Linea d'ombra - anno VIII - n. 49 - maggio 1990

I discorsi problematici-critici ma anche autocritici-di chi vuole lavorare a un programma non conquistano le folle. I contenuti alternativi paiono troppo rrwderati a chi vuole«saltare" il passato e ha tanta voglia di vendetta. La "dolcezza" della rivoluzione non piace a tutti e il controllo che i gruppi di base cercano di svolgere, per esempio quando si assaltano gli edifici della Stasi, non porta certo voti. L'esperienza dei consigli, dei comitati di quartiere, delle associazioni che si costituiscono "dal basso" - "stiamo vivendo il più grande movimento democratico in Germania dal 1918 e la direzione va di nuovo dal basso verso l'alto", dirà nelle giornate di novembre lo scrittore Volker Braun - non è però solamente una "illusione" intellettuale. Sono in molti a pensare che I'"altra" Germania abbia qualche possibilità di trasformare la "rivoluzione" in una chance. L'occasione di costruire qualcosa di nuovo viene bruciata - tutta l'opposizione di base oggi lo pensa - la notte del 9 novembre in cui cade il muro. "Bastione antifascista", difesa contro il "marcio capitalismo", penetrato nei sogni di quasi ogni cittadino tedesco-orientale, il muro era diventato però una sorta di "protezione". Ha fatto pensare che - al di là del muro- fosse possibile una "terza via" che, sinistre "ufficiali" dell'est e dell' ovest, in questo momento fa sogghignare tutti. Soprattutto gli scrittori - che per anni non solo sono stati il medium fra l'Autorità e il Pubblico, ma hanno elaborato una critica dell'esistente che non si fermava ai mali del "socialismo IL CONTESTO reale", attaccava i valori oggi dominanti per l'umanità. In questo senso la loro riflessione - che molto deve al destino particolare dell'intellettuale tedesco, tanto più per chi ha scelto di vivere nella Germania democratica- diventava un "programma" i cui punti sono i libri, le poesie, i romanzi e che il rapporto "moderno" fra uomo e natura, uomo e lavoro, uomo e donna, cerca di "rovesciare". Temi "decisivi" per una società "altra" ma che non sono riusciti, da soli, a dare un 'identità all'altra Gennania. "Come si fa - si chiedeva l'ideologo del partito Reinhold a .fine agosto - a giustificare l'esistenza di una Rdt capitalista accanto a una Rft capitalista?". La Rdt, rispondeva, può esistere solamente come "stato antifascista e socialista", altrimenti "ricette borghesi" la attireranno in una Germania unita. Il desiderio, umanissimo, di ritrovarsi, nonni e nipoti, in una nazione sola è stato naturalmente un'altra spinta potente alla disgregazione del "piccolo stato tedesco". "Terra incognita" - non solo per il viaggiatore della Germania occidentale ~ la Rdt rischia di finire i suoi giorni in modo almeno in parte inatteso . .Un modo che, però, preoccupa molto non solo gli ex-vincitori ma anche gli ex-alleati del "blocco": Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia si c_hiedonose e quale futuro politico possa avere il lungamente coltivato "sogno sovversivo e romantico" che negli anni della "grande attesa" si chiamava Mitteleuropa. Svolta in Nicaragua Joaquìn Sokolowicz 1) Ha vinto Reagan, che da Washington diede inizio durante la sua presidenza ali' azione per lasciare alla fame i nicaraguensi. 2) La coincidente volontà dei sandinisti e degli antisandinistì eletti - ciascuno dei due campi per motivi differenti - ha reso possibile il pacifico passaggio dei poteri, ma rimangono le ambi- . guità contenute nel compromesso raggiunto, oltre ai contrasti di fondo, ideologici, a ·porre le premesse di futuri conflitti. 3) I sandinisti sono in ogni caso costretti a cambiare, a porsi in forma diversa da come hanno fatto per oltre un decennio l'obiettivo di costruire una società socialista. Siamo stati incauti, quasi tutti noi giornalisti, nel prevedere che le urne avrebbero dato il successo al Fsln, il Fronte sandinista di liberazione nazionale. Inutile ricordare che questa era anche la conclusione dei diplomatici, come avrebbe fatto sapere la sera prima delle elezioni l'ex presidente statunitense Carter a Violeta Chamorro, candidata alla più alta carica dello Stato per l'Uno, l'Unione nazionale di opposizione, affinché si preparasse ad accogliere senza proteste tale risultato da quella che sarebbe stata sicuramente una consultazione pulita. C'era una logica nella previsione, questo sì, e non si trattava di un conferimento automatico di fiducia alle indicazioni dei tanto autorevoli quanto insospettabili "Washington Post" e Greenberg-Lake e Univision e Abe; la maggioranza dell'elettorato nicaraguense è fatta di giovani e i giovani costituiscono la base tradizionale del partito eh' era al potere; i ragazzi che per la prima volta avrebbero votato-l'età minima per averne il diritto venne dai sandinisti abbassata a 16 anni - hanno bevuto sandinismo fin da bainbini; la capacità propagandistica dell'apparato governativo era enormemente superiore a quella acquisita in pochi mesi dall'Uno, pur disponendo quest'alleanza dei dollari arrivati da Washington. Incauti, noi giornalisti, per non avere dato sufficiente peso a ciò che invece è per forza detenninante quando si vota sapendo che il segreto dell'urna è garantito: l'aspirazione a soddisfare elementari bisogni materiali, a risolvere i concreti problemi della vita quotidiana di ciascuno, al di sopra di qualsiasi ideale di società futura sostenuto o che si dichiara di sostenere. · Il blocco economico imposto al paese dagli Stati Uniti e la sistematica distruzione di interi raccolti da parte dei "contras" in alcune regioni, oltre allo spostamento di risorse da altri settori della vita nazionale verso l'impegno bellico, hanno provocato penurie gravi ai nicaraguensi. Non indifferente, poi, tra i motivi del voto contro il governo è stata la promessa dell'alleanza di opposizione di abolire il servizio obbligatorio di leva: fare il soldato in questi anni ha significato un 'alta possibilità di rimetterci la pelle. È stato un brusco risveglio per i sandinisti, il cui unico dubbio alla vigilia riguardava il margine del vantaggio che avrebbero ottenuto, comunque dando per scontato che a loro sarebbe andata la maggioranza assoluta. Avevano creduto anch'essi alle inchieste, i cui pronostici del resto apparivano più che confennati dalla visione delle folle presenti alle manifestazioni del Fronte. Non furono sfiorati da sospetti sulla sincerità dell'entusiasmo mostrato da centinaia di migliaia di nicaraguensi di fronte allo slogan governativo "Todo sera mejor", gente che tuttavia si recava agli appuntamenti nelle piazze perché forse non se la sentiva di ignorare le convocazioni di funzionari sandinisti locali e delle autorità municipali e dei comitati della zona di residenza e dei dirigenti da cui si dipende nel lavoro. Abbiamo visto, personalmente, la manifestazione di chiusura della campagna sandinista a Managua: ben mezzo milione di persone, giovani 13

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