissuto la vita della Sinistra, prima come Stalinista, poi come Trotzkista (volontario nel battaglione del Poum durante la guerra civile spagnola), e infine con una posizione giovanile simile a quella dell'anarchismo filosofico, basato senza dubbio su un criticatissimo "individualismo" - nero più che rosso. Per quanto . abbia il tono del reportage, il pezzo si basa sull'esperienza vissuta, ed è scientifico quanto ogni prova basata su fatti visti e sperimentati personalmente, verificati dai sensi - il punto di partenza per ogni scienza È uno sguardo idiosincratico, necessariamente, ma non c'è nessun elemento di fantasia in questo racconto di me stesso di fronte ai fenomeni un po' allucinanti di una società chiusa. Le "campagne di alfabetizzazione" sono il pane quotidiano per un'intera serie di regimi totalitari "progressisti", in quanto opposti ai regimi autoritari tradizionali. I simpatizzanti di sinistra in tutto il mondo _adducono questo interesse per la lotta all'analfabetismo come una prova della buona fede dei regimi che sostengono-per quanto totalitari siano. Le campagne di alfabetizzazione e l'assistenza sanitaria - si insegna alla gente a leggere e ci si preoccupa, o si ficca il naso, nei problemi sanitari di tutti - questi sembrano essere i sine qua non di tutti i regimi "progressisti".N aturalmente, lo stesso si può dire dei migliori penitenziari. I prigionieri disoccupati sono incoraggiati a leggere e a nessuno è permesso di morire di malattia in prigione - neppure a chi si trova nel "braccio della motte". Soltanto che i cataloghi a disposizione in prigione sono senza dubbio meno ristretti. Probabilmente nonverrebberosollevate obiezioni se un prigioniero volesse leggere libri di SaulBe!lowodi Jorge Luis Borges, per non parlare di Solgenitsin o di Vargas Uosa o di uno qualsiasi degli autori non permessi -non concessi in lettura anessuno, neppure ai condannati amorte -nella Cuba progressista, comequalche dato dimostrerà. (L'assistenza sanitaria è ugualmente gratis in entrambi i luoghi: nei paesi progressisti e in galera.) L'autore di questo scritto ha avuto a che fare con famosi scrittori, compresi Bellow e Borges, in particolare, per cui ho avuto sempre l'abitudine di chiedere informazioni sulla presenza delle loro opere nei paesi in cui vige un regime di censura per avere una misura della libertà di leggere. . Molto tempo fa, durante il governo di Franco in Spagna, ho avuto occasione di far rilevare (in un libro intitolato /rishStrategies, pubblicato a Dublino nel 1975, che conteneva versioni in gaelico di due racconti di Borges sull'Irlanda, con la mia tradu;z;ioneinglese a fronte) chenei primi anni di governo del Caudillo spagnolo i libri di Borges sipotevanospesso trovare in Spagna, anche se nella maggior parte dei casi sottobanco;più tardi, sempre sotto Franco, non solo ci furono molte edizioni, ma visite personali di Borges a Madrid. Durante un mese passato a Bucarest, non ho trovato né notizie su Bellow, né alcuna edizione dei suoi libri. (Il suo romanzo The Dean's December è ambientato a Chicago e... Bucarest.) Un mese a Budapest · ri".elò che gli intellettuali ungheresi erano pieni di divieti, .evenivano scoraggiati ad accostarsi alla lettura di Bellow e di Borges edi tuttele-loro opere. Anche Freud è una non-persona, un non-autore in tutti i paesi che seguono il modello sovietico. All'Avana, nell'estate del 1986, le prime indagini che _f~ci'. capricciosamente e sistematicamente, in tutte le librerie che v1s1ta1 (quattro nel centro della città- le stesse usate da "Newsweek", ''Times" ecc. per testimoniare le "sorprendenti" vendite del l!bro di FreiBetto ~u Fide/ e la religione), cominciavano con domande sm due B.Nessuno, 111 15

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